La danza dì Tudor ponte di Luigi Rossi

La danza dì Tudor ponte Il grande coreografo scomparso La danza dì Tudor ponte Dal Rambert alla guida dell'American Ballet E' statoper tutta la vita pendolare tra vecchio e nuovo mondo. Anthony Tudor, il maggior coreografo inglese (accanto a Frederich Ashton), non si è diviso soltanto geograficamente tra Europa ed America, ma ha coltivato equamente nel suo «Giardino del Lilla» (per citare il titolo del suo capolavoro) la danza accademica e quella moderna, riuscendo, in un innesto totalmente felice, a superare la dicotomia che le aveva divise nei primi decenni del secolo. Non per niente la sua formazione didattica era duplice, provenendo da suggestioni alla Isadora Duncan attraverso Marie Rambert e dal ferreo tecnicismo di Cecchetti attraverso Margaret Craske. Ma la folgorazione sulla via ' della danza gli era venuta ammirando a Londra (città dove è nato il 4 aprile 1908) la mirica Anna Pavlova. Tudor non era pia un ragazzo, sfiorava i ventanni quando entrò nella «cuoia della Rambert, passando poi nel suo complesso come danzatore, funzionario e coreografo. Già nel 1931 era in grado di produrre un titolo memorabile «Cross Garter*s» ispirato a Shakespeare su musica di Frescobaldi. La sua tastiera creativa, versatile e feconda, approdava finalmente, nel 1936, al capolavoro «Lilac Garden», basato su un poema di Chousson. Una storia delicata e quasi crepuscolare, ambientata nell'età vittoriana, un sottile intreccio psicologico di sentimenti e di rinunce durante un party d'addio che una donna'offre agli amici prima del matrimonio di convenienza. Un clima proustiano di sguardi e di silenzi si determina tra la protagonista e il suo vecchio innamorato; cosi come tra il futuro marito e la donna che deve lasciare. Il sottile, raffinato gioco delle parti viene risolto nel difficile linguaggio muto della danza, in cui Tudor si rivelò maestro. «Lilac Gar den» è entrato stabilmente nel repertorio di molte compagnie e anche in Italia l'Aterballetto lo rap¬ presenta a partire dal 1980. Dell'anno successivo, cioè del '37, sempre per la compagnia Rambert, è un altro titolo fondamentale di Tudor, «Dark Elegies» sulla musica del «Kindertotenlleder» di Mahler. Il balletto fu definito, dalla stessa Rambert, «lutto e rassegnazione», poiché narra il compianto di una coppia per il figlio scomparso durante una immane catastrofe. Balletto neo-romantico, «Dark Elegles» precede l'intensa utilizzazione del Lieder di Mahler caratteristica di molti autori d'oggi, Béjart in primo luogo. Allo scoppio' della guerra inizia il secondo segmento della vita e della carriera di Tudor. Egli accetta l'invito a recarsi in Usa e diviene uno dei fondatori del Ballet Theater di New York, destinato poi a diventare l'attuale American Ballet Theater, di cui verrà nominato direttore associato nel 1974. Ma negli Stati Uniti Tudor ricoprirà anche importanti incartoni didattici come direttore della scuola del Metropolitan di New York e insegnante alla ' Jutlllard School. Cardine del suo repertorio americano è certamente «Pillar oi Pire. andato in scena al Met nel 1942, sulla musica tristaneggiante di «Notte trasfigurata» di Schoenberg. E' la storia di un uomo e di una donna che riscattano le loro colpe nell'amore, in un ambiente tardo ottocentesco che ricorda stavolta non il clima vittoriano inglese, ma piuttosto i grovigli psicologici di Martha Graham cui è andato gradualmente sempre più avvicinandosi, pur mantenendo nel linguaggio la tecnica accademica che non ha mal ripudiato. Dell'accademismo Tudor ha rifiutato per altro simbolismi mummificati e vacui, per adottar! tutti gli impegni attuali della danza libera, espressi non nella violenza espressionistica mitteleuropea (sebbe ne Pina Bausch abbia di chiarata di ammirarlo) ma nella cifra di una tradizione discreta, venata di intenso lirismo sotto le ri ghe. Luigi Rossi

Luoghi citati: America, Europa, Italia, Londra, New York, Stati Uniti, Usa