Costretti a importare sangue di Ezio Minetto

Costretti q importare sangue Appello ai donatori dalle giornate mediche di Torino Costretti q importare sangue Ogni anno spendiamo all'estero 200 miliardi - Cooperazione internazionale per i danni biologici Con l'argomento congressuale «Emergenza e sangue», le «Giornate mediche internazionali Sani tee '87» (presidente F. Morino) non si poteva scegliere tema più consono allo spirito di avanguardia di A. M. Dogliottl e di quelle sue «Giornate mediche internazionali» che, nel dopoguerra, per 15 anni, hanno posto Torino al centro dell'attenzione scientifica mondiale. Sotto 11 comune denominatore «sangue-vita», il Simposio presieduto da D. Cravero e F. Peyretti ha riunito i temi: 1) emergenzasangue nelle calamità pubbliche (Capriulo, Decimo, Fattono, Conforti, Ferraris, Natale, Portigliatti-Barbos); 2) emergenza ematologica nei danni acuti da radiazioni ionizzanti (Regge, Pileri, Mazza, Giovannelll, Peyretti); 3) emergenza e necessità organizzativa italiana (Avanzi, Bernasconi, Poechiari, Reali, Vanni, Zorzi). Temi vasti che hanno toccato, di vòlta in volta, l'impegno della protezione civile e l'Intervento specializzato in caso di «medicina dei disastri» (rischio chimico, idrogeologico, sismico, fuoco, attentati e te); la necessità di una nuova «coltura» in campo di donazioni e di disponibilità di sangue e di suoi derivati (ad evitarne l'importazione a suon di 150-200 miliardi l'anno): e infine lo spettro del disastro atomico e 1 nuovi capitoli di patologia che malauguratamente ne sono nati. Sono 370 le centrali nucleari nel mondo e c'è chi le guarda come possibile fine del nostro pianeta o come l'inizio di una nuova era. Alla base del disatro radioattivo — ha precisato T. Regge — è sin qui stato l'errore dell'uomo. A Three Mile Island, nel '79 — incidente avvenuto relativamente in sordina — l'errore è consistito in valvole lasciate aperte o chiuse in corso di banali controlli di circuiti di emergenza. Quel reattore n. 4 di Cernobil, anche se un po' vecchiotto, era perfettamente funzionante ma «sicuramente non a prova di Imbecille» (maldestro intervento di elettrotecnici). Sono comunque 31, sino ad oggi, i morti di Cernobil — ha detto A. Pileri — e l'avvenire prevede — intorno a Kiel, in Svezia, Germania, Jugoslavia e anche in Italia — migliala di casi di danno biologico a distanza di tempo (genetici, teratologici, leucemie, tumori e «2° tumori.). Sino a dosi di 2 gy (1 gy 100 rads) — ha precisato E. Giovannelll — si hanno, negli adulti, sintomi tossici reversibili; a 4-5 gy il 50 per cento non sopravvive; a 10 («dose Cernobil») sopravvive il 25-10 per cento; a 20-30 nessuno sopravvive. Il bersaglio biologico è il sistema emolinfopoietico — ha ricordato U. Mazza — là dove massima è l'attività replicativa delle cellule sanguigne. L'esperienza, nel subito dopo Cernobil, ha fatto i suoi primi tentativi. La medicina, oggi, non può che allineare disegni di cooperazione Internazionale scientifica, previsioni dei danni biologici e dettagliati programmi di «rimedio» con trapianti midollari (cellule staminali previamente crioconservate per eventuali «autotrapianti» nel soggetti prevedibilmente esposti; tipizzazione immunologica e crioconservazione cellulare del personale addetto alle centrali, in vista dell'«allotrapianto midollare»). Ezio Minetto

Luoghi citati: Germania, Italia, Jugoslavia, Kiel, Svezia, Torino