Fanfani sonda Tokyo

Fanfani sonda Tokyo Sabato da Nakasone, prepara il vertice di Venezia Fanfani sonda Tokyo Verìfica delle disponibilità giapponesi ad aprire il mercato interno Gli altri temi: deficit Usa, indebitamento dei Paesi poveri, disarmo ROMA — Il primo test si avrà sabato a Tokyo, quando Nakasone e Fanfani avveranno il loro incontro preparatorio al vertice di Venezia seguendo, su un voluminoso dossier ancora top secret, le direttive tracciate in questi mesi dagli «sherpa». All'ordine del giorno, la ricerca di un coordinamento delle politiche economiche fra i sette Super-Grandi nel pieno della bufera monetaria, poi il rebus dell'agricoltura mondiale, quindi la mina vagante dello spropositato debito accumulato dai Paesi in via di sviluppo con le banche occidentali; e, infine, i temi principali di politica internazionale, dal dialogo Est-Ovest alle prospettive di una conferenza di pace in Medio Oriente. Poi, prima che il presidente del Consiglio riprenda il suo periplo in Europa e in America per consultarsi con gli altri leaders occidentali, gli esperti dei Sette si ritroveranno la settimana prossima, questa volta a Venezia, sullo stesso palcoscenico dove — dall'8 al 10 giugno — si riuniranno i governanti dei SuperGrandi, per limare e mettere definitivamente a punto il documento che costituirà la base di discussione del vertice. E' un lavoro nel quale sono impegnati da mesi personaggi sconosciuti al pubblico, ma che sono i veri «registi, di quello che è diventato il massimo appuntamento annuale per la diplomazia occidentale. n capocordata di questo team è stato l'ambasciatore Renato Ruggiero, segretario generale della Farnesina, che ha avuto come interlocutori in questi mesi il consigliere dell'Eliseo Jacques Attall. il sottosegretario americano Alien Waliis, U cap^,di Gabinetto della signora v1MatcTìér>"",slr Rt£ nora inatcner, bit ito- bert Amstrong, 11 giapponese Hir oshi Kitamura, il tedesco Hans Tietmayer e una sorridente (ma ferrea economista) signora canadese. Silvia Ostry. E' toccato, dunque, a questi personaggi schivi metter le mani su una matassa difficile da sbrogliare, alla ricerca di un bandolo da sbandierare a Venezia. Ma ci sarà da gridar vittoria a Venezia? O la ricerca del toccasana per le economie e dell'Occidente, risulterà un esercizio troppo difficile, quest'anno, anche per Reagan, Fanfani e 1 loro colleghi? Perché c'è infatti da dir subito che gli economisti stanno moltiplicando i segnali di allarme, dipingono un panorama, già grigio, che rapidamente potrebbe tramutarsi In nero, parlano apertamente di recessione. Questo pessimismo non pare aver contagiato gli esperti governativi: perché l'Occidente ha imboccato il quinto anno consecutivo di crescita non inflazionistica e la situazione non può dirsi cattiva. Almeno per il momento, perché nel loro lavoro collegiale gli «sherpa» hanno focalizzato rischi molto grandi che si profilano all'orizzonte. In sintesi, le preoccupazioni maggiori cui 1 sette leaders occidentali dovranno cercar rimedio a Venezia nascono dal massiccio squilibrio commerciale e dal grosso deficit americana Negli anni di Reagan, il debito pubblico è infatti raddoppiato, salendo a duemila miliardi di dollari; e il deficit di bilancia per 1'86 è stato di 170 miliardi di dollari. Insomma, come ricordano gli specialisti, gli Stati Uniti sono diventati il Paese più indebitato, al quale però è sempre richiesto di sopportare 11 peso preponderante della difesa dell'Occidente. In cambio, le banche centrali europee e giapponese hanno accettato finora di finanziare il deficit americano, attratte dagli alti tassi di interesse e dalla sopravvalutazione del dollaro. Ma adesso che il dollaro sta scendendo vertiginosamente alla ricerca di un recupero nell'interscambio commerciale, gli umori sono cambiati, il deficit americano è diventato difficilmente finanziabile dall'esterno. E gli Usa, finché Reagan non accetterà di aumentare le tasse, devono pensare seriamente a ridurre le spese. Anche quelle militari, alla ricerca di un massiccio disarmo, di quell'opzione zero che oggi desta diffuse inquietudini in Europa. In questo scenario delineato dal collaboratori dei governanti per Venezia acquista un ruolo fondamentale il Giappone, con 11 suo enorme surplus commerciale, con una tecnologia imbattibile e un mercato ben salvaguardato dalla concorrenza esterna. Balza In evidenza l'esigenza di una drastica svolta per il Giappone del Duemila, «Jnsomma, bisognerebbe convincere i giapponesi a consumare e a spendere di più, a prendere i vizi degli americani e degli europei; afferma un esperto. n problema, a Venezia, sarà quello di mettere bene a fuoco i pericoli del momento, primo tra tutti la recessione e per di più in un clima protezionistico. All'ordine del giorno del vertice c'è infatti il problema dell'agricoltura, con sussidi da parte del triangolo Cee-Glappone-Usa di 140 miliardi di dollari annui per garantire redditi remunerativi mentre i prezzi, sui mercati mondiali, sono orientati al ribasso e con eccedenze astronomiche. C'è, infine, il problema dell'indebitamento del Terzo Mondo: mille miliardi di dollari, una mina vagante per 11 sistema bancario Internazionale. La concatenazione di tutti questi temi economici impone al Sette la ricerca di una unità d'azione, di una disciplina comune per evitare l'avvitamento della spirale di crisi temuta dagli esperti. Anche perché lo scoppio di una crisi economica non renderebbe più facile all'Occidente la risposta alla «sfida» di Gorbaclov sui temi del disarmo e delle relazioni Est-Ovest, anche questi compresi nell'agenda di Venezia. Pàolo Patrono di pcpmcagtsinlitscficnt«pigddbfnImhfvmRdhmiagdpdrdmlhpi faoio Patrono |