Un posto senza fiori senza folla bianco il paradiso

Un posto senza fiori, senza folla, bianco: il paradiso Alla Quindicina dei registi, «Heaven», incantevole e spiritosa opera prima di Diane Keaton Un posto senza fiori, senza folla, bianco: il paradiso DAL NOSTRO INVIATO CANNES — Il paradiso è un posto dove si fluttua, è una metropoli come New York o Parigi, è un eterno presente, è tutto bianco e fioccoso di cotone. In paradiso non si fa la fila, non crescono fiori, le case sono d'oro e rubini zaffiri diamanti. Il paradiso non esiste, è soltanto un grande spazio vuoto, in paradiso non c'è folla, in paradiso non s'invecchia. Il paradiso è come un ricordo, come un flash-back. Heaven (Paradiso) di Diane Keaton, che l'autrice (quasi bionda, tailleur di pelle nera, scarpe beige col tacco alto e pedalini neri) ha presentato ieri alla Quindicina dei registi, è un film incantevole: spiritoso, intelligente, innovativo, affettuoso e sapiente, capace di raccontare con sottigliezza l'enorme confusione con cui la gente pensa e immagina una vita ultraterrena. E' il primo film realizzato da Diane Keaton, 41 anni, interprete ed ex amica di Woody Alien, insieme con l'amico Joe Kelly, 34 anni: prima aveva fatto un film di 17 minuti interrogando sul futuro sua sorella Dorrie, aveva fatto un 33 giri di canzoni, aveva fatto due libri di fotografie, aveva fatto il possibile per «essere se stessa», •esprimersi* e «affermare la propria personalità». Qui ha unito due forme di immaginario: brani di vecchi film in bianco e nero (anche «La passione di Giovanna d'Arco» di Dreyer) o di telefilm proselitistici di vari gruppi religiosi, e una serie di interviste a persone di Los Angeles (ma c'è pure la nonna dell'attrice), interrogate con do¬ mande impressionanti: ha paura di morire, cos'è il paradiso, ci si fa l'amore, come ci si va, come si va all'inferno, ha mai avuto visioni? Allo stile inevitabilmente documentaristico delle interviste Diane Keaton ha unito una ricerca estetica veteroavanguardistica: gli intervistati stanno in una specie di ambiente • celeste*, uno studio futurista ideato da Barbara Ling, la scenografa di True Stories, illuminato da •finestre* in cui passano altre immagini; sono fotografati con angolazioni e luci espressioniste da Frederick Elmes, il direttore della fotografia di Velluto blu; sono accompagnati da tentativi di visualizzazione del cielo o di sentimenti; sono contraddetti dal montaggio delle immagini. L'autrice, figlia d'un padre cattolico e d'una madre fotografa, dice che non si tratta davvero di un documentario ma di un film personale, anche se non narrativo come sarà il prossimo che lei e Joe Kelly stanno preparando: un remake dell'Angelo Azzurro, con la loro amica Madonna al posto di Marlene Dietrich. Cahiers du Cinema ha definito Diane Keaton «una perla rara, una documentarista che è una vera artista», mentre i critici americani sono stati assai severi: Heaven è comunque interessante, piacevole, originale, appena appena pretensioso. I.t Diane Keaton: un film su come la gente immagina l'aldilà

Luoghi citati: Los Angeles, New York, Parigi