La yacht dava ballò Sissi è ora temuza di un night di Guido Coppini

La yacht dava ballò Sissi è ora temuza di un night Nel «Covo di Nord-Est» anche la scaletta del Leonardo da Vinci La yacht dava ballò Sissi è ora temuza di un night In Liguria un tuffo nella Belle Epoque, tutto è come quando fu costruito nel 1870 DAL NOSTRO INVIATO SANTA MARGHERITA ligure — Al mare con pezzi di storia mitteleuropea e degli splendori delia marineria italiana, e anche un po' di cultura nella «bagarre» balneare già cominciata col periodo pasquale. Sulla terrazza del «Covo di NordEst», night-discoteca fra i più frequentati della Liguria (4000 ingressi fra domenica e lunedi scorsi) è stato sistemato il «ponte» dello yacht «Jaza» che Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria, morto quasi centenario nel 1916. cedette all'Italia in conto danni di guerra. Si accede al ponte da una scaletta la cui prima parte è stata recuperata dal transatlantico «Leonardo da Vinci», demolito a La Spezia. E' stato 11 proprietario del «Covo», Lello Liguori, ad acquistare I due preziosi reperti dall'antiquario Oscar Beilotto di Sarzana. Il resto è stato ricostruito in tek originale, rispettando linee e disegni. Il «Jaza» era ancorato un po' sul lago di Garda, un po' nel golfo del Tigullio: era lungo una trentina di metri. Gli storici ricordano splendidi ricevimenti nel quali faceva gli onori di casa (anzi, di panfilo) la moglie dell'imperatore, Elisabetta, che tutto il mondo ha conosciuto come Sissi. n ponte diventerà sede di meeting, conferenze stampa e bar: naturalmente, l'aperitivo si chiamerà Sissi. E' costato 130 milioni. E' lungo 12 metri: il bar sarà sistemato nell'angolo dove 1 coniugi imperlali avevano la loro camera da letto. All'interno, tutto come quando fu costruito, nel 1870: i cristalli. gli specchi, le cornici dorate, le piantane di ottore, 1 canapi, le appliques, i fari imprigionati nelle griglie di ferro battuto, i cornicioni dorici, i divani e i tavolini d'epoca, il lucernario originale, le venti finestrelle che si affacciano sul mare. Un tuffo nella prima Belle Epoque, con ballerine di Degas che osservano da una parete. La fantasia vi colloca j facilmente la Bella Otero e le maliarde di Guido da Verona. Attorno, prati all'inglese, un rlstorante-gazebo con una enorme cupola trasparente, una cucina per mille persone. Raramente, come al «Covo», la vacanza di massa si incrocia con testimonianze della cultura e del buongusto del secolo scorso. Si arricchisce cosi di un nuovo capitolo la storia del «Covo di Nord-Est», un castello di pietra fra Santa Margherita T ligure e Portofino, qualcosa che somiglia alla Cornovaglia ma con tanto sole. Una storia che ha un inizio triste: il castello fu ordinato da un barone prossimo alle nozze e che, abbandonato all'improvviso dalla fidanzata, si tolse la vita, lasciando un rudere che per decenni fu chiamato «il Pedale», una costruzione di scogli ed anfratti nella quale si sarebbe potuto ambientare un romanzo di Edgar Allan Poe. Era il tempo in cui i regnanti svernavano nel Golfo Tigullio dove, quattrocento anni prima, aveva sostato Francesco I, nell'appartamento della Cervara, diventato convento e poi passato in proprietà ai conti Trossi. Negli ultimi anni del fascismo, imprenditori milanesi cercarono di lanciare il «Covo» come locale pubblico ma dovettero cambiargli nome: Achille Starace, segretario del pnf, intimò con una lettera personale: .Covo è solo quello dove nacque il fascismo» Il locale diventò cosi «Capo di NordEst», per riassumere la sua sigla originale dopo la guerra quando ospitò, in première assoluta per l'Italia, Josephine Baker. Nel vicino castello di Paraggi vennero in viaggio di nozze Maria José e Umberto di Savoia. Erano i primi Anni Trenta. Durante una gita, la principessa, gettando sbadatamente un mozzicone di sigaretta, incendiò il bosco sopra la baia. L'allarme fu dato dal bagnino dei reali. Agostino Massa, capovoga della Canottieri «Argus» più vole campione d'Europa. Gli anziani ricordano ancora le colonne di persone che, armate di frasche, cercavano di spegnere le fiamme. Il ponte dello yacht di Francesco Giuseppe stimola 1 ricordi del passato, mentre incalza il presente: ora, bevendo l'aperitivo Sissi, i frequentatori del «Covo» si chiedono se davvero, il 19 giugno, verrà Frank Sinatra, cachet 280 mila dollari, cena con champagne a mezzo milione. Ma verrà davvero «the voice»? Risponde Liguori: .Tutto è pronto, dovrebbe arrivare al seguito di Reagan. Ma c'è un timore: la situazione italiana troppo ballerina per il desiderio di tranquillità di Sinatra». Guido Coppini