Cergoly e i valzer dell'lmperatore di Nico Orengo

Cergoly e i valzer delllmperatore E' MORTO LO SCRITTORE E POETA TRIESTINO SCOPERTO DA JOYCE Cergoly e i valzer delllmperatore TRIESTE — E' morto, nella sua abitazione, lo scrittore e poeta Carolus Cergoly, 78 anni, uno dei casi letterari di questi anni, giunto alla notorietà internazionale nel 1979 col suo primo, romanzo n complesso dell'Imperatore. Cergoly è stato un cantore, in poesia e in prosa, di una sua idea dell'impero austroungarico e della Mitteleuropa, dove la nostalgia non è mai fine a se stessa e dove regnano, come in una favola, la vitalità e l'eros, V onestà e la sovrannazionalltà. Creatore di un lessico tutto particolare, che lui stesso definiva •mitteleuropeo», Cergoly fu incoraggiato nei suoi primi tentativi letterari da James Joyce, al quale poi si ispirò nell'elaborazione del suo originalissimo tessuto linguistico. Le sue poesie in «dialetto triestino» (una vera e propria lingua da lui inventata e resa musica) furono • apprezzate e amate da Pier Paolo Pasolini e Andrea Zanzotto, Natalia Qinzburg e Giovanni Giudici 17 nome di Cergoly è stato accostato a quelli di Roth, Kafka e Werfel: ma la freschezza del suo stile fiabesco e vitale ne fanno un caso eccentrico e non definibile. Le sue capitali del cuore erano Vienna è Trieste: la Vienna dell'imperatore, «il primo impiegato detto Stato* che •girava in carrozza tirata da un solo casotto, senza scorta di gendarmi, con la gente che al suo passaggio poteva levarsi il cappello, ma anche tenerlo:; la Trieste di Svevo e Joyce e del caffè, •luoghi dove ai trascorrevano le giornate; c'erano i giornali, attaccati ad un bastone di bambù, c'era la carta per scrivere e il cameriere che imbucava le lettere: Queste capitali del cuore erano sogni e racconti ricorrenti nello scrittore Carolus Luigi Cergoly, nato a Trieste nel 1908 e scomparso domenica. Discendente da una famiglia austro-ungaro-slava, al cognome di Cergoly andava unito quello di Zriny o Zrinski o Serinl. Un suo lontano parente, di cui raccontava essere stato «una gran- de spada austriaca contro i turchim, si chiamava Oraf Serinl, e di un altro Serinl, Carlo, lo diceva cosi amico dello scrittore «nero» Charles Nodier, da avergli regalato un suo calamaio da viaggio. E a casa sua, vicino alla stazione, fra negozi straboccanti di blue jeans per gli acquirenti jugoslavi, Cergoly esibiva il bel calamaio di vetro e argento, quello dove aveva per anni e anni Intinto le sue penne, prima come giornalista del Corriere di Trieste, insieme con Salvemini, Carlo Sforza, Augusto Pincherle, poi come poeta e narratore, scrivendo le raccolte di uriche: Passa el sol. Poemetto in lessico triestino (70), n portolano di Carolus CIO), Inter pocula ('74), Fonterosso 076), Latitudine Nord rSO), Opera 79 f84); e i romanzi: Il complesso dell'Imperatore, che nel '79 lo aveva rivelato al grande pubblico, Fermo là in poltrona e L'allegria di Thor, che 11 suo editore, Mondadori, fa uscire in libreria proprio in questi giorni. Della poesia di questo bel signore, imponente e dai folti capelli bianchi. Claudio Magris aveva scritto che l'apprezzava «per il linguaggio originale, mitico e sanguigno, capace di concentrare come in un epitaffio o in un canto d'osteria le diverse, nascoste linfe del mondo triestina*. Anche Joyce, che Incontrava in casa dei conti Welnovic, apprezzava 1 suol versi e scriveva: «Ricevo le poesie di sto mulo, me piasi, la tessitura del dialetto è muscolosa...: Della propria scrittura Cergoly diceva: «Afa questa è una prosa senza manette... E' un modo di scrivere assolutamente fuori dai ritmi normali detta prosa italiana... a salti di ranocchia che è uno scrivere che va su e giù per il pendio della vita: Per questo motivo, forse, la critica ha preferito alla sua prosa disadorna di punteggiatura, tutta periodi a valzer e a rondò, attenta alle lezioni di Dujardln e Joyce, la sua vena poetica dove più acuto è 11 senso della Storia e la fine della Mitteleuropa confluisce nell'olocausto ebraico. Fautore di un •sovrannazionaUsmo* imperiale che apprezzava •qualsiasi caratteristica individuale che vuole conservata e tutelata in tutti ti popoli: contro r•internazionalismo- livellatore del capitalismo, Cergoly viveva il sogno, ma con ironia, di un'Austria Felix e insieme la sua fine. Come ne H complesso dell'Imperatore, anche in questo L'allegria di Thor (sottotitolo: «Diario intimo scritto con inchiostri di più colori dal mitteleuropeo barone Heinrich Edling von Boffa.). Cergoly maschera la propria autobiografia e i propri «fantasmi imperiali» disegnando cartoncini alla Cha- gali, dove campeggiano «Le ali dell'aquila a due teste < Ricordi nostalgie mondo di ieri: I E tanto giallo e nero in noi l Fin dentro le ossa: Dopo quel «teatro della memoria» che ne fi complesso dell'Imperatore era affollato di coboldi, sirene, Francesco Giuseppe, Rilke, Svevo, in questo diario «intimo» di Thor, Cergoly mette in scena una Trieste di giardini e feste, a cavallo di secolo, una vita quotidiana scintillante e ordinata, un merletto tramato di ricevimenti, impegni scolastici, vacanze estive in castelli da fiaba, dove l'ordine conosce come unico, momentaneo pericolo, l'incapacità che Bettina, la promessa sposa di Thor, ha nel capire la differenza fra «amore» e «sesso». Lontani tempi in col Cergoly vedeva al Caffè Garibaldi Svevo, Saba e Benco parlare di letteratura, non cercava più altri letterati, diceva: « Vado alla Birreria Europa perché non ci sono scrittori: E poi aggiungeva: •E' l'Europa stessa che muore, che comincia a rimbecillirsi. Ormai nessuno si ricorda degli usi europei, che sarebbero la buona educazione. Oggi si vedono certe pubblicità, una beila ragazza che beve la Coca Cola atta bottiglia. Una volta sarebbe stato impensabile». E lui voleva continuare a essere lo scrittore del >/abu< liren», del «C'era una voi ta...: Nico Orengo Carohfi Cergoly: aveva 78 anni

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