«Reagan sapeva tutto»

«Reqgan sapeva tutto» Prima drammatica udienza al «processo» Irangate «Reqgan sapeva tutto» H vice di North accusa: ci siamo sentiti traditi e abbandonati - «Due milioni di dollari pagati da Teheran per le armi sono scomparsi» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Solo con la moglie Nancy davanti alla televisione, nello studio ovale della Casa Bianca, il presidente Reagan ha visto ieri il generale a riposo Richard Secord, uno dei protagonisti dell'Iran gate, Incominciare a demolire le sue difese sullo scandalo. Rompendo sei mesi di rigido silenzio, Secord, 11 braccio destro del colonnello North, 11 primo testimone a quello che è in realtà un processo al Presidente, ha dichiarato di aver sempre creduto che •l'Amministrazione conoscesse e approvasse il mio operato*. Deponendo volontariamente, senza nessuna immunità dall'incriminazione, il generale ha affermato che la sua condotta «/u improntata all'osservanza della politica presidenziale: -Agii — ha detto Secord — in coordinamento con vari funzionari del governo, coti privati di cui qualcuno sacrificò la vita». E In uno slancio emotivo: «Lo scorso novembre, quando il ministro della Giustizia Meese ci denunciò, ci sentimmo traditi e abbandonati». Con l'atto di accusa di Secord si è cosi alzato il sipario su una drammatica vicenda politica, dove la lotta per la sopravvivenza di Reagan si mescola a quella elettorale tra democratici e repubbli¬ cani. Quando dal Campidoglio sono arrivate sugli schermi tv le prime immagini dell'udienza, l'America si è fermata. Neppure 11 migliore del registi avrebbe potuto immaginare un avvio più drammatico della Inchiesta congressuale sull'Iran gate. Richard Secord si è presentato nella «Caucus room», la sala delle riunioni del Senato, dove esattamente 14 anni fa ebbe inizio l'Inchiesta su un altro celebre scandalo, 11 Watergate di Nixon, alle 14 precise, le 30 In Italia, sotto l'occhio di 4 telecamere, collegate in diretta con tutti gli Stati Uniti, Davanti agli Inquirenti, 11 senatori e 15 deputati, e a una enorme folla di giornalisti e di spettatori, il generale ha prestato il giuramento. Elegante In un abito azzurro, la cravatta rossa, Secord ha voluto leggere una dichiarazione scritta. Ho deciso di vuotare U sacco, ha affermato in sostanza, anche a mio danno, per stabilire la verità: lo faccio a difesa di North e dell'ex direttore del Consiglio di sicurezza nazionale Polndexter, due uomini d'onore. Noi, ha sottolineato Secord, fummo avvicinati a suo tempo dall'attuale Amministrazione: ci slamo mossi non per denaro, ma per amor di patria, in ossequio alla volontà del Presidente. Sull'affermazione che gli uomini dell'Iran gate hanno cercato di realizzare •nella maniera appropriata* gli obiettivi reaganiani, il generale ha Insistito a più riprese. Ha mostrato una lettera di North, su carta Intestata dell'ex consigliere della Casa Bianca McFarlane, che lo Invitava a fornire armi ai Contras. Ha precisato che sempre North lo cooptò per le forniture militari all'Iran e lo storno del pagamenti Iraniani ai ribelli antisandinlstl. •Teheran pagò 30 milioni di dollari — ha raccontato Secord — per armi che ne erano costate 12. Dei 18 milioni di dollari di profitto, 8 milioni sono ancora in banca in Svizzera, il resto è andato in parte ai Contras, 3 milioni e mezzo, in parte in spese, 3 milioni, 2 milioni sono scomparsi e 1 milione è finito in altre operazioni: Una di esse fu un tentativo fallito di liberare gli ostaggi americani in Libano, pagando un riscatto con un forte contributo del miliardario Ross Perot. La Casa Bianca, ha detto Secord, era al corrente di tutto. Secord, che continuerà la sua testimonianza oggi, ha anche svelato di aver organizzato, nel novembre '85, mentre Reagan e Gorbaclov tenevano 11 loro primo vertice a Ginevra, .l'operazione ponte aereo., per 11 lancio di armi, munizioni, vìveri, medicinali ai Contras. La deposizione di Secord ha confermato il giudizio dato dal presidente della Commissione inquirente, il senatore democratico Inouye, all'inizio dei lavori: .Reagan sapeva assai più di quanto voglia far credere... Reagan si è presentato brevemente ai giornalisti, a metà della deposizione del generale, per confutare le accuse. 'Sapevo solo — ha detto — che gruppi privati raccoglievano fondi per i Contras, e pensavo che fosse legale, che usassero i soldi per la propaganda*. Ennio Carette (A pagina 4: «Peggio del Watergate», di Daniel K. Inouye).