II sindaco di Gioia Tauro ucciso a colpi di pistola di Enzo Laganà

II sindaco di Gioia Tauro u€€Ìso a colpi di pistola Si era sempre battuto per la costruzione della centrale Enel II sindaco di Gioia Tauro u€€Ìso a colpi di pistola L'agguato sotto casa - Da due anni guidava il Comune con una lista civica REGGIO CALABRIA — Due colpi, ravvicinati, precisi. Cosi è stato assassinato ieri sera alle 22,30, sotto casa, 11 sindaco di Oioia Tauro, Vincenzo Gentile. Stava rientrando, dopo una riunione politica, aveva accostato la sua Volkswagen Jetta al marciapiede in via Giovanni xxiii, dove abita. Un killer si è avvicinato, gli ha sparato con una pistola di grosso calibro, attraverso il vetro. Un colpo solo mortale: alla tempia sinistra. 'Il colpo — ha dichiarato il medico chiamato per un primo esame del corpo — è stato sparato a distanza ravvicinata. Non posso escludere che sia stato colpito anche da altri proiettili: Pare evidente che a sparare è stato un killer professionista, se non ha neppure atteso che Gentile scendesse dall'auto. La strada, nel centro del capoluogo della plana che tante guerre e vendette di mafia ha scatenato negli anni, si è dapprima svuotata. E' rimasta la paura. Poi la sirena d'una prima pattuglia di carabinieri. Poi un'altra. E la gente a tornare pian plano in strada, a guardare. Vincenzo Gentile aveva 55 anni; medico chirurgo, era sposato ed aveva una figlia. Ieri sera, alle 20, aveva presieduto una riunione in cui, con i componenti dell'amministrazione, aveva discusso il bilancio della città. Da due anni, uscito dalla de dopo una polemica su candidature contestate, Gentile guidava la giunta. Aveva ottenuto la metà dei seggi alle amministrative capeggiando una lista civica, «Sveglia '85». In giunta governava con l'appoggio di un socialista dissidente, un indipendente eletto in un'altra lista civica, «Tre canali», e quattro socialdemocratici. L'allarme è scattato anche a Reggio Calabria: per Gioia Tauro sono subito partiti il tenente colonnello Palazzo, comandante del Gruppo carabinieri, il capo della sezione calabrese della Criminalpol, D'Alfonso, e unità della squadra mobile. L'assassinio di Gentile riapre vecchie e nuove piaghe nella «Piana degli sprechi e degli scandali», dove pesante è sempre stata la presenza delle cosche temute e sanguinarie, che hanno tentato in tutti i modi di mettere le mani sul fiume di miliardi che scorreva per realizzare tante «cattedrali nel deserto», come il mega-porto, la mega-centrale dell'Enel, il centro siderurgico. Gioia Tauro, 19 mila abitanti, 4500 disoccupati, cinque morti dall'inizio dell'anno, continua a vivere nella contraddizione fra sviluppo industriale e retroterra agrìcolo in crisi. Cancellati con espropri e promesse uliveti e aranceti, la 'ndrangheta si è scatenata alla caccia di appalti. Il sindaco di Gioia Tauro, da quando era entrato nella politica attiva, aveva partecipato alle polemiche sui problemi della città. Si era sempre battuto, in convegni e conferenze stampa, per la realizzazione della centrale elettrica, osteggiata da chi invece sosteneva che era inquinante. Ancora recentemente si era battuto perché la commissione edilizia del Comune rompesse gli indugi e concedesse la necessaria autorizzazione per la costruzione dell'opera voluta dal governo e dall'Enel. •il Gioia Tauro la mafia non è mai esistita e non esiste., aveva testimoniato nel '78 ai giudici del tribunale di Reggio dove si celebrava il primo grosso processo alla mafia reggina. Quasi dieci anni dopo la mafia ha ucciso il dottor Vincenzo Gentile. Gentile era entrato giovanissimo nella politica e ancora studente universitario aveva aderito alla de, tanto che nel '56 era già assessore. -Dormiva quasi sempre vestito, dicevano ieri sera piangendo in molti accanto alla sua auto su cui è stato freddato. 'Dormiva vestito per essere pronto a balzare dal letto e rispondere cosi alle molte telefonate che anche nel cuore della notte gli giungevano al richiamo di un figlio o un fratello anche con la semplice febbre.. E cosi i voti erano cresciuti elezione dopo elezione. Agli inizi degli Anni 70 la carica di sindaco fu quasi una conseguenza dovuta alla sua popolarità. Alla guida dell'amministrazione si era battuto con passione per la realizzazione del quinto centro siderurgico mettendosi anche contro i politici del suo partito di Reggio che non erano d'accordo con quel mega-impianto rimasto poi sulla carta dopo la delusione per il mancato riconoscimento di Reggio a sede regionale. In questi ultimi giorni si era anche scritto di un clamoroso rientro nella de con la sua candidatura in quel collegio di Palmi al quale aspirava quattro anni addietro. Ma si è trattato soltanto di voci, perché la de ha ora scelto quale suo rappresentante il procuratore della Repubblica di Palmi, dott. Giuseppe Tuccio, che in questi ultimi anni ha svolto un'impegnata lotta alla mafia nella zona e che — ironia della sorte — nel 1978 presiedeva quel tribunale di Reggio al quale il dott. Gentile aveva testimoniato che a Gioia Tauro la mafia non esisteva. L'assassinio di Vincenzo Gentile è il 56° che accade in provincia di Reggio Calabria dall'inizio dell'anno e il terzo nella sola giornata di ieri. Alle 6,30 della mattina era stato assassinato a colpi di pistola un commerciante di frutta, pregiudicato. Salvatore Arico. di 49 anni. Nel pomeriggio, in una frazione di Galatro — un centro nella piana di Gioia Tauro — era stato ucciso a colpi di accetta un bracciante agrìcolo, Giuseppe Chindamo. di 45 anni. Ieri sera poi, a Reggio Calabria, uno studente è stato gravemente ferito in un agguato mentre in compagnia della madre e di una sorella rientrava a casa. Enzo Laganà

Persone citate: D'alfonso, Giuseppe Chindamo, Giuseppe Tuccio, Salvatore Arico, Vincenzo Gentile