Vecchi vizi e nuova democrazia
Vecchi vizi e nuova democrazia Vecchi vizi e nuova democrazia Il bubbone militare che maturava da "tempo é scoppiato proprio il giorno dopo che il governo di Raul Alfonsin aveva raggiunto un favorevole accordo di compromesso con le banche straniere creditrici del pauroso debito estero argentino, valutato in 53 miliardi di dollari, quasi 70 mila miliardi di lire. Doveva essere un momento di trionfo per la competenza tecnica del governo democratico, che sta tentando di risanare una drammatica situazione economica di sfacelo ereditata dalle malversazioni e dall'incompetenza dei passati regimi civili e militari. Invece, la nuova Argentina deve ancora affrontare i fantasmi in uniforme che furono sconfitti prima nella folle avventura di guerra alle Falkland-Malvine, poi dal chiaro responso della volontà popo¬ lare alle elezioni. Il quadro in cui si svolge questo nuovo scontro fra la società militare e la società civile in Argentina fortunatamente è differente da altre circostanze del passato, in cui los milicos si sentirono autorizzati ad esercitare quel potere di intervento armato che, secondo la loro tradizione, il patriottismo gli affiderebbe. L'Argentina democratica di oggi sta andando avanti, anzi appare pacificata e rinnovata, pur nel pieno di gravi difficoltà economiche. Sta avvenendo laggiù, nella cultura e nel costume collettivo, qualcosa di simile alla prima, felice epoca della movida nella Spagna del dopo Franco: nessuno ora si sogna di chiedere che i militari decidano per il Paese, come avvenne con il golpe contro il governo di Isabeuta Perón, nel 1976. Le grandi istituzioni appaiono rinnovate. La vita politica si sta facendo dinamica e flessibile come mai prima, e forse ad Alfonsin riuscirà perfino di sradicare il grosso tronco del vecchio e nuovo peronismo dalle inutili nostalgie per un leader defunto e la sua demagogia populista che in un Paese moderno non avrebbero più senso, se mai ne ebbero quando Perón viveva. Proprio di questi giorni è l'accordo di collaborazione al governo con un'ala del peronismo che era all'opposizione. Se funzionerà, il patto consentirà probabilmente le riforme costituzionali chieste da Alfonsin. La più importante è la modifica dei poteri presidenziali, con l'istituzione di Franco Pierini (Continua a pagina 2 in terza colonna)
Persone citate: Alfonsin, Franco Pierini, Raul Alfonsin
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