Dall'Ocse esce un compromesso

Dall'Ocse esce un compromesso Accordo sulla necessità di evitare una nuova recessione, contrasti sui metodi Dall'Ocse esce un compromesso Bonn e Tokyo promettono a denti stretti di sostenere la domanda interna - Gli Usa ridurranno il deficit - Prudenti giudizi di Gorìa e Andreotti Scontro per 8 sussidi agricoli PARIGI — n comunicato finale della sessione del ministri dell'Economia del 24 Paesi dell'Ocse rappresenterà un compromesso, aveva annunciato Ieri nel primo pomeriggio 11 nostro ministro del Tesoro, Gorìa, subito dopo la fine del dibattito e mentre cominciava la stesura del documento. In effetti si è trattato anche di un compromesso difficile e sofferto, chiaro indice della difficolta di mettere nero su bianco impegni vaghi e di nascondere sostanziali disaccordi su punti-cniave per lo sviluppo economico mondiale minacciato da una nuova recessione. I ministri degli Esteri e dell'Economia dell'Organizzazione per la cooperazione e Io sviluppo hanno lasciato Parigi dopo due giorni di discussioni senza aver trovato una strategia comune per stabilizzare i rapporti di cambio, per rilanciare lo sviluppo e per bloccare 1 tentativi di protezionismo in atto In diversi Paesi, 1 maggiori ostacoli. In questo momento, alla crescita economica dell'Occidente. Anzi, nuovi contrasti sono emersi, proprio nelle ultime battute della riunione, sul tema dei sussidi all'agricoltura, con 11 Giappone che si è fermamente opposto al disegno di eliminare o quantomeno ridurre 1 sussidi all'agricoltura. L'elenco dei risultati concreti della riunione è purtroppo breve: gli Stati Uniti, attraverso il ministro del Tesoro, Baker, si sono impegnati a ridurre di 20 miliardi di dollari il disavanzo commerciale l'anno prossimo, hanno affermato la loro opposizione al protezionismo e si sono mostrati più aperti agli accordi plurilaterali piuttosto che a quelli bllateI xaìi; la Germania si è detta disposta a diminuire 11 proprio avanzo commerciale enitro 11 1990 facendo ricorso alla leva fiscale; 11 Giappone si è detto pronto ad aumen tare la propria domanda Interna (1 suol rappresentanti hanno detto che ciò sarà fatto attraverso incentivi al' l'edilizia, un settore che comporta scarse importazioni; ma i giapponesi hanno Reagan visto da Levine (Copynghi .u .u Monde» e per nuiu de >u sump») spiegato che ciò comporterà un mutamento del modi di vita della gente e si tradurra, a più lungo termine. In un aumento delle importazioni); si è trovato un accordo (difficile) per un appello al vari Paesi affinché si astengano dell'aumentare i sussidi all'agricoltura, che costano cifre enormi e contribuiscono a produrre surplus e sono 11 pretesto di ricorrenti «guerre» commerciali, sostituendoli semmai con aluti diretti agli agricoltori più disagiati e alle aree più depresse. Proprio su questo punto 11 Giappone è insorto: bisogna distinguere, ha detto il ministro dell'Agricoltura nipponico Mutsuki Kato, tra 1 sussidi che sono di fatto degli aiuti all'esportazione da quelli che il Giappone, e an¬ so che il testo fosse in parte epurato di alcune espressioni ritenute troppo critiche nel loro confronti; In precedenza avevano già protestato quando 11 ministro inglese del Commercio, Clark, nel suo discorso aveva denunciato il fatto «notorio» che il Giappone frena le importazioni anche con barriere diverse da quelle tariffarle. Il comunicato finale dice Infine che 1 membri dell'Ocse concordano sulle necessità che 1 Paesi a basso tasso di inflazione promuovano un ulteriore calo del tassi di interesse al fine di alimentare una crescita economica non Inflazionistica. L'invito è diretto principalmente a Giappone e Germania. Ma sarà, accolto? Bonn già martedì aveva dichiarato, attraverso il ministro Bangemann, la propria ostilità a spingere la propria crescita economica e il Giappone aveva mostrato più o meno lo stesso entusiasmo. (Tuttavia Baker ha affermato con soddisfazione che il governo tedesco «si è pubblicamente impegnato ad aggiustare la strategia di crescita a medio termine qualora dovessero insorgere pericoli per un'espansione sostenuta dalla domanda interna*). Più realisticamente Goiia ha detto in una conferenza stampa che «non è da oggi che si indicano le strade da battere, ma i risultati non si sono ancora visti*. Il ministro degli Esteri, Andreotti, ha sottolineato la necessità che ci si occupi con maggiore convin zione della situazione dei Paesi del Terzo Mondo più drammaticamente Indebitati e della lotta alla disoccupazione, ha affermato che •si può sperare sia da parte del Giappone che della Germania qualche sacrificio a favore dei Paesi le cui economie non decollano: Andreotti ha insistito sulla necessità che 11 vertice di Venezia adotti •decisioni politiche'. E' di questi non entusiasmanti dati che il presidente del Consiglio, Fani ani, sarà costretto a tenere conto nel suo giro nelle capitali dei 7 Grandi in vista di Venezia, cominciato con il viaggio a Tokyo. r. e. che altri Paesi importatori di prodotti agricoli mantengono per salvaguardare la produzione interna, n Giappone è il maggior importatore di prodotti agricoli tra 124 dell'Ocse, essendo autosuffidente appena per 11 53 per cento. Sul problema agricolo un accordo sembrava più facile che su altri ma la speranza si è rivelata illusoria: 11 problema, ha sostenuto 11 Giappone, sarà affrontato nel corso del cosiddetto •Uruguay round». Ad un mese dal vertice dei 7 Grandi a Venezia la riunirle dell'Osce non sembra dunque avere smussato molti contrasti e Indicato soluzioni concrete. Proprio in sede di stesura del comunicato finale c'è stato anche un incidente: 1 rappresentanti di Tokyo hanno prete-

Persone citate: Andreotti, Baker, Bangemann, Fani, Kato, Levine, Reagan