Giovani e donne alla ricerca di un lavoro E' «facile» solo un'occupazione precaria

Giovani m donne mila ricerca di un lavoro E9 «tacite» solo un foccupazione precario Giovani m donne mila ricerca di un lavoro E9 «tacite» solo un foccupazione precario per le differenze anagrafi-, che e di scolarità. n tipo di famiglia ed il suo hllaniMr. economico rappresentano la condizione che determina lo stato di bisogno nella ricerca di un lavora e che influenza di conseguenza razione di ciascun disoccupato: lapalissiano, ma tùtt'altro che nota come fenomeno, nei suol sviluppi perché, se 1 due terzi dei disoccupati intervistati, giovani sino al 20 anni, possono contare in grande maggioranza sul sostegno della famiglia di origine, in cui tuttora vivono, e accettare anche contratti a termine o lavoretti, i trentenni e più, generalmente capifamiglia, con uno o più figli a carico, devono per forza essere più stiene che l'essere troppo giovane ha rappresentato nella sua esperienza un ostacolo nel trovare lavoro, mentre fra tutte le donne intervistate appena il 12 per cento afferma di aver incentrato difficoltà specifiche per il fatto di non essere un uomo». Evidentemente tengono conto anche delle offerte di occupazione precaria. E allora? Fa testo il saggio scritto dai Sociologi Accennerò e Carmlgnani sul percorsi del senza lavoro, eloquentemente intitolato 1 paradossi della disoccupazione. Nel citarlo più volte nel suo rappòrto, Abburrà ripropone un'immagine della condizione di chi è in cerca di un'occupazione che fa pensare ad un puzzle, e non soltanto L'essere troppo giovane o donna, spesso l'essere l'uno e l'altro insieme, é ancora un handicap nella ricerca del lavoro? Secondo molte ricerche condotte sullo «status» di disoccupato la risposta è si, ma ora da un'indagine dell'Ires-Cgil Piemonte risulterebbe 11 contrario, stando alle Indicazioni del senza lavoro che hanno riempito un questionario fitto di interrogativi sulla loro condizione, le difficoltà incontrate, le aspirazioni. aEbbene — scrive Luciano Abburrà il ricercatore che ha curato 11 rapporto di indagine sui 1100 disoccupati intervistati fra Torino, Ivrea, Asti e Novara —-, solo il U per cento di coloro che hanno meno di 14 anni so¬ «esigenti» e scartare le eventuali offerte di attività precarie. Hanno bisogno di un reddito regolare, sicuro. Ma queste persone sono anche le più svantaggiate nella loro ricerca: dall'età e dalla mancanza, spesso, di qualifiche professionali. L'indagine dell'Istituto di ricerche economiche e sociali della Cgil ha interessato un campione di intervistati un po' particolare: gli utenti del Centri di informazione disoccupati della Cgil, in genere con minori risorse rispetto ad altri nella stessa condizione. A maggior ragione è importante che si segnali la presenza e la «debolezza» di una quota di senza lavoro non più giovani, per il cui reimpiego, fa notare Ab¬ burrà, non esistono politiche sociali di incentivazione, diversamente che per 1 giovani, né, tanto meno, si è sinora pensato per costoro •ad una dignitosa indennità di disoccupazione temporanea». Di questa radiografia del disoccupato merita un'attenzione particolare anche la segnalazione, tra te difficoltà nel trovare un'occupazione, della wiftr^Tny di esperienze «vere» di lavoro precedenti per il 44,8 per cento delle donne e per più della metà dei giovani sotto i 25 anni, l'area grigia e nera del mercato: l'esperienza del lavoretti non porta che ad altri lavoretti, eternamente precari.' Vito Brasa al. ga.

Persone citate: Abburrà, Luciano Abburrà

Luoghi citati: Ivrea, Novara, Piemonte, Torino