Fragile pace a Bmires
Fragile pace a Bmires Spenti i focolai di rivolta, ma Alfonsin non ha ancora vinto Fragile pace a Bmires «E' tutto a posto» dice il Presidente mentre continuano le dimissioni nell'esercito -1 sindacati confermano lo stato d'allerta - Restano sospesi i processi sulla «guerra sporca» BUENOS AIRES — Le ribellioni militari a Salta e Tucuman, nel Nord, sono state soffocate. D presidente Alfonsin ha annunciato ieri che «tutto é a posto* nel Paese, senza rendere altre dichiarazioni Questi gli ultimi sviluppi di una situazione che appare, comunque, caratterizzata da una crisi strisciante. Il governo ammette, attraverso canali ufficiosi, che esiste malessere in seno ad alcuni settori delle forze armate. La sollevazione a Salta si è conclusa con la resa del maggiore Jorge Duran, comandante di compagnia, che chiedeva la destituzione del nuovo capo dello Stato Maggiore, generale CaridL Lo stesso responsabile della guarnigione, colonnello Rodriguez, ha annunciato che «la vicenda è conclusa e le misure che saranno adottate da questo momento sono di mia esclusiva competenza». Non è dato sapere se Duran e gli altri rivoltosi siano stati posti agli arresti, né quali disposizioni disciplinari o penali siano state adottate nei loro confronti. Poco prima di presentarsi al suo comandante, Duran aveva detto: «Non siamo insorti, né golpisti». Secondo fonti del ministero della Difesa l'ufficiale ha modificato il suo atteggiamento quando si è reso conto che 11 tentativo insurrezionale non aveva seguito. n portavoce della presidenza della Repubblica, José Ignacio Lopez, ha sottolineato che «non ci sono episodi di indisciplina», cosi come rivelano i rapporti presentati al presidente Alfonsin dal ministro della Difesa Horacio Jaunarena e dallo Stato Maggiore dell'Esercito. Lopez ha aggiunto che dopo gli episodi dei giorni scorsi a Campo de Mayo, Tucuman e Salta, «abbiamo l'animo un po' alterato. Credo siamo tutti propensi a credere che le cose vadano a complicarsi, piuttosto che tutto comincia a ritornare nella normalità». Infine l'ammissione che esiste «una certa confusione» dopo questi episodi, dovuta, principalmente, «ai cambiamenti decisi dal Presidente nelle più alte sfere della gerarchia militare». Nonostante le ripetute assicurazioni del governo, le voci su un imminente colpo di Stato militare continuano a diffondersi e le associazioni sindacali e di partito si mantengono sul piano della mobilitazione. La Confede- razione generale del lavoro (Cgt), maggiore sindacato operaio argentino, ha confermato lo stato di allerta e mobilitazione di tutti i lavoratori. Alfonsin ha avuto un colloquio con il presidente della Corte Suprema, José Severo Caballero, convocato d'urgenza. Non è dato sapere di che cosa i due abbiano discusso, ma dovrebbe trattarsi della prossima decisione della Corte su cosa si Intenda per «obbedienza dovuta» nel processi ai militari per abusi compiuti sotto il passato regime. Numerosi tribunali hanno infatti sospeso 1 processi proprio nell'attesa che gli alti magistrati dichiarino esplicitamente se può essere ritenuta una scusante l'aver ottemperato a ordini superiori. Viene intanto confermato che-quasi la metà dei co-, mandanti sarà collocata in congedo, su loro richiesta, presentata dopo la nomina del nuovo capo di Stato Maggiore dell'Esercito, gen. José Caridl. A quanto si apprende da fonti del ministero detta Difesa, 15 generali su 35 con incarichi di comando operativo hanno cessato 11 servizio effettivo. Si è infine appreso che si troverebbe in Paraguay, Paese considerato in America Latina 11 «paradiso dei golpisti», l'ex maggiore Ernesto Gulllermo Barreiro, responsabile di aver provocato la grave crisi militare che ha sconvolto l'Argentina. Lo affermava ièri la stampa di Asunciòn citando •fonti affidabili». La voce non è stata però confermata ufficialmente e un portavoce ha detto che se Barreiro è entrato in Paraguay lo ha fatto clandestinamente. (Ap-Agi-Ansa-Efc)
Luoghi citati: America Latina, Argentina, Buenos Aires, Paraguay
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