Tre grandi firme sul palcoscenico

Tre grandi firme sul palcoscenico Tre grandi firme sul palcoscenico mulettisticà di Piero Rattallno. • Accuratezza, precisione del particolare, la udibilità di ogni suono, il rifiuto di quella retorica del.virtuosismo che procura benevola indulgenza per le note sbagliate; questi i caratteri che Rattalino fotografa alla base della novità Backhaus còme reazione all'«impressionismo» corrente nella tradizione esecutiva precedente, in quel concerti viennesi fra il 1956 e 11 1959. 'Quanti pianisti di settantadue anni furono mai in grado di sgranare con tanta limpidezza e brillantezza le agilità del Concerto n. 47 Quanti pianisti di settantadue anni poterono permettersi staccati cosi incisivi alla sinistra, tanto vigore, e trilli di quarto e quinto dito tanto graniti, nel finale del Concerto n. 5? Pochi, pochissimi, pochissimissimi...». STAMPATO su carta azzurra di Fabriano e rilegato in seta, debutta in questi giorni il libro che si fregia di tre prestigiose firme del made in Italy: un grande teatro. La Scala, uno stilista affermato, Gianni Versace, e un editore raffinato, Franco Maria Ricci. «Versace Teatro. Dalla Scala all'Hermitage» è 11 titolo del volume inserito nella collana «Luxe, calme et volupté», 280 pagine, con 130 illustrazioni a colori e 18 tavole a colori applicate a mano. Sono a disposizione 4 mila copie numerate. Prezzo, 200 mila lire. Il volume documenta quella attività che ha assunto sempre maggior importanza nel percorso creativo dello stilista e che lo ha portato a collaborare con coreografi come Russino e Béjart, registi come Wilson. Fra Versace e il teatro corre un filo sottile che risale fino alla giovinezza del grande sarto, quando il teatro significava la passione del padre per la musica e il lavoro della madre. In un'atmosfera raffinata, il libro raccoglie gli oltre cento costumi realizzati per sette lavori teatrali: «Josephlegende», «Lieb und Lied». «Dlonysos», «Don Pasquale», «Malraux ou la Metamorphose des Dleux», «Salomè. e la ancora Inedita «Leda e 11 cigno», n testo di Mario Pasi Introduce il lettore dietro le quinte del lavoro creativo, là dove autori, ispiratori, commentatori, personaggi, coreografi, disegnatori e sarti sono tutti coinvolti nella realizzazione dello spettacolo. Cosimo Steffani DUE Lp e una musicassetta ci riportano ài repertorio della Valle d'Aosta, uno tra i più affascinanti, articolari e ricchi della canzone popolare: insieme coprono la gamma più ampia delle possìbili suggestioni offerte oggi da questa regione nel campo che qui cinteressa. Il primo disco (Measecca pe vivre - Trouveur Valdotèn, Ambrokal 0002), ci presenta parte dei ricchi risultati di una ricerca condotta dal gruppo detto 'Trouveur Valdotèn» alla scoperta del patrimonio culturale e musicale della iVàHéeJ^per antonomasia ' e della zona francofona delle Alpi Occidentali, un lavoro il cut arco selettivo si estende dal canto gregoriano alle danze popolari, nella riproduzione delle quali il gruppo si è sforzato di conservare quel semplice stile di esecuzione che da sempre caratterizza le musiche alpestri. Il gruppo dedica il proprio lavoro alla memoria di Joseph Siméon Favre, appassionato ricercatore di melodie popolari valdostane del secolo scorso (nato nel 1859, morì suicida alla fine del secolo annegandosi nell'Isère per un rovescio finanziario) e collaboratore del celeberrimo Julien Tiersot, il quale ne parla nel Rapporto introduttivo della sua raccolta di Chansons populaircs des Alpes Francaises, pubblicata nel 1903 in coedizione dalla Librairie Dauphlnotse di Grenoble e dalla Librairie Savoyarde di Moutiers. Un ricco fascicolo con testi e note completa il disco, che comprende dieci brani (Monfarina di s-Alpeun, Allegra mi, Rigodon, Petit papillon volage, La séhégogga. La maumariée, Monfarina di dou Severeun, La complainte du Chaudronnler, Monfarina de Tarentaise, Meusecca pe vivre), suonati e cantati da Carlo Berard, Liliana Bertolo, Sandro Bonlface, Severin Chillod, Folk in Valle d'Aosta

Luoghi citati: Aosta, Fabriano, Valle D'aosta