Il viaggio picaresco di Tadini pittore-romanziere

H viaggio picaresco di Tadini H viaggio picaresco di Tadini pittore-romanziere spalla. Ah, cinema cinema, sceicchi e squadroni bianchi. E ah, Storia Illustrata; chi potrà mal esser stato, come modello al divertimento di Tadini, questo Katzone felliniano, questo Ubero e godibile impasto di Balbo, Muti, Farinacci (ha una mano di cuoio), Victor Francen e Valentino da via Veneto, dannunziano e volgare allo stesso tempo? E lei, la picce-lina mandata a Cinecittà, poi a recitare col gran frode Benassi (.una. meraviglia», mi ricorda Tadini, «una voce cosi Impostata, costruita, Inventata, che adesso sarebbe un successo, un Carmelo Bene più maturo»/ goduta o no non lo si capisce mai perché tutto il daffare dell'eroe protettore eran pistole, guerre, denari e comando, lei da che Impasto vien fuori? La Fetida, la Duranti, la Vera Roll del collaborazionista Nuto Navarrint, la poi contessa Calamari? Mentre un beccamorti si agita per gli addobbi e la Lunga Notte si sbriciola verso un'alba sul lago la Signora, che si chiama Sibilla, proietta Interminabilmente, follemente, la sua Storia al cronista intossicato da cento caffè. Tutto, tutto, tutto. Prima, Durante e Dopo. Con al centro quel Viaggio-Fuga da Roma al Nord, dagli Appennini -stupefatti ai malevoli Laghi, il Gran Vlaojio è codesto, tra germanest e italioti; fino all'arrivo e caduta nella Milano spiritata del '43-'44 di uomini e no, di sangue e operette, tragedia di estremi comizi e passerelle di ballerine dentro Za notte e la nebbia. «MI ricordo», dice Tadini, «quei quindici partigiani scaricati a piazzale Loreto: e 1 muri, dietro al cadaveri, eran pieni del manifesti di teatri, spettacoli, riviste...». E qui finiamo di anticipare il libro e la sua storia, e chi vuole se li compri e ci si diverta od indigni; come gli pare. Perché, attenzione: anche senza autobiografia _ 'iWm Emilio Tadini questo è un racconto-ritratto dell'Autore, che favoleggia le cose che da sempre conosce (Milano) e mima da gran comico freddo tragedie, miserie, godutane, vecchio e nuovo. Si va a trovare Tadini, proprio dalle parti di piazzale Loreto, ed è in studio a dipingere su carta da pacchi appesa al muro: un'ex guardiola da portinaio, uno sgombero da vecchio tappezziere, da falegname in via di estinzione. Ma per .parlare, si apre un cancello moderno verniciato di grigio, e c'è una chiocciola di acciaio e gomma Pirelli e uno stanzone-studio, una show-room personale con altri mobili d'acciaio e una pedana bassa nel fondo, per concertini, piccole recite, chissà. Le due anime, le due dimensioni di ITodini? Lui è sanguigno e controllato, fantastico e razionale; la sua •avanguardia, pittorica è sempre stata d'intelligenza, formale; grandi figure di critica chiarezza campite sulla tela-schermo. «Ricorda la dimensione dei personaggi al cinematografo? Del giganti, primi piani di due metri per tre. Adesso vedo i films in tv, come tutti, e c'è quella minuscola dimensione, e quegli stacchi pubblicitari!, quelle interruzioni continue. Io credo che facciano anche male alla salute... Il mio romanzo? Ironico-comico: un manuale di ' sopravvivenza con i due registri, se mi è riuscito, dell'alto e basso, un lavoro di artigianato come piace a me: lavorarci sopra in pittura e a scrivere.. Artigianato come sola salute, insomma. E cuel Gran Viaggio, e quella simpatica Sibilla, rosa tra le spine del Ventennio, e perfino quel cialtrone ex gerarca, sono un gran racconto di salute, cóme l'agitazione delle vecchie comiche: tristi, solitarie e finali che siano. Claudio Savonuzzi

Luoghi citati: Milano, Roma