Per Maria, figlia non voluta solo violenza e solitudine

Per Maria, figlia non volata solo violenza e solitudine Emerge una prima verità sull'uccisione di Maria Concetta Per Maria, figlia non volata solo violenza e solitudine «Troppa follia in quella specie di casa» dice uno zio - L'autopsia conferma le torture DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PALERMO — Maria Concetta era una figlia indesiderata. Quando era arrivata 1 genitori se l'erano tenuta senza amarla, anzi innescando una spirale di violenze e torture che esprimeva odio e rancore. Questa «verità» emerge a poco a poco dalle testimonianze di parenti ed amici di Francesco Mazzola ed Angela Ciaramltaro, gli sciagurati genitori che, nella povera casa della «Kaisa», lunedi hanno massacrato Maria Concetta. E per la bimba di quattro anni, nelle pause della violenza, c'erano soltanto solitudine e paura. Neppure un giocattolo della bambina è stato trovato dalla polizia che ieri ha un'altra volta perquisito 11 modesto alloggio dei Mazzola, al terzo piano di una casa cadente in vicolo Montesanto. Non c'erano giocattoli neanche per 1 fratellini maggiori, i gemelli di sei anni Giovanni e Salvatore, con i quali però la coppia non se la prendeva: portano, non a caso, i nomi dei nonni materno e paterno che 11 hanno sempre protetti. -La loro era una mania, glielo dicevamo sempre di lasciare stare la bambina», hanno raccontato in lacrime Giovanni e Giuseppa Ciaramitaro, padre e madre di Angela, i nonni della piccola vittima. Nel loro alloggio, nel popolare rione Kaisa, 1 nonni materni non ricevevano più figlia e genero, dopo avere interrotto i rapporti con loro circa un anno fa. «Ci rispondevano che dovevamo farci i fatti nostri, che li dovevamo lasciare in pace», hanno sostenuto i nonni. Venditore ambulante come il genero, Giovanni Ciaramitaro ha dipinto a tinte fosche 11 carattere di Francesco Mazzola: 'Quello li è sempre stato odiato da tutti. Quando me lo portavo in giro nei paesi, creava sempre problemi. Un piantagrane, cretino e presuntuoso». 'Troppa follia in quella specie di casa: quando mia sorella toccava Salvatore, mio cognato minacciava di scagliarsi contro Giovanni e viceversa, cosi i gemelli ri sono salvati», ha riferito Giuseppe, 18 anni, uno dei nove fratelli di Angela. L'autopsia nell'istituto di medicina legale dell'università, ieri mattina ha confermato puntualmente quel che già si sapeva, le certezze acquisite dagli investigatori dopo il primo, sommario esa¬ me del corpicino che fu portato all'ospedale pediatrico dopo essere stato lavato dai genitori assassini prima dell'inutile, pretestuosa corsa in ospedale per dire: «£' ruzzolata dalle scale. E' stata una nisgrazla». Ma troppe erano le tumefazioni, troppe le cicatrici (morsicature, bruciature con mozziconi di sigaretta, punture con spilli ed aghi nelle parti più sensibili) perché non apparisse subito chiaro quel che era accaduto. E nell'ordine di cattura per omicidio volontario aggravato, sequestro di persona e maltrattamenti su fanciulli che ha firmato si" da martedì, il sostituto procuratore della Repubblica, Carmelo Carrara, che dirige l'Inchiesta condotta dalla squadra mobile, ha precisato che 1 due genitori hanno agito «con sevizie e crudeltà». I funerali della bimba avranno luogo a spese del Comune a mezzogiorno nella trecentesca chiesa dei Vespri, nel cimitero di Sant'Orsola, a testimonianza della riprovazione e della grande emozione suscitata in città dalla tragedia di vicolo Montesanto. In Consiglio comunale è stato deciso di organizzare per la prossima set¬ timana una manifestazione cittadina per «te piccole vittime della violenza». Il magistrato oggi si propone d'interrogare ; un'altra volta Angela Ciaramitaro che, secondo i gemellini, picchiava la bambina non meno del marito e che, stando ai suoi stessi genitori, quando Francesco Mazzola era str.to in prigione (l'uomo ha precedenti per rapine, furti, ricettazione e scippi) •ha peccato», perché sarebbe andata con altri uomini. Mentre lunedi stesso Francesco Mazzola ha mantenuto un atteggiamento spavaldo, insistendo sulla bugia che la bambina era caduta dalle scale, la donna, che è rinchiusa nel carcere femminile di Termini Imerese. a 35 chilometri da Palermo, oggi che cosa dirà? Maria Concetta una prima volta era stata affidata alle suore di un istituto assistenziale e forse lo sarebbe stata di nuovo quanto prima. Una sorella di Francesco Mazzola stava occupandosi della pratica, evidentemente nel tentativo di sottrarre quella povera innocente alla quotidiana furia dei genitori. Pochi giorni e. probabilmente. Maria Concetta si sarebbe salvata. Antonio Ravidà

Luoghi citati: Palermo, Sant'orsola, Termini Imerese