I monaci di Eco sul palinsesto Rai di Albino Longhi

I monaci di Eco sul palinsesto Rai Comizi in poltrona I monaci di Eco sul palinsesto Rai La nuova sigla di Tribuna politica, un'elaborazione elettronica da Brahms, ha aperto ieri sera II garbato colloquio, definito «tecnico», tra il direttore delle tribune Albino Longhi e il ministro dell'Interno Oscar Luigi Scalfaro. Il ministro accetta un ruolo neutrale, forse calca un po' la mano sull'astensionismo come «fatto grave, molto grave», che rischia di minare «11 midollo della vita democratica», eco in versione sanitaria dell'astensionismo come ■peccato d'omissione» dei vescovi. Il resto scorre liscio tra due persone cortesi, con Longhi che cita riforme anglosassoni, campagne brevi, meccanismi elettorali meno arcaici e Scalfaro che rimpiange «da superanzlano del 1948 due mesi di campagna, quasi una campagna di guerra, non ci diedero le decorazioni per grazia di Dio». La prima tribuna, la più •neutrale., già denuncia il vizio congenito di tutte le altre, afflitte da un garantismo eccessivo, tessuto dai partiti per assicurarsi presenza proporzionale, grande esposizione e minimi rischi, per esempio rifiutando il testa a testa fra i big del Parlamento. Applicata con tale micidiale precisione, la legge finisce con l'essere, come sapevano i latini, «supremo insulto», se non altro al buon senso. E nel regolamento per la campagna elettorale elettronica l'abuso di garanzie rischia da qui al 14 giugno di sconfinare nel grottesco. E' già stato annunziato che la festa in occasione del quarantennale del Piccolo teatro di Milano verrà trasmessa in differita dalla .Rai,, perette le norme della commissione di vigilanza non consenr. tono al suo animatóre, Giorgio Strehler, candidato nelle liste pei, la presenza su video. Il criterio è applicato con equanimità. Gianni Rivera, in lizza, pare col suo vecchio numero 10, per la de, non potrà partecipare alla trasmissione Serata da campione e il giornalista Paolo Valenti, anche lui candidato de, non dovrebbe commentare gli ultimi novanta minuti del campionato. La ferrea regola non aveva però previsto, come spesso capita alle regole in metallo, la realtà, vale a dire la corsa dei partiti alle candidature grandi firme. Se la legge è uguale per tutti c'è da aspettarsi che non sentiremo fino al voto Vecchio frac e Volare, canzoni sigla di Mimmo Modugno, capolista radicale in tre città. I nostalgici degli Anni 60 dovranno fare a meno di C'era una volta una gatta e Sapore di sale, perché il vecchio bohémien Gino Paoli difende i colori del pei a Genova. Al bando anche Fantozzi e Fracchia, gli eroi popolari di Paolo Villaggio, in corsa con Mario Capanna per dp. E chi controllerà che non vengano trasmessi concerti col violinista Uto Ughi (de), drammi diretti da Squarzina (pri) o interpretati da Arnoldo Foà (pri)? Se applicata alla perfezione, questa regola ci fa intravedere una pattuglia di coltissimi funzionari curvi sul palinsesto, come i monaci di Eco nella loro biblioteca insanguinata. E se domenica Beppe Dossena (psi) segna una tripletta alla Sampdoria, andrà in onda o no? Fortuna ha voluto che Ferlaino, presidenUssimo del Napoli, abbia detto «no grazie» alte offerte de, se no non avremmo nemmen no visto la festa sotto il Ve$uvfp.^,x sor* Gianni Riotta

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