Arcfattg uno Stato con Israele di Igor Man

Arcfattg uno Stato con Israele Da Algeri nuove aperture verso Gerusalemme - Il leader Olp salva l'unità del Movimento minacciata dagli oltranzisti Arcfattg uno Stato con Israele DAL NOSTRO INVIATO ALGERI — Un Arafat che sprizza ottimismo e sicurezza da tutti i pori lancia una sfida politica a Weizman che, sabato, si era detto disposto a incontrarsi con lui per proporgli una Confederazione tra Israele e uno Stato palestinese. La controproposta di Arafat è «uno Stato democratico binazionale». E ancora: il ricompattamento dell'Olp non stravolgerà la linea politica possibilista di Aratat, tuttavia c'è da aspettarsi un incrudelirsi dell'azione armata, anche fuori dei territori occupati (al confine tra Libano e Israele c'è stato d'allarme). Infine, Arafat si rifiuta di credere che Craxi abbia potuto esprimere un giudizio tanto «pesante» nei suoi riguardi: getta acqua sul fuoco della polemica riattizzata da Abu Jihad con le dichiarazioni («poteva risparmiarsele») a un giornalista Italiano. Ecco la lunghissima intervista che riassumiamo in ordine cronologico. E' Arafat ad aprire il fuoco: •Desidero subito dirvi — esordisce rivolto a noi giornalisti italiani — che io rispetto Craxi, il suo pensiero. Fra me e lui non debbono esserci problemi: io non dimentico ch'egli ha sempre compreso la nostra tragedia comportandosi sempre da amico della causa palestinese. Verosimilmente Craxi non aveva dati esatti «Sono pronto a incontrarmi con il ministro Weizman a Ginevra: potremmo discutere la mia onorevole proposta sotto l'egida dell'Orni» - «Ma non staremo a braccia conserte mentre gli israeliani ci attaccano» «E' stato Hussein a seppellire l'accordo di Amman» - Chiusa la polemica con Craxi: «Ha tutta la mia stima» sulla situazione anche perché quando è cominciato la nostra assemblea parlamentare è stato tutto un diluvio di notizie distorte che volevano lasciar credere che io avessi stretto chissà quale patto scellerato con gente cui, invece, non abbiamo neanche consentito di presentarsi ad Algeri. Per quanto concerne gli accordi con la Giordania, il re li aveva già sotterrati nel febbraio del 1986. Ad Algeri noi non abbiamo fatto altro che prenierne atto; ma non ci siamo limitati a fare i notai, abbiamo infatti espresso la volontà ferma di riannodare il dialogo con Amman, nella prospettiva d'una futura confederazione tra uno Stato palestinese indipendente e il regno di Giordania. In ogni caso, ripeto: tutta la mia stima a Craxi, la mia riconoscema al popolo italiano-. Il ritorno all'ovile di Hawatmeh e di Habbash è stato interpretato da alcuni giornali e da qualche settore dello schieramento politico italiano come un suo cedimento ai cosiddetti palestinesi radicali. • Nulla di più inesatto. Prima di questa sessione ci dicevano ma che volete, chi rappresentate cosi divisi... Adesso che Hawatmeh e Habbash sono rientrati nell'Olp pensate a chissà quale diavoleria. Sappiate, per intanto, chio mi sto battendo perché i rapporti con l'Egitto ri- Arafat visto da Levine mangano quelli di sempre: buoni: Ma la storia di Abn Nidal— «ficco: la storia, la storiella, la fanfaluca. Non voglio nemmeno nominarlo. Non ha nulla a che fare con noi. C'è qualcuno che può dire d'averlo visto ad Algeri? Gli abbiamo sbarrato la porta in faccia, ci ha accusati di "tradimento" proprio lui... No, non vale sprecare il fiato per certa gente. Parliamo di cose serie-. C'è di nuovo In piedi, in Italia, forse anche a causa del clima pre-elettorale, la questione dell'Achille Lauro, di Abu! Abbas... A sentir questo nome, Ara¬ fat ha un gesto di stizza, come se scacciasse una mosca, poi: «Non mi stupisce