«Porte aperte a tutti»
«Porte aperte a tutti» «Porte aperte a tutti» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE FIRENZE — Impraticabile e inopportuno. Firenze boccia la trovata di Venezia, che sta per decidere 11 numero chiuso per difendersi dalla massa eccessiva dei turisti, con due aggettivi che non lasciano spazio ad interpretazioni. Impraticabile perché contrariamente alla città della Laguna gli accessi al centro storico fiorentino sono tali e tanti che per controllarli tutti ci vorrebbe l'esercito; inopportuno perché il turismo, bene o male, è fonte di ricchezza ed esigenza culturale che non è il caso di reprimere. Orientarlo, questo si, può e deve essere fatto. Ma di numero chiuso in Palazzo Vecchio nessuno vuol sentir parlare. 'Non è ammissibile un provvedimento del genere — dice l'assessore alla cultura Giorgio Morales — ammetto che c'è anche a Firenze il problema di regolare meglio i flussi turistici. Avviare una politica in questo senso non sarà facile ma dobbiamo provarci. Caso mai debbo essere favorevole a un contingentamento dei visitatori nei musei quando si supera una certa soglia con pericolo per la conservazione delle opere d'arte. Il turismo ha delle potenzialità positive che una città come Firenze non può disconoscere. Anche se comporta dei problemi e dei danni è pur sempre una domanda culturale anche se espressa in forma superficiale e controllata dalle agenzie turistiche'. 'Ma che numero chiuso — sbotta l'assessore al turismo e vicesindaco Nicola Cangila —, Firenze non è Venezia. C'è l'afflusso di turisti ma anche di persone che gravitano sulla città per lavoro: In effetti il problema oltre che politico è anche giuridico. «La Costituzione garantisce la libertà di circolazione, è vero — afferma 11 prof. Silvano Tosi, uno dei più autorevoli costituzionalisti italiani —, tuttavia ci sono circostanze in cui questo diritto soggettivo deve essere contemperato con l'interesse della collettività. La sua limitazione può essere ammessa dalla necessità di salvaguardare un valore costituzionale preminente, come per esempio il diritto alla salute, la conservazione di un bene ambientale, la tutela dell'ordine pubblico. Il problema si pone se le misure adottate sono brute e non selettive. Quando cioè ci si trovi di fronte a un vero e proprio cordone sanitario come se la città sventolasse bandiera gialla. L'ordinanza veneziana non si conosce ancora nei dettagli, ma se fosse concepita come un divieto generalizzato a tutti per l'ingresso in città sarebbe irragionevole. E Itrragionevolezza è sempre motivo di incostituzionalità: Forse non proprio il numero chiuso ma qualche provvedimento un po' più drastico del semplice 'diverso orientamento dei flussi turistici' all'assessore alla polizia e traffico Adalberto Scarlino non dispiacerebbe. • C'è un limite oltre il quale non si può andare. Il numero chiuso per l'accesso in città può essere una misura eccessiva e difficile da attuare, pero si potrebbe cominciare con il numero chiuso nei musei e con l'aumento delle contravvenzioni ai pullman turistici che invadono disordinatamente la città: Francesco Matte ini
Persone citate: Adalberto Scarlino, Francesco Matte, Giorgio Morales, Silvano Tosi
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