Cotrubas, slanci vocali per iq Cali»

Cotrubas, slanci vocali per iq Cali» Concerto nelTambito del Convegno: il soprano accompagnato dal pianista Werba Cotrubas, slanci vocali per iq Cali» All'Auditorium altre due serate per il ciclo dedicato a Schumann-Rerg: il Quartetto Ardirti, Alexander Lonquicb e Candii, poi ancora Lonquich con il direttore Gianpiero Taverna forte della lunga esperienza accumulata in anni di questa specialità esecutiva. • • • II ciclo Schumann-Berg, che percorre tutta la stagione sinfonica di primavera, ha avuto un'occasionale serata cameristica nel concerto tenuto all'Auditorium dal Quartetto Ardita, dal pianista Alexander Lonquich e dal clarinettista Michele Carulli. Ha cominciato Lonquich con i Oesange der FrUhe op. 133 di Schumann, cinque «pezzi caratteristici — secóndo la definizione dell'autore — che traducono l'emozione dell'avvicinarsi dell'alba.. Lonquich ne ha reso meravigliosamente il carattere di meditazione segreta, quel colorito diafano e brumoso che percorre uno stile spoglio, ridotto all'essenziale, Niente di più adatto, per cogliere la continuità spirituale dei due autori, che accostare a questo capolavoro i Quattro pezzi op. S per clarinetto e pianoforte di Alban Berg: la carica meditativa dell'anima e della cultura tedesca si concentra in queste pagine brevissime e lo sguardo che nei pezzi di Schumann fissava la luce grigia dell'alba si sdoppia qui nei fantasmi dell'allucinazione: il suono inventato da Berg TORINO — /Zeano Cotrubas (soprano) e Erik Werba (pianoforte) sono stati invitati dal Teatro Regio all'Auditorium per un concerto In occasione del Convegno di studi su Maria Callas a dieci anni dalla scomparsa. Il programma comprendeva pagine di Schubert, Faure, Wolf è Lisst, scelte per lo più entro l'ambito di un'espressività leggera, teneramente lirica o ironica, in particolare assonanza con la personalità della cantante. La Cotrubas è un soprano di impostazione e di gusto essenzialmente mozartiani, il che vuol dire in pratica che può cantare tutto, h quasi (Alban Berg raccomandava di studiare Mozart per cantare bene il Wozzek): nel Lied si impone per grazia ed eleganza, senza eccessi d'approfondimento espressivo. D'altra parte, le pagine scelte per il concerto dell'altra sera richiedono una leggerezza trasvolante, più che lo scavo analitico, letizia, tenerezza e sorriso, più che tensione intuitiva e partecipazione interiore. Tali, ad esempio, i meravigliosi quadretti dell Italienisches Liederbuch di Wolf o le cinque melodie di Gabriel Faure che la Cotrubas ha reso in un francese deliziosamente sciolto e insinuante. Schuberi apriva il programma con cinque Lieder e Liszt lo chiudeva con i Tre Sonetti di .Petrarca, tra le cose meno felici, a dire il vero, della sua produzione: la Cotrubas che ha eseguito U tutto con slancio vocale, senza timore di sfiorare toni melodrammatici quando lo riteneva necessario, è stata applaudita calorosamente insieme all'anziano Werba, giunge ad effetti di prodigioso illusionismo per la saldatura timbrica dei due strumenti, per il modo in cui la voce del clarinetto si dissolve nelle sonorità pianistiche e nuovamente ne sbuca fuori, grondante di risonarle angosciose. . Questa impressione è stata potenziata al massimo dalla esecuzione che non esitiamo a definire meravigliosa: Lonquich ha trovato nel clarinettista Michele Carulll un partner sensibile ad ogni minimo dettaglio della complessa scrittura berghiaxa. Il denso programma comprendeva ancora, nella prima parte, il Quartetto op. 3 di Berg eseguito dal Quartetto Ardita che è oggi tra i migliori complessi specializzati in musica moderna, la Sonata per pianoforte op. 1 e la Sulte lirica, capolavoro della maturità, che il Quartetto Ardita ha reso in tutta la sua complessità di stile, • * • Il ciclo Schumann-Berg è proseguito venerdì sera nel concerto sinfonico diretto da Giampiero Taverna. Nuovamente si è apprezzata la bravura di Lonquich che consiste anche, e soprattutto, nella sua duttilità di saie: osculando tra Schumann e Berg ha saputo adattare fraseggio, suono e la generale intonazione espressiva a due mondi che, pur legati da affinità indubbie, sono profondamente diversi. Il Concerto da camera per violino, pianoforte e tredici strumenti a fiato è- venuto benissimo: esplosivo in quella compressione spasmodica degli elementi espressionistici, dotati di un'incalzante forza centrifuga, entro gli argini dì und severa concezione formale. Il violinista Irvine Ardita, insieme ai fiati del Gruppo di musica contemporanea della Rai di Torino e ad Alexander Lonquich, hanno dato vita ad una esecuzione esemplare: pai Lonquich eoa l'orchestra diretta da Taverna ha eseguito il Konzertstuck di Sctumann e l'Allegro qp. 134; Ardita la Fantasia per violino e orchestra: tre lavori in cui il compromesso con le esigenze della dimensione concertistica si accompagna ad intuizioni melodiche, slarghi meditati vi e improvvise introspezioni che fanno la grandezza di questo ulama Schumann. Successo vivo. p. gal.

Luoghi citati: Taverna, Torino