La crisi politica mette in pericolo il posto dell'Italia tra i «Grandi»

Si stanno avvicinando importanti scadenze internazionali Si stanno avvicinando importanti scadenze internazionali La crisi politica mette in pericolo il posto dell'Italia tra i «Prandi» L'instabilità ci relega di nuovo ai margini: è successo recentemente sulla questione della ventilata «difesa europea» con consultazioni solo tra Parigi Londra-Bonn dei missili atomici a corto roggio e degli armamenti chimici, in Europa si prospettano due linee di trattativa. La prima, impersonata dal ministro degli.Esteri tedesco Genscher, consiste Dell'accettare un accordo separato sugli euromissili, seguito da una seconda trattativa sui missili a corta gittata. Ma il rischio di questa linea, come osserva eu «Le Poinu l'esperto di strategia militare Pierre Lellouche, è che «fa logica di tale approccio, apre là strada a una denuclearizzazione totale dell'Europa; e metterà sul tappeto dei negoziati anche le forze nucleari francese e inglese e lascerà ai sovietici una netta supremazia in campo convenzionale, non più bilanciata dai missili americani dislocati nel Paesi Nato. . Il secondo approccio è quello oggi prevalente sia a Washington che a Londra e tende ad abbinare l'eliminazione degli euromissili alia riduzione parallela delle forze nucleari a breve gittata (di cui l'Urss detiene una netta superiorità). Le offerte avanzate net giorni scorsi a Praga da Gorbaciov vanno apparentemente in questa direzione. Mentre si apre II negoziato di Mosca fra Schultz e I. governanti sovietici. l'Europa, I Paesi della Nato attendono di essere «Informati» giovedì dagli americani reduci dal round negoziale al Cremlino. E nel frattempo le velleità di una più o meno remota integrazione o almeno armonizzazione della difesa europea sembrano sfumare nel tempo. Infatti, Londra ha già risposto negativamente a un abbozzo di progetto francese sui nuovi missili di eroderà da realizzare In comune, e Parigi, come annuncia l'.Herald Tribune» ha deciso la costruzione di un prototipo di caccia che farà, concorrenza ail'EFA, al cosiddetto «caccia europeo» realizzato in consorzio da Inghilterra, Germania, Italia e Spagna. Così, fra Interessi contrastanti a med<o termine, assenze determinate da troppo lunghe crisi nazionali, e mancanza u>l volontà politica unitaria, I Paesi europei paiono accontentarsi cosi ancora una volta di essere solo «consultati» e che siano gli altri, Usa e Urss, a prendere il mano II problema della loro sicurezza e del loro.futuro. Inglese sono ben consapevoli del tatto che una volta avviato su giusti binari il processo negoziale fra Urss e Usa prima o poi si porranno sul tavolo, come oggetti di trattativa, anche la «torce de frappe» e la forza di dissuasione nucleare britannica con I loro programmi di ammodernamento. Il presidente Mitterrand ha già ammesso che il conteggio degli Hades e dei Pluton (i missili della «force de frappe») «è una eventualità che esiste e che si dovrà esaminare: Di fronte a questo rischio, dunque. Parigi tende a trovare un marchingegno che aumenti le sue capacità negoziali al momento venuto inserendo in qualche modo l'armamento nucleare francese alla testa o comunque all'interno di un dispositivo di difesa europeo. Nell'Immediato, mentre Shultz sta verificando a Mosca In questi giorni le nuove offerte sovietiche sulla possibile riduzione anche ROMA — La crisi governativa non fa bene alla politica estera italiana, semi paralizzala da un mese malgrado la buona volontà e l'attivismo della Farnesina che, agli occhi dei nostri pannerà, non possono però supplire alla mancanza di una figura alla quale far riferimento al di li di una politica del «dau to day» non certo adatta alle attuali circostanze. Perché, gli ultimi quattro anni e l'accoppiata Craxi-Andreotti avevano dato credibilità, chiarezza e stabilità alla politica estera del governò (malgrado qualche strattone provocato dalle ricorrenti tensioni pentapartitiche). E di questa stabilità e dei sicuri riferimenti anche personali, i leaders occidentali avvertono oggi la mancanza, mentre l'Italia deve gestire la preparazione del difficile «vertice dei Sette» a Venezia in giugno e mentre l'Europa è chiamata ad occuparsi direttamente del problemi delia sua sicurezza, con Shultz da oggi In visita alla corte di Gorbadov per definire i parametri del disarmo fra Usa e Urss. La nostra classe politica non dovrebbe infatti dimenticare, art-, che nel vortice delle dispute preelettorali, che il posto cosi faticosamente conquistato nel concerto dei Grandi (sette o cinque che siano a questo punto ha relativa Importanza) grazie alla capacità d'iniziativa, la fantasia politica e soprattutto alla dote della stabilità cosi apprezzata tanto a Washington che a Londra, Parigi e Bonn, sia adesso tanto facilmente insidiato, messo in pericolo dall'attuale vuoto di potere che facilita il gioco.preferito dal nostri partners europei. Che è quello di dimenticarsi dell'Italia appena possibile, di relegarci sostanzialmente ai margini de) gioco, a spettatori chiamati a ratificare le altrui decisioni, malgrado le rassicurazioni formali. Se ne è avuta la prova proprio in queste settimane, mentre s'intrecciavano I «consulti» fra alleati sulla questione della ventilata «difesa europea», limitatisi ih concreto al .«triangolo» ParigiLondra-Bonn, a. un balletto di incontri tra là signora Thatcher, Il presidente Mitterrand e il cancelliere Kohl nel tentativo di delineare una posizione comune, un «direttorio», europeo di cui Reagan debba tener conto al momento di stringere il negoziato con Gorbadov come adesso cori la missione di questa settimana di Shultz a Mosca. Lo puntigliose prese di punizione di Crani (ormar sloggiato in pratica da Palazzo Chigi) e le volonterose perorazioni di Andreotti (solo più provvisorio locatario della Farnesina?) in un messaggio inviato nel giorni scorsi all'amministrazione americana sulla «necessità di esaminare e approfondire congiuntamente In sede atlantica la proposte In discussione., non possono nascondere una sostanziale paralisi della nostra Iniziativa diplomatica. Della quale I nostri maggiori partners europei tentano lestamente di trar vantaggio. Le laboriose discussioni avviate da Parigi e Londra sulla necessità di cercare un accordo per potenziare il cosiddetto «pilastro europeo» della Nato, nel caso di attuazione dell'opzione zero sugli euromissili, corrispondono intatti a un calcolo nazionale ben preciso. Perché I governi francese e Pinerolo: attesa di tre settimane