E il parroco nell'omelia di Pasqua ricorda De Zolt, «re» della fatica

E il parroco nell'omelia di Pasqua ricorda De Zolt, «re» della fatica A S. Pietro di Cadore seimila in festa per il commendator Maurilio E il parroco nell'omelia di Pasqua ricorda De Zolt, «re» della fatica «E? la 3* volta — ricorda il campione —die don Raro mi fa questo scherzo» - «Chiuderò con le Olimpiadi» DAL NOSTRO INVIATO SAN PIETRO DI CADORE-; — In questo 'paese, tdr-: condato dal paesaggi di molti racconti di Buzzatl — le erode, le ghiaie, le montagne che sembrano campanili, 11 bosco delle vecchissime cose — sono arrivate Ieri seimila persone per festeggiare Maurilio De Zolt, campione mondiale nella 50 km di sci nordico ed ora anche commendatore. La folla enorme si è coccolata il piccolo fondista di San Pietro da domenica sera al tardo pomeriggio di Ieri, lo ha quasi soffocato d'affetto, in un certo senso lo ha tenuto allenato alla fatica, ai ritmi frenetici del suo passo pattinato. De Zolt ha messo alle spalle 11 mondo 11 21 febbraio ad Oberstdorf, 58 giorni fa, poi è andato al Nord, dove, tra l'altro, ha corso e perso un'altra sfortunata Vasaloppet. E' a casa da una settimana appena. Si allena tutti l giorni, sabato era ad Agordo per una gara-esibizione organizzata dal compagno di nazionale Deola, Ieri s'è alzato alle sette, ha corso per un'ora sui sentieri vegliati dalle montagne, poi ha tirato fuori giacca e cravatta. ' Domenica, nella messa grande di Pasqua, la chiesa stipa tlssiraa, don Piero Da Gal, da 24 anni parroco delle 2200 anime di San Pietro, ha concluso l'omelia con queste parole: 'Viviamo giorni Importantissimi, net quali dobbiamo stare uniti attorno al nostro grande campione Maurilio*. De Zolt, seduto In 'uno dei primi banchi con la moglie Maria Luisa e i figli Luca, di 11 anni, Tiziana di 9 e Michela di 20 mesi, ha detto: «£' la terza volta che don Piero mi fa di questi scherzi: a Natale, dopo la mia vittoria e adesso,. Nella festa di Ieri, sulla piazza del paese, sono sfilati passato, presente e futuro del tondlsmo italiano. Rolly Marchi ha portato qui vecchi campioni come Soldo, Gerardi, Sertorelli, Nones, De Dorigo, De Flozian, ma anche giovani dal grande avvenire quali Bice e Giorgio Vanzetta, Walder, Deola, Ploner, Rungaldler, Paola Pozzonl e Elena Desderl C'è stato l'abbraccio tra De Zolt e Mario Azzitta, responsabile tecnico degli azzurri. Mancavano Invece il presidente della Fisi Gatta! (in vacanza in Sardegna, come ha spiegato in una lettera inviata agli organizzatori) e Marco Albarello (il «gemello' d'oro di Oberstdorf), ri¬ masto a Courmayeur accanto alla moglie che sta per dargli un figlia Su questa giornata bella e giusta De Zolt ha scherzato: «£' più faticosa di una gara. Tutti questi festeggiamenti un po' mi preoccupano perché m'impediscono di lavorare come vorrei. Fino al 15 maggio sarò In giro per 17talia a celebrare la medaglia d'oro, poi non farò più sconti al programma di preparazione. Credo di aver percorso finora almeno centomila chilometri e ne farò altri 12-13 mila prima delle Olimpiadi di Calgary,. ■ XL bilancio ragionato dell'impresa storica di Oberstdorf è ora un puzzle di scoperte, di sentimenti, di vantaggi pratici e di scelte future. 'Ho capito di essere arrivato al massimo. Questo sport, che ho cominciato a praticare perché non potevo permettermi la discesa, oggi è la mia professione: faccio U l a i 3 i o a o i U fondista, non più U vigile del fuoco. Con la vittoria ai mondiaiihv guadagnato cinquanta milioni, somma cheun pompiere mette assieme in dieci annU. A Maurilio, che qui ricordano giovanissimo girare ogni giorno con gli sci dietro alle montagne, arrivare a Sappada e tornare indietro dopo 40 km, non place però giocare col tempo: «So che il fondo non mi può garantire il futuro, anche se finora mi ha donato gioie impagabili. Tra un paio d'anni smetto, sento forte, fortissimo il desiderio di stare a casa con la famiglia, di avere un lavoro indipendente. Non voglio restare a tutti i costi nel giro azzuro, fare magari l'allenatore, cosa che vorrebbe dire continuare questo peregrinare intorno al mondo. Darò una mano ai ragazzi della mia terra, di queste montagne un po' dimenticate: E' venuto spontaneo domandargli chi sia stato 11 suo maestro, il campione emulato per diventare campione. Lui ha risposto subito, senza presunzione, come chi porta nella mente anni di sacrifici e di delusioni: «Ho fatto tutto da solo, forse altri hanno imparato qualcosa da me. Devo ringraziare soltanto tre persone: Dario D'Incoi, il tecnico italiano che avrebbe molto da Insegnare anche ai nordici: Stello Bustn, Il vigile del fuoco di Belluno che fu ti mio primo allenatore e II professor Conconi: se l'avessi conosciuto prima avrei vinto quand'ero giovane davvero,. Dario Creste-Dina

Luoghi citati: Agordo, Belluno, Courmayeur, Oberstdorf, S. Pietro Di Cadore, San Pietro Di Cadore, Sappada, Sardegna