Napoli scaccia la paura di Milano

Napoli scaccia la paura di Milano Napoli scaccia la paura di Milano L'Inter rimane sullo sfondo L'importante era scordare Verona Un grande pubblico ha trascinato gli azzurri Maradona: «Ci vuole il cuore per vincere» di BRUNO PERUCCA Più del gol di Virdis, ha fatto soffrire il Napoli la rete di Ciocci — una voce nuova nel campionato, un ragazzo che ha già mostrato le sue doti nella nazionale juniores — per l'Inter a San Siro contro la Fiorentina. Trapattoni è sempre li, alle spalle di Bianchi: domenica saranno entrambi in trasferta, a Como e ad Ascoli. Ma per la squadra leader era importante cancellare Verona con una vittoria, questo contava e questo è stato fatto. Il cielo di Napoli da grigio che era, sin dal pri mo mattino, è diventato più azzurro al gol di Carnevale, azzurrissimo dopo quello realizzato con grande abilità da Maradona. E' stato l'assolo di un artista che ha perso troppo fiato in polemiche e proclami, ma che non ha scordato qualità rare di palleggio. Senza contare la capacità di prevedere prima di tutti gli avversari che cosa sul campo può accadere. A tre giornate dalla fine, due punti sono pochi o molti, dipende da come si amministra un vantaggio. Il Napoli di ieri ha rassicurato i suoi tifosi? Più di tutto, crediamo, ha rassicurato se stesso. Partita piena di paura, la squadra ha trovato la medicina adatta in quei due palloni che sono finiti alle spalle di Nuciari. n Milan era stato ben di sposto sul terreno da Capello, ma i resti lasciatigli da Liedholm hanno molti punti deboli: il gioco a zona è una macchina che dece essere bene oliata e soprattutto deve avere tutti gli ingranaggi su livelli di sufficienza Cosi non è. Sta meglio Bianchi con la sua 'Zona mista- (quella, per capirci, che ha portato la nazionale alla vittoria di Spagna). Marcature strette in difesa, coppie a centrocampo, Romano che riesce però sempre a liberarsi per fare gioco. Solo un avversano che si decida a dedicare un uomo al controllo diretto dello scu gnizzo del Nord potrà mettere in difficoltà la capolista. Ma c'è. ancora Maradona che polarizza tutte le attenzioni delle squadre rivali, il rango lo merita. Nella sfida al Napoli, l'Inter vince al minimo ma vince. Il particolare dà fastidio a Ferlaino, il quale non può ancora gioire. Il resto del campionato è fatto di briciole, Milan-Roma della prossi¬ mttcpEtstcass e o ma domenica ha già l'aspetto di una patetica battaglia tra deluse che non sono state capaci di realizzare le proprie ambizioni. Liedholm aveva accusato Ericksson di avere sperperato il capitale che gli ha lasciato in giallorosso. Forse il tecnico svedese non si è reso conto che ieri il .suo- Milan aveva escluso tutti gli acquisti della scorsa estate, acquisti che lui stesso aveva caldeggiato. Al tirar delle somme, conti come questi non possono essere dimenticati, semplicemente perché presto si volterà pagina. Anche la Juventus dovrà fare conti da vertice, altri e di altro tipo dovrà farli il Torino al quale Cravero ieri ha dato più che una boccata, una bombola di ossigeno. Il punto allontana i rischisalvezza, domenica a Firenze sarà dura, ma sarà un altro giorno. Poi si vedrà. Napoli. Maradona (nel riquadro l'inizio della sua a.1 ione) segna il secondo gol degli azzurri nella sfida della paura conno il Milan cessa fescennini e pazzierie, salvo quel minimo affinché immaginifici cronisti del Nord possano 3crlvere cioè uventare di una grande lmpazzitisslma città del Sud. La folla ha dato luogo ad un calmo sfollamento, per rientrare a casa e cominciare ad accumulare le forze in vista dei