Il rompicapo della proliferazione

Il rompicapo della Il rompicapo della LO sviluppo dei tumori è il risultato di una storia Intricata nella quale si incrociano, in maniera apparentemente disordinata, tutti 1 protagonisti della vita della cellula. La difficoltà di capire la reale natura del fenomeno cancro sta nella nostra presente incapacità di comprendere in modo unitario l'essenza della regolazione cellulare, la capacità della cellula-tipo di rispondere ai segnali, agli stimoli provenienti dal suo ambiente. Se portiamo alle estreme conseguenze questo concetto, si può pensare che la cellula neoplastica non sia in realtà espressione di un fenomeno patologico ma un aspetto della normale biologia della cellula. Come si è detto da più parti, è bene spogliare il fenomeno •cancro» del suo alone di mistero e studiarlo a fondo come Secondo l— un normale aspetto della biologia cellulare. Per far questo, bisogna profondere sforzi intellettuali e investimenti finanziari per capire come funziona la cellula. Il fenomeno più evidente nelle neoplasie è l'aumentata proliferazione cellulare. Questo fenomeno è controllato, In tutte le cellule, da un'interazione . coordinata tra molecole proteiche, 1 cosiddetti fattori di crescita, e i loro specifici recettori situati sulla superficie cellulare. Poiché molti di questi fattori circolano liberamente nell'organismo è chiaro che la loro specificità- di azione non risiede tanto nella natura del fattore stesso quanto nel fatto che la cellula abbia o no il recettore specifico; cioè che possa fungere da bersaglio. L'aspetto più oscuro del problema è il rapporto che 1 fattori di crescita hanno 'ipotesi di lavoro di un g £—j j— io con gli oncogeni, 1 geni del cancro più volte dibattuti sulle colonne di Tuttoscienze. Il primo fattore è VEpiderrnal Orowth Factor (EOF) che, scoperto poco dopo il Nerve Orowth Factor (NGF) di Rita LeviMontalclnl, ha fruttato il Premio Nobel anche al suo scopritore, Stanley Cohen. Ciò che rende l'EGF cosi rilevante per il fenomeno cancro è 11 suo recettore cellulare. DI questa proteina si conosce tutto o quasi, a partire dalla sequenza di aminoacidi. SI sa pure che un oncogene chiamato erb B, espresso in un tipo di leucemia, porta l'informazione per una forma di pseudorecettoreper l'EGF privo però della capacità di riconoscere il segnale. In altre parole lo pseudo¬ gruppo jugoslavo, la — ■— :

Persone citate: Factor, Rita Levimontalclnl, Stanley Cohen