Amleto rinasce, si chiama Mesguich

Amleto rinasce, si chiama Mesguich A Bologna Shakespeare nella grande prova dell'attore francese con il Teatro di Saint-Denis: abbacinante il ritmo delle trovate-metafora Amleto rinasce, si chiama Mesguich DAL NOSTRO INVIATO BOLOGNA — Trentacinque anni, regista a venti (dal 72 all'86 quattordici prandi classici in allestimenti inediti), attore a ventisette (teatro, televisione, cinema con Truffaut, Costa Gavras, Ivory, Robbe Grillet): questa è la scheda di Daniel Mesguich, il più «chiacchierato* dei giovani uomini di teatro francesi. Ógni suo spettàcolo fa discutere e allarga la schiera del suoi fans, soprattutto giovanissimi. A Bologna, purtroppo sólo qui e per quattro sere soltanto, ospite di Nuova Scena (cioè, di Leo De Berardtnts) al Testoni, ha portato l'Amleto che (per la seconda volta in dieci anni) ha messo in scena e interpretato l'autunno scorso al Centre Dramatique National (cioè, al Teatro Stabile) di Saint-Denis, di cut è II vitalissimo direttore. Potremmo chiamarlo ml'Amleto delle apparenze». Dice Amleto a Gertrude: «Sembrare, signora, no: essere, io ignoro il sembrare». E, invece, quello di Mesguich è, alla bella posta, radicalmente, l'Amleto delllllusorietà, della parvenza, e, naturalmente, .l'Amleto del doppio. Compare sugli spalti il fantasma del re, ed è un teatrino di fantocci a statura d'uomo in cui Orazio, Bernardo, Marcello rimirano terrorizzati i loro esatti sosia in carne e ossa che ripetono le loro stesse battute. Di li a poco, tocca ad Amleto fissare, in quello stesso teatrino, un se stesso che gli rlmpalla Imprecazioni e sgomento. Re Claudio è giovane, bello e va¬ lente (come dicevano l trovatori provenzali) almeno nella parola e nel gesto: mentre Gertrude è più vecchia di lui e ha qualcosa di infido e lurido nello sguardo. Polonio recita la parte del ciambellano sofistico e risibile quando è, diciamo cosi, in società (calca per l'occasione un turbante da pascià d'Oriente): ma quando parla a tu per tu con Ofelia e Laerte è un ex generale, dalla gamba rigida, con due stampellone, e una voce spietata. Ofelia e Laerte giocano un pochino alia ruzza amorosa tra loro, fratellini vagamente Incestuosi. Lei è doppia, s'intende, e la scena crudamente amorosa del congedo di Amleto la recitano in quattro, i due principi e le due ragazze. Le due spie Rosencrantz e Gutlderstern sono (nella realtà) due fratelli: In scena sono identici, re¬ citano spesso di costa l'uno all'altro come due fratelli siamesi, uno è timido, l'altro invece fa dei giochi di prestigio (una lettera diventa una colomba viva) per rispondere ai giochi eufuistici di Amleto. Il celebre •Essere o non essere» lo dice, per la prima volta; con le cadenze di un filodrammatico, non Amleto, ina il capo del commedianti,, che son tutti e quattro vestiti In abiti odierni Uno di loro viene in proscenio, Interrompe bruscamente la finzione per spiegare che secondo lui il teatro non è specchio della natura, ma pura illusorietà, e lo fa con un aneddoto tratto dalla Cinese' di Godard. Polonio non viene ucciso, ma espulso dalla recita da Amleto che, muovendo un argano, chiude bruscamente il sipario e lo Isola, senza più. vita, maschera Inerte, In platea. Ofelia fa un palo di replay del suicidio in una tinozza, Amleto duella con un flore contro Laerte armato di fioretto. Alla fine non muore (la tragedia è ormal impossibile) ma s'addormenta in scena abbracciato allo scheletro di Yorick. rJl testo.di Shakespeare c'è 'quasi lutto (tre 'ore-e mèzzo), 'è'màlù> ben recitato (Mesguich è un Amleto d'una camaleontica mutazione di profili): ciò che abbacina è il ritmo brusco, aggressivo delle trovate, che non sono mai fini a se stesse, ma corrispondono ciascuna ad una precida metafora: e tutte ad una, fondamentale: che la vita è un gran schermo nero, il solo modo di esistere è riempirlo di continuo di immagini. Guido Davico Bonino Daniel Mesguich in un momento del suo singolare Amleto ospite ai Nuova Scena a Bologna

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