Al «processo» dell'lrangate un giallo da tredici miliardi

Al «eprocesso» dell'lrangote un giallo da tredici miliardi Altri misteri tra nuove accuse di Secord e smentite di Reagan Al «eprocesso» dell'lrangote un giallo da tredici miliardi Il generale non ha saputo spiegare dove sono finiti i fondi inviati ai contras dal Brune! DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — n presidente Reagan ha ieri smentito l'accusa rivoltagli dal primo supertestimone dell'Irangate, il generale Secord, di essere stato avvertito dello storno dei pagamenti iraniani ai contras da uno del suoi più stretti collaboratori, il colonnello North. In un breve incontro coi giornalisti, il Presidente ha definito Secord ■mote informato» : tNon ne ho mai saputo niente — ha detto —. Ancora ora aspetto di vedere dove siano finiti i soldi: Reagan ha sostenuto che Secord «agi» da privato cittadino, cercando di aiutare i contras insieme con altri privati, e ne ha elogiato il «patriottismo». Durante la terza giornata della sua testimonianza, il generale ha tuttavia ribadito la propria convinzione che il capo dello Stato «/osse al corrente» delle sue iniziative. Ha riferito che quando 11 colonnello North, alle cui dipendenze operava, fu cacciato dalla Casa Bianca, Reagan e il vicepresidente Bush gli telefonarono per esprimergli la loro solidarietà. «Io tentai di impedire le successive dimissioni del superiore di North, l'ammiraglio Poindexter, il direttore del Consiglio di Sicurezza Nazionale — ha concluso Secord —. Ma non ci riuscii. Chiesi di parlare col Presidente, ma me lo impedirono... Avevano deciso di fare di noi i capri espiatori». In questo duello a distanza tra Reagan e 11 supertestimone si è riassunto ieri l'interrogativo di fondo dell'inchiesta sull'Irangate. Chi dice la verità? Reagan è davvero estraneo allo scandalo, o la Casa Bianca cerca di occultare il suo ruolo? Oli inquirenti, 11 senatori e 15 deputati scelti dai due partiti democratico e repubblicano, non si pronunciano: il loro capo, Inouye, ha dichiarato che occorrerà attendere le deposizioni degli stessi North e Poindexter per fare piena luce sugli eventi. La posizione del Presidente comunque si aggrava, come sottolineano i titoli di prima pagina di numerosi giornali. Secord, che ha accettato di deporre senza l'immunità dall'incriminazione, insiste che lo storno del pagamenti iraniani ai contras e gli altri aiuti furono operazioni del tutto legittime. La sua tesi è che 11 Congresso aveva proibito l'assistenza al ribelli antisandinlsti solo all'Amministrazione e non ai privati: e che sebbene l'idea dello storno e della raccolta di altri fondi fosse stata di North, nessun funzionario governativo partecipò alla sua attuazione. .Non capisco di che cosa ci vogliano incriminare — ha protestato ieri in aula —. Io intrapresi questa attività credendo che alla fine saremmo stati apprezzati e premiati». « Un giorno North mi disse che se fossimo stati scoperti avrebbe ricevuto il perdono» ha riferito Secord. 'Che genere di discorsi sono questi? gli risposi. Quanto stiamo facendo è legale». B generale ha ammesso tuttavia che dopo la cacciata del colonnello e le dimissioni di Poindexter «per prudenza» distrusse numerose pile di do¬ cumenti. »Mi resi conto che eravamo traditi e abbandonati» ha ripetuto. Secord ha confutato con durezza la tesi degli inquirenti che ha ammassato una fortuna personale nei traffici di armi con l'Iran e coi contras. «£' assolutamente falso — ha ribattuto —. Mi sono solo fatto rimborsare le spese». Il generale, che è stato protagonista di aspri battibecchi con 11 legale della Commissione (.Non sono venuto qui a farmi bastonare» ha esclamato a un certo punto), non ha saputo ricostruire l'iter di 10 milioni di dollari, quasi 13 miliardi di lire, inviati dal sultanato di Brunei su una banca svizzera a favore dei contras, e misteriosamente scomparsi. E' questo uno dei gialli più avvincenti dell'Irangate: inviati su un numero di conto corrente sbagliato, i 10 milioni di dollari, sollecitati a suo tempo dal segretario di Stato Shultz, si sono come volatilizzati. «Vorrei sapere anch'io che fine hanno fatto» ha tuonato Secord, spazientito. La testimonianza del generale dovrebbe concludersi oggi. L'altro grande scandalo politico di Washington che ha coinvolto il candidato democratico Gary Hart ha distolto l'attenzione popolare dalle udienze congressuali, e. c.

Luoghi citati: Brunei, Iran, Washington