tre impegni di campionato che restano. La gente di Napoli e del Napoli (quasi la stessissima cosa, onnai) ieri si è impegnata a fondo per calibrare perfettissimamente se stessa, e affrontare coraggiosamente tutto senza rompere nulla. C'era il problema di Maradona, come trattarlo? Un solo striscione esplicitamente prò Diego '(Napoli ti ama, non sarai mai solo-, poi la cosiddetta benevola comprensiva attesa, l'evviva al primo dribbling, la pausa di riflessione mentre lui in campo si riposava da chissà quali fatiche, chissà se quelle extracalcistiche attribuì- dal nostro Inviato Q. P. ORMEZZANO NAPOLI — Il pubblico di Fuorigrotta ha giocato e vinto, ieri, una difficilissima partita con/contro Maradona, con il Napoli, contro il Milan. La fatica di questo pubblico, per ottenere il .2 a 1 è stata immane. Solanto gente come quella napoletana, rotta a tutte le esigenze, le difficoltà, le sventure della vita, poteva farcela. Assolutamente non scherziamo. Ieri al San Paolo hanno giocato si due squadre, ma la vera partita, anzi il vero match, ha riguardato la folla, benissimo arbitrata, anche questo bisogna scrivere, da un grande Rosario Lo Bello, che magistralmente fischiando e non fischiando in campo ha suggerito alla folla i fischi e soprattutto i non fischi giusti. Alla fine della partita vittoriosa cotesta folla, giustamente stanca, non si è con¬ tegli da varie «chansons de geste», l'esplosione di gioia, doverosa e calda però non fanatica, al suo gol del 2 a 0, ore 16,09 del meridiano di Fuorigrotta: come a dirgli che aveva fatto si una cosa bellissima, ma che era pure suo dovere farla. Domenica dunque importante per Napoli e 11 Napoli, interlocutoria per il campionato. E per i giornalisti, anche. Ce l'ha fatto sapere Maradona: «Cosa scriverete adesso? Una domenica ci date per morti, l'altra per fortissimi. Io non capisco perché, se un giornalista scrive che noi siamo cretini, noi non possiamo rispondere a quel giornalista che cretino è lui-. Ma non è stato rabbioso, nell'insieme. Ha anche detto: «Ho fatto un gol su un passaggio incredibilmente bello di Giordano. Ho stoppato, ho mezzo dribblato il portiere. I miei compagni hanno fatto una montagna felice su di me. Questa è la squadra, questa è la forza dello spogliatoio. Noi troviamo nello spogliatoio la risposta ai giornali che ci coprono di accuse, di critiche, di dubbi-. Domande tese, risposte calme. E 11 Totonero, la camorra che, si dice, fa pressioni su di voi? «Se cominciamo a parlare di ciò, facciamo le cinque del mattino. Tutte storie-, E la vita privata di Maradona? -La risposta è data dal campo. Abbiamo fatto una grossa partita, abbiamo tenuto il comando del gioco per un tempo e mezzo, superando anche alcuni problemi di centrocampo. Sono queste le cose che contano. Mica si può fare un controllo poliziesco su ogni giocatore... La risposta sta nei fatti, il Napoli ha vinto-. Passaggio nostro e suo alla terza persona molto singolare: cosa è cambiato in Maradona, ultimamente? -Maradona è padre, ha un figlia bellissima-. Non la possiamo vedere. - Venite da me, ve la mostro, e con orgoglio-. Però Maradona è diverso da prima? -Sono un padre, questo è il cambiamento. Ma sono anche quello di prima, per adesso non mi sposo e vivo come vivevo-. Passaggio al frivolo, che poi è forse meno frivolo di quel che appaia: un mago ha scaricato il San Paolo, l'altro giorno, di un presunto fluido iettatorio. Maradona ci crede? -Ci credo, ma poco. Dite al mago che venga a Como domenica prossima, se i cosi bravo*. Una sintesi del match col Milan? -Ci abbiamo messo il cuore, e il cuore vince-, ■