I Fratelli musulmani entrano nel Parlamento di Mubarak di Tito Sansa

Fratelli musulmana entrano nel Parlamento di Mubarak Gli integralisti islanùci, guideranno l'opposizione al Raiss Fratelli musulmana entrano nel Parlamento di Mubarak Ma al. Presidente arriva un aiuto insperato: la Lega araba riabiliterà l'Egitto Ce l'hanno fatta 1 «Fratelli musulmani», appoggiati dall'Iran al quale si ispirano, a entrare nel Parlamento del Cairo. Benché 1 risultati delle elezioni politiche di lunedi non siano ancora ufficiali (si conosceranno appena tra qualche giorno, poiché Io spoglio delle schede è complicato soprattutto nelle province), ieri sera si poteva già dire con sicurezza che il partito vincente, il nazionale democratico del presidente Hosnl Mubarak, che otterrà circa il 70-72 per cento dei voti (un po' meno delle previsioni), troverà in Parlamento due o forse tre opposizioni: primi 1 «Fratelli musulmani» alleati di comodo con il partito socialista dei lavoratori e con il partito socialista liberale, secondo il partito laico neo-Wafd, che hanno superato entrambi il quoziente dell'8 per cento del voti. Forse ci sarà anche un quarto partito di opposizione che oscilla intorno al quorum dell'8 per cento. Secondo i calcoli ufficiosi Mubarak perderebbe una cinquantina di seggi e troverà nei prossimi tre anni di legislatura un'opposizione che passerà da 59 seggi a circa un centinaio, su un totale di 448 del Parlamento egiziano. La sua posizione di leader non è però in discussione, il margine della maggioranza è tale da garantirgli nel prossimo autunno la rielezione a presidente della Repubblica. Dovrà fare 1 conti con una opposizione agguerrita, in buona parte formata da facinorosi che mirano alla islamizzazlone del Paese e alla introduzione della sharia, la legge coranica. Finora questa opposizione è avanzata in forma strisciante anche perché le era stata vietata l'attività politica, in quanto religiosa. Bisognerà comunque vedere se e quanto tempo durerà la triplice alleanza con il partito socialista dei lavoratori e con quello socialista liberale, costruita come un cavallo di Troia per entrare in Parlamento. Ma la. notizia del giorno, clamorosa, non riguarda 1 risultati delle elezioni. Viene da Tunisi, dove la Lega araba ha varato alla unanimità una risoluzione che decreta il rientro dell'Egitto nella Lega dalla quale era stato cacciato nel 1979 come reazione agli accordi di Camp David con Israele. I.a sorpresa al Cairo è stata enorme, soprattutto perché la risoiuzioe è stata votata da tutti i membri della Lega araba. E' una conferma — si dice — di quell'ammorbidimento verso II Cairo che si era constatato nel 1985 ad Addis Abeba alla conferenza dell'Unione dei Paesi africani, accentuato poi nel gennaio di quest'anno al vertice panarabo del Kuwait. Ieri — se¬ condo quanto annunciato dal presidente della Lega araba Chedli Klibi — è stato deciso che, prescindendo dalle questioni di prestigio e di amor proprio, tutti 1 Paesi della Lega hanno constatato che la presenza egiziana è indispensabile per il «ruolo nazionale arabo» e la .sicurezza nazionale araba». Interessante è che, pur condannando gli accordi di Camp David, i Paesi della Lega araba non hanno chiesto al Cairo di ripudiarli. Qualcosa dunque si è mosso e il partito di Mubarak, benché ridimensionato dall'elettorato, riceve dai fratelli arabi un riconoscimento della sua politica che mira al dialogo e alla pacificazione. E gli oltranzisti, gli integralisti e 1 fondamentalisti, proprio nel momento in cui cantano vittoria, ricevono uno schiaffo da quelli che sono 1 veri fratelli musulmani, dal Golfo all'Atlantico. Tito Sansa

Persone citate: Chedli Klibi, Mubarak