Un killer spara in strada e ammazza due sorelle di Guido Rampoldi

L'agguato alla periferia di Gioia Tauro L'agguato alla periferia di Gioia Tauro Un killer spara in strada e ammazza due sorelle Il giudice vuole sentirlo Moravia neiguai per la Morante? Colpite con un '80 fu ucciso dal REGGIO CALABRIA — Due sorelle. Maria e Domenica Priolo, di 27 e 30 anni, sono state uccise ieri pomeriggio in un agguato alla periferia di Gioia Tauro. B fatto è accaduto in viale Don Sturzo, nei pressi di una casa In costruzione' di proprietà della famiglia Priolo. Secondo la prima ricostruzione fatta dal carabinieri le due sorelle Priolo erano a bordo di una «Fiat Uno», quando sono state fatte segno ad una scarica di fucile caricato a panettoni, sparata da una persona che si è avvicinata all'auto a bordo di un'altra vettura o di un vesplno (le versioni dei testi che hanno assistito alla sparatoria sono contrastanti). Maria Priolo, che si trovava alla guida della «Uno», è morta all'Istante, mentre, la sorella Domenica è deceduta mentre veniva trasportata all'ospedale di Reggio Calabria. Dalle prime indagini è emerso che Maria Priolo aveva In corso una causa di separazione con il marito, Paolo Gocciolo, di 33 anni, il quale nove anni fa aveva ucciso il padre della moglie, Antonio Priolo, 60 anni, pregiudicato, per motivi di interesse (l'uomo deve scontare 14 anni di carcere). Le duo sorelle Priolo erano casalinghe. Secondo' i carabinieri l'agguato mortale alle fucile a panettoni - Nel nove genero anche il padre delle vi due ragazze, pur avendo caratteristiche mafiose per ciò che riguarda le modalità di esecuzione, non rientrerebbe in un fatto di contrasti o di vendette all'interno della criminal tà organizzata. Si sta cercando di capire, piuttosto, quale fosse la vita privata di Maria e Domenica Priolo. alla ricerca di Indizi. Si è inoltre appreso che i killers hanno sparato anche con una pistola. Domenica Priolo, che non era sposata, si è spenta suir ambulanza all'altezza dello svincolo autostradale di Scilla. Per quanto riguarda l'episodio dell'omicidio del padre delle due ragazze, Antonio Priolo fu assassinato il 4 novembre 1980 nel rione Marina di Gioia Tauro. Contro di lui i aolo Cocciolo sparò cinque colpi di pistola al termine di una lite originata dalla volontà del Priolo di far rappacificare la figlia Maria e 11 genero, il cui matrimonio era contrassegneto da frequenti liti. La reazione del Cocciolo fu brutale. Paolo Cocciolo, condannato sia in primo grado che in appello, è attualmente detenuto nel carcere di Saluzzo (Cuneo). Per 11 momento non è emerso alcun collegamento tra lui e il duplice delitto. Chiese aiuti a Pertini per pagare la degenza in clinica della scrittrice che poi, morendo, lasciò in eredità 600 milioni mbre ttime ROMA — Poiché non c'è «giallo» senza suspense, (arco Boschi, procuratore di Roma, ha deciso di lasciare tutti col fiato sospeso tino a stamane, quando annuncerà il risultato delle sue meditazioni domenicali intomo a questo interrogativo: è II caso di aprire un'Indagine relativa ad Alberto Moravia e all'appello perché '3 Stato contribuisse alle spese per le cure di Elsa Morante? «Sto esaminando II caso», avvertiva Boschi già sabato pomeriggio. E Ieri, dopo aver letto e riletto alcuni ritagli di stampa, ha spiegato I termini tecnici della questione. In sostanza, ci ha detto, si tratta di decidere se può essere avanzata l'ipotesi che Moravia abbia truffato Sandro Pertini e abbia tentato di truffare II Comune di Roma. Può riderci su solo chi non ha dimestichezza con la giustizia Italiana, con I suoi soprassalti di rigore inquisitorio. E Boschi prende sul serio l'Intreccio desunto dai giornali. C'é Pertini che con- tribulsce con sette milioni alta degenza di Elsa Morante, come raccontato (o si dovrà dire confessato?) dallo stesso Moravia. C'è II Comune che stanzia venti milioni (ma poi la delibera viene lasciata cadere). C'è II sospetto avanzalo dal cronisti che la Morante potesse permettersi di pagare per un lungo periodo la parcella della cllnica, 10 milioni al mese, e che Moravia lo sapesse. E c'è l'articolo 640 del codice, ci precisa Boschi citando a memoria: •Chiunque con artifici o raggiri, indùcordo taluno In errore, procura a sé o ad altri Ingiusto profitto...: Sei mesi di reclusione II minimo della pena. Tifano apertamente per l'inchiesta Il maggior quotidiano della capitale e alcuni politici. L'Avantil chiama In causa la «questione morale», che ormai è il prezzemolo per condire qualsiasi minestra, anche la più velenosa. Clemente Mastella, Il portavoce di De Mita, Interpella la presidenza del Consiglio sdegnandosi «per l'autentica beffa per l'erario collo Stato: Il suo compagno di partito Corrado Bernardo, che la consuetudine con gli affari comunali dovrebbe aver vaccinalo dall'Indignazione, racconta la sua rabbia. I liberali Batlistuzzi e Facchetti si rivolgono al ministro degli Interni, ricordando che fu la giunta di sinistra a stanziare quei 20 milionl. E Ugo Vetere, all'epoca sindaco, quasi a stornare eventuali attenzioni della magistratura s'Impegna in una difesa preventiva, candidando se stesso ad un ruolo nobile e Moravia alla parte dell'ambiguo questuante. L'ex sindaco racconta del «d/sagio, non so definirlo In altro modo, che provavo quando lo scrittore aspettava davanti alla mia porta per perorar» la causa che gli stava a cuore: E aggiunge: se la delibera della giunta, respinta dal Comitato di controllo per questioni formali, non venne ripresentata, Il merito fu mio. • Molto giocò appunto il mio disagio, quel tarlo che avevo e che mi continuava a dire: ma è possibile che nessuno degli amici, parenti, editori possa alutare la scrittrice?: Nel circo dei tarli, nella sagra degli impeti morali pare abbia scarsa rilevanza il fatto, confermato dal legali degli eredi della Morante, che a Moravia non eia • venuta una lira, e che anzi abbia, pagato di suo, attraverso il contò aperto per la Morante, I primi mesi della degenza. SI scava e s'indaga con una tenacia negata ad altre cause, In attesa che si metta in moto quel circuito glornallstico-gludiziario dalle partenze roboanti e dagli arrivi in sordina, molto avanspettacolo e poca sostanza. GII eredi di Elsa Morante purtroppo non collaborano. Neppure Lucia Mansi, per 28 anni al servizio della scrittrice, potenziale fonte di pettegolezzo In base al motto di Salvador Dati, secondo il quale nessuno è un genio per II proprio cameriere: l'unica cosa che i cronisti sono riusciti a strapparle è un invito a dividere subito l'eredità della Morante. Daniele Morante, Il nipote, prega I giornalisti di lasciarlo in pace. Ma alla fine qualcuno scopre che l'appartamento di Moravia In via dell'Oca è frutto di una sopraelevazione abusiva, sanata con II condono. Non è molto, ma si può insistere. Guido Rampoldi

Luoghi citati: Comune Di Roma, Gioia Tauro, Reggio Calabria, Roma, Salvador Dati