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1T> 1T> Alla glasnost gorbacio viana non sfugge neppure U conflitto afghano: in questi primi giorni di aprile la Pravda è intervenuta ben due volte sull'argomento. Circostanza rivelatrice sia di un indubbio disagio di fronte al fallimento delle proposte di «riconciliazione nazionale» formulate lo scorso gennaio dal governo filosovietico di Kabul alle formazioni della guerriglia islamica, sia di un desiderio di coinvolgere l'opinione pubblica sovietica nella più difficile questione Internazionale che Mosca abbia affrontato dal dopoguerra. L'organo del Pcus ha rivelato al pubblico sovietico la notizia che lo scorso 8 marzo una formazione di mujahidin (appartenenti al partito Yamiat-I-Islami che ha nel leggendario Ahmed Shah Masud 11 comandante supremo, operante in una regione strategicamente determinante come la vallata del Pandshir) ha bombardato un villaggio tagiko dellUrss, PJandzh, provocando morti e feriti. Il giornale ha esposto anche le caratteristiche dell'attacco e della durissima risposta sovietica: l'accerchiamento della regione afghana di confine da cui provenivano gli assalitori (250 uomini) e il loro «annientamento». Si tratta di una novità, per i lettori sovietici: tanto più significativa giacché da tempo la stampa dell'Urss denuncia il pericolo di «tendenze nazionalistiche» nelle repubbliche asiatiche, «le azioni di sabotatori spie ed eie' menti sovversivi» nel ter ritori confinanti con l'A.fghanlstan. , Lo scorso dicembre il capo del pc tagiko, Mah' chamov, aveva - .parlato dell'esistenza di «Organizzazioni clandestine e nazionaliste» attive nella sua repubblica. Questo recente attacco del guerriglieri Islamici va oltre la pratica delle Infiltrazioni in territorio sovietico a scopi eminentemente propagandi' stici. Dopo aver respinto la «riconciliazione nazionale», le formazioni della guerriglia, portando il conflitto dentro i confini sovietici, accentuano il carattere potenzialmente destabilizzante: il djiìiad, o Guerra Santa, penetra a Nord della Amu Darja vanifica per ora gli sforzi di Mosca di por fine al conflitto afghano. Tra 1 calcoli dei mujahidin. c'è anche quello di costringere l'Urss a nuove concessioni per il ritiro del 115 mila uomini dal Paese: con i colloqui di Ginevra (a marzo) tra afghani e pakistani, attraverso la mediazione dell'Onu, i so¬

Persone citate: Ahmed Shah Masud, Islami

Luoghi citati: Ginevra, Kabul, Mosca, Urss