Per la Cee tre stranieri dalla stagione '88-89 di Giorgio Viglino

Perla Cee tre siranieri dalla stagione '88-89 A Zurìgo non ha esito il secondo match con ì'Uef a Perla Cee tre siranieri dalla stagione '88-89 Georges: «L'apertura totale sarebbe la fine del calcio» DAL NOSTRO INVIATO ' ZURIGO— Il secondo round Cee-Uefa finisce con visi aggrottati e una freddezza nemmeno mascherata. L'Uefa non ha proposto nulla, ma soltanto ribadito le proprie argomentazioni sulla specificità del calcio. La Cee attraverso il capo di gabinetto del commissario Marin ha dato la scaletta per il rientro nella normalità comunitaria: tre stranieri in campo per 1*88-89, sei per il '90, l'anno dei mondiali in Italia, liberalizzazione per la stagione '91-92. Le posizioni non si sono ravvicinate rispetto all'lncontro-scontro di Berna anche se adesso c'è più fair play dalle due parti e tutti fingono di rispettare la con segna del silenzio. Il prossimo appuntamento è per il 19 o il 20 a Bruxelles: la Cee non va più in trasferta. Santiago Gomez Reyno non parla. Trincerandosi dietro al riserbo del funzionario, alto in grado, ma pur sempre funzionario. Trova comunque il modo di espri mersi. Alla domanda estremamente sintetica — Deluso? — non risponde, ma alla successiva — Entusiasta al lora? — reagisce sgranando gli occhi e con un ruggito significativo — Che? —. Poi con massimo sforzo di eloquenza e di diplomazia conclude e saluta: «Sono contento d'aver fatto il mio lavoro. Chiedete a loro*. Loro, quelli dell'Uefa, escono alla spicciolata, prima i piccoli, un greco, un portoghese, poi quelli che più contano. C'è anche Jacques Georges con quel suo faccione sempre un po' triste, ma questa volta ancor più melanconico: •Loro hanno un imperativo categorico, quello del "92 e della liberalizzazione, ma per il calcio l'apertura totale sarebbe mortale. Adesso vediamo con l'aumento a tre stranieri, vediamo se è benefico, poi si può andare più avanti, ma mai, mai le porte aperte. Noi, l'Uefa, dobbiamo salvaguardare anche la nostra unità: qui nessuno è d'accordo sulla resistenza da fare e poi ci sono i Paesi dell'Est, da loro lo straniero non esiste. Si creerebbe una sperequazione: loro più forti con le squadre nazionali, ma tagliati fuori dalle Coppe europee. Che problemi! Che problemi!*. Il professor Manzella non fa catenaccio, ma gioca molto coperto. «Il signor Gomez Reyno ci ha vincolati al silenzio, quindi non posso dirvi qual è stata la sua proposta. Nessun passo avanti da Berna? Ma no! Si è andati avanti: diciamo che la proposta comunitaria può essere definita positiva, se la si intende come base della trattativa da aprire a partire da oggi. Ci sono riserve di principio e pratiche, ci sono precisazioni e ammorbidimenti da fare, ma non soltanto in senso quantitativo*. Lo sforzo di mantenere il rlscsqn■ riserbo finisce per rendere il linguaggio comprensibile solo agli iniziati. Manzella cerca di chiarire: «A noi non sta bene essere bollati come quelli che vivono nell'illegalità comunitaria. Il calcio non è contro la Cee, non è anticomunitario e qualcuno di noi a titolo individuate può dire d'aver fatto parecchio per l'Europa. Insomma ■vorremmo uscire dalla logica dei banditi e della polizìa per far accettare semplicemente la nostra specificità. Tutte le regole comunitarie hanno le loro eccezioni per situazioni particolari di questo o quel paese, oppure di uno specifico settore. Noi vogliamo una clausola derogativa che tenga conto di come è organizzato il calcio e come vive*. Il confronto si sposta dai numeri (quanti stranieri per campionato) alle limitazioni. La Cee non vuole accettare la presa in giro del tesseramento illimitato, ma della possibilità di impiego per tutto il campionato di soli tre atleti. Un punto intermedio d'accordo potrebbe essere l'allargamento progressivo, magari secondo la tabella di Gomez Reyno, ma l'accettazione della limitazione a quanti vanno in campo contemporaneamente. L'esempio è presto fatto: nella situazione attuale la Juventus potrebbe tesserare. Platini, Lau3Tu'p è Rush, ma di volta in volta' Marchesi potrebbe metterne in formazione due soltanto. E' esattamente quello che la federazione italiana non vuole e che invece piacerebbe alla spagnola, e non vedrebbe contraria la tedesca. «Vogliamo trovare un accordo entro il 15-17 giugno — dice ancora Manzella — per questo tendiamo ad accelerare. La nostra federazione non è estremista, ce ne sono di peggio. Comunque noi agiremo sempre in accordo con gli altri, mai da soli*. Giorgio Viglino

Persone citate: Gomez, Jacques Georges, Manzella, Marchesi, Perla Cee, Rush, Santiago Gomez

Luoghi citati: Berna, Bruxelles, Europa, Italia