la strumentalizzazione, la politica è fatta cosi, ma mi amareggia che si voglia ignorare un fatto fondamentale: se non fossimo intervenuti noi, su esplicita richiesta, scritta, del presidente del Consiglio Craxi e del ministro degli Esteri Andreotti, sarebbe stata una strage tipo Malta. Quei commandos avevano esplosivo sufficiente per far colare a picco la nave. E invece abbiamo salvato nave e passeggeri. Tutta la vicenda è agli atti del Parlamento italiano. E invece no, si cerca di demonizzarci: II ricompattamento dell'Olp porterà a una revisione della strategia militare? Ovvero condurrete azioni sempre e solo nel territori occupati? « Vi diro qualcosa di molto importante. Subito dopo la mia dichiarazione del Cairo (nel novembre '85, quando Arafat ripudiò il terrorismo), Israele s'è scatenato fuori del... diciamo naturale campo di battaglia. Suoi uomini hanno minato, nel porto di Messina, due nostri aliscafi in riparazione in quel bacino: siamo, dunque, stati attaccati in territorio italiano. Due dirigenti palestinesi, il colonnello Khaled Nazzam e il generale Monzer Abu Citatala, sono stati uccisi ad Atene. Un mese fa han fatto saltare un nostro mercantile in un porto greco. Hanno sequestrato in acque libanesi undici nostri battelli carichi di medicinali e di viveri. Hanno fatto prigionieri civili palestinesi a bordo del traghetto Libano-Cipro..'. L'elenco potrebbe continuare. Tutto ciò dopo e nonostante la dichiarazione del Cairo. Allora io dico che la pazienza ha un limite. Non possiamo rimanere a braccia conserte mentre loro, gli israeliani, agiscono a mano libera: Il ministro di Stato Ezer Weizman ha detto d'esser pronto a incontrarla anche subito, purché lei riconosca la 248 e la 338, per chiederle se sarebbe disposto a confederare lo Stato palestinese al quale lui ritiene abbiate diritto, con Israele. 'Io gli propongo un'altra alternativa: uno Sfato con due comunità!: E qui Arafat cessa di parlare in arabo nel timore di errori da parte del traduttore. In inglese, quasi intendesse rivolgersi a Weizman, scandisce: «Accetto lideu di stare insieme in un unico Stato? Uno Stato democratico binazionale? Ecco la mia sfida: Poi ripete in arabo, temendo di non essere stato sufficientemente preciso nel suo inglese che definisce •povero»: «C/no Stato democratico binazionale». Se ne parla già nello Statuto dell'Olp.. •No, è tutt'altra cosa: la mia "proposta-sfida" si rifà al modulo del Canada... Tramite vostro dico al generale Weizman: è disposto a incontrarmi a Ginevra sotto l'egida dell'Onu? Potremmo anche discutere di questa onorevole mia proposta all'assemblea dell'Onu. Ed io potrei addirittura convocare una sessione straciinaria del Consiglio nazionale palestinese». Ora Arafat si astrae, parla con gli occhi rivolti al cielo, quasi parlasse a voce alta: «Se dovessi essere ricordato lo sarò come un uomo che ha una chiara visione storica... Se Peres o Eban, dieci anni fa, avessero proposto una Confederazione tra noi e Israele nessuno sarebbe stato abbastanza maturo per accettarla; adesso io propongo qualcosa di più avanzato perché penso che questa è la strada che ci indica la storia. Israele non può sperare di sopravvivere ghettizzandosi in Medio Oriente, come satellite americano. Mend.esFrance, Nahun Goldmann, spiriti eletti, l'avevano capito. Prima di morire, Goldmann mi scrisse una lettera in cui sosteneva l'ineluttabilità di una soluzione che ci rendesse giustizia, salvando al tempo stesso Israele dalla ghettizzazione. Il corso della storia non può non portarci a vivere insieme, l'uno accanto all'altro: ecco perché parlo di Stato democratico binazionale. E' una sfida, non un bluff». Igor Man