Anche la Cee nel mirine

Anche la Cee nel mirine Anche la Cee nel mirine DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Per la prima volta, l'altro ieri si è riscontrata una fuga di capitali giapponesi dai Buoni del Tesoro e dalle obbligazioni di Stato americani Allarmati dalla crescita dell'oro, che sulla piazza di New York ha raggiunto i 460 dollari circa l'onda di fino, il massimo livello degli ultimi quattro anni, da essi considerato foriero di inflazione, gli investitori nipponici hanno incominciato a vendere i titoli pubblici Usa. All'asta della tesoreria, per un prestito di 29 miliardi di dollari il mese prossimo, i loro acquisti inoltre saranno minimi, a quanto indicato da Tokyo. Rischia cosi di venire meno una delle principali fonti di finanziamento dell'enorme deficit del bilancio federale della superpotenza — un pericolo a lungo denunciato, peraltro senza risultati, dal governatore della Riserva Federale Volcker. In piena guerra del silicio, questa svolta ha fatto pensare a una «vendetta» del Giappone contro i superdazl del 100 per cento imposti da Reagan su una serie di suoi prodotti elettronici selezionati. Non potendo reagire sul piano dei commerci, perché in una escalation di rappresaglie finirebbe per perdere il mercato americano, che è per essa il più prezioso, Tokyo sarebbe partita al contrattacco sul piano finanziaria Mentre non 6 da escludere che nella fuga degli Investitori Istituzionalizzati giapponesi dai Buoni del Tesoro americani vi sia anche un elemento di dispetto, 1 suol motivi principali sembrano altri Gli operatori internazionali, incp- . mitici ano &■* tornerei" èhe Jin dollaro non' resista alle tensioni a cui è sottoposto: che l'Amministrazione non riesca a ridurre il terribile disavanzo pubblico: e che l'economia Usa si awii verso una grave it cessione. Agli effetti dell'Europa, una caduta americana a causa del mancato supportò dei finanziamenti nipponici sarebbe ancora più dannosa di una guerra commerciale Intemazionale. Se la locomotiva Usa non tirasse più. PldscsspdlvfcSnU Paesi esportatori come l'Italia si troverebbero in grosse difficolta. Solo la settimana scorsa Volcker ha ammonito che l'America potrebbe restare senza alternative: per salvare 11 dollaro e per imporre misure di risanamento del deficit del bilancio all'Amministrazione, la Riserva Federale sarà costretta a fare salire 1 tassi, come accadde alla fine degli Anni Settanta, ha detto il governatore. H prezzo da pagare? Una recessione. Ma non intervenire, ha spiegato Vol- cker, costerebbe ancora di più: il mondo rischlerebbe un tragico crack finanziario in cui i Paesi più indebitati finirebbero in bancarotta. In questo clima di sospetti e di paure, l'ex ministro degli Esteri giapponese Abe, accompagnato dal segretario di Stato americano Shultz e dal ministro del Tesoro Baker, ha ieri consegnato al presidente Reagan una lettera personale del premier Nakasone. In un colloquio di una ventina di minuti, Abe ha chiesto al Presidente la revoca dei superdazl, affermando che 11 Giappone sta allargando i proprli mercati al «made In Usa», e ha ribadito i vincoli anche politici e militari che legano 1 due Paesi Abe ha espresso la speranza che la guerra del silicio possa finire il 29 prossimo, quando lo stesso Nakasone visiterà Reagan. Ma il capogruppo repubblicano al Senato Dole, che lo ha ricevuto poco più tardi lo ha messo in dubbio: «i superdazU ha dichiarato «hanno posto in moto un meccanismo perverso: il Congresso minaccia di approvare leggi protezioniste non solo contro il Giappone ma anche contro la Cee-. Da Tokyo, dove si trovano il ministro dell'Agricoltura Lyng e il negoziatore degli scambi internazionali Yeutter, non sono giunte notizia più tranquillizzanti Lyng ha protestato che i giapponesi rifiutano di importare più prodotti agricoli americani e Yeutter che rifiutano di ammettere di aver violato l'accordo contro la vendita sottocosto dei chips. Anziché a risultati positivi, le trattative sul contenzioso rischiano di condurre a nuovi scontri. Il governatore della Banca centrale giapponese Burnita ha già avvertito che non abbasserà oltre gli interessi dopo averlo già fatto cinque volte dal gennaio dell'86: e Nakasone, a commento del rapporto annuale della banca, ha evidenziato che l'economia viene ristrutturata, la domanda Interna incentivata, e che diminuisce la dipendenza dalle esportazioni. Ennio Coretto