Rosita Celentano neo-attrice per un «Top Gun» all'italiana di Francesco Fornari

Rosita Celentano, neo-attrice per un «Top Gun» all'italiana Livorno, all'Accademia Navale si gira «Mak P100» con l'aiuto della Marina militare Rosita Celentano, neo-attrice per un «Top Gun» all'italiana Film in famiglia: la madre Claudia Mori e il Clan «Azzurra» tra i produttori, il padre Adriano «consiglia», la nonna aiuta DAL NOSTRO INVIATO LIVORNO — Per prima compare la zia. Anna Mori, bella, cordiale, efficiente nelle pubbliche relazioni. Poi, preceduta da un barboncino color miele frenetico e festante, arriva la nonna materna, dolce e riposante. Infine, accompagnata dalla sorella Rosalinda, spunta lei, Rosita Celentano, neo-attrice cinematografica, protagonista del film prodotto dalla neonata casa di produzione della mamma, Claudia Mori, in collaborazione con Azzurra (clan Celentano) e l'immancabile Rete Italia berlusconiana. La famiglia Celentano scende in campo per assicurare il futuro ai propri eredi: Rosita, 22 anni, è la prima ad affrontare l'incognita del set, mentre il fratello Giacomo, 21 anni, attualmente in servizio di leva, vorrebbe studiare musica all'estero e la sorella Rosalinda, 19 anni, è incerta fra musica, moda e cinema. Al grand hotel Palazzo di Livorno, quartier generale della troupe impegnata nelle riprese del film Mak P 100, diretto dal regista Antonio Bido, sceneggiatura di Berto Pelosso, musiche di Pinuccio Pirazzoli, costo previsto cinque miliardi, vengono presentati ai giornalisti gli attori. Tutti debuttanti: accanto a Rosita Celentano, figurano il francese Cristophe Bouquin, 24 anni, fotomodello noto per aver partecipato ad uno spot per lo stilista Armani, realizzato dal regl- La ventiduenne Rosita Celentano sarà la protagonista del film insieme a due giovani fotomodelli ra e la scelta dei protagonisti, la Marina ha inviato un proprio osservatore, il comandante Toscano, sommergibilista. •£' puntiglioso e attento — dice il regista — controlla ogni inquadratura, attento al piti piccolo errore di forma'. Nel pomeriggio, in una palude nella tenuta di San Rossore, abbiamo assistito alle riprese di una scena d'azione, con la partecipazione degli incursori del Consubin di La Spezia, spericolati nel gettarsi in mare dall'elicottero, a loro agio sta Martin Scorsese (di cui conserva gelosamente una lettera di plauso) e l'americano John Gregory Horn, anche lui fotomodelle scelti fra 330 candidati. Anna Mori illustra brevemente la trama: una storia d'amore, ambientata nel mondo dell'Accademia Navale di Livorno. E qui c'è la grossa sorpresa: per la prima volta una delle nostre Armi partecipa in prima persona alla produzione di un film, fornendo uomini e mezzi (l'Amerigo Vespucci, il Palinuro, una fregata portaelicotteri, gli elicotteri con gli incursori, le barche da regata Gemini, Sagittario, Stella Polare, la disponibilità dei locali dell'Accademia). Per realizzare questo Top Gun italiano, sono state superate non poche difficoltà. 'I primi contatti col ministero della Marina risalgono a tre anni fa — racconta Anna Mori — abbiamo trovato una grande disponibilità, ma ogni cosa è stata discussa e controllata infinite volte». Approvata la sceneggiatu¬ nel fango della palude, sotto lo sguardo ammirato, e un po' spaventato, di Cristophe Bouquin, vestito e armato come loro ma prudentemlente all'asciutto sull'argine. Rosita Celentano, iscritta al secondo anno di filosofia, «ma ho dato un solo esame, teologia, perché sono molto pigra; dice di aver pensato di fare l'attrice ma «non awei mai creduto di farlo così presto. Certo, prima o poi ci avrei provato, ma questa opportunità è arrivata inaspettata: Grata al padre e alla madre «per i consigli: da mio padre, specialmente, ho imparato i principi di vita, di semplicità soprattuto», ritiene che il nome che porta «mi facilita indubbiamente perché si hanno subito i contatti giusti, ma sono anche più esposta, perché da me ci si aspetta sempre di piti». Non è sicura di continuare nel lavoro di attrice, 'Prima vediamo come riuscirà il film», è un po' arrabbiata perché «non ho un momento di privacy, i fotografi mi seguono dappertutto, fioriscono pettegolezzi e storie. D'altronde, papà mi aveva avvertito». E l'università? «Per il momento è accantonata. Non so se continuerò». Sarebbe un peccato smettere, quel trenta e lode in teologia... 'A cosa mia la teologia è materia di conversazione. Quand'eravamo piccoli, papà ci raccontava le parabole al posto delle fiabe. Perciò quell'esame per me è stato facile». Francesco Fornari

Luoghi citati: Italia, La Spezia, Livorno