«Spiacente, ce ne andiamo» di Marcello Sorgi

«Spiacente, ce ne andiamo» E* stato Forlani a comunicare a Craxi la decisione de «Spiacente, ce ne andiamo» Avrebbe detto scherzando: «L'ordine arriva da Kansas City» - Bodrato: «Bisognava evitare che le dimissioni coincidessero con quelle di tutto il governo» ROMA — E' stato un funerale composto, rassegnato, senza lacrime. Prima una funzione privata del democristiani, per dare l'addio al loro pezzo di governo. Poi una riunione brevissima di Consiglio del ministri, appena mezz'ora, per una semplice comunicazione. Craxi, informato da martedì sera delle dimissioni ormai irrevocabili dei ministri democristiani, ha fatto finta di niente fino all'ultimo: «Davvero si sono dimessi? — ha detto ieri pomeriggio davanti al suo albergo, prima di andare a Palazzo Chigi — Non ne sapevo niente, nessuno me l'ha detto. Dormivo: forse non mi hanno voluto svegliare». Forlani, incaricato dalla de di chiudere la partita, ha scelto una morte dolce. tCome sapete, ci ha detto, gli ordini arrivano da Kansas City», racconta 11 ministro della Sanità Carlo DonatCattin, lasciando intendere che il vicepresidente del Consiglio avrebbe preferito una conclusione meno western. Per queste storiche .dimissioni» (non succedeva dagli Anni Sessanta, governo Tambroni. l'abbandono della delegazione de) — decise lunedi sera dalla direzio¬ ne democristiana, confermate Ieri mattina da Piazza del Gesù e «anticipate — spiega il vicesegretario de Guido Bod.-ato — per evitare che coincidessero con quelle dell'intero governo, senea contrassegnare la scelta della de. — Forlani ha effettivamente scelto una formula garbata. Al ministri presenti nel suo ufficio (Rognoni, DonatCàttin, Oaspari, Guliotti, Zamberletti, Darida, Oava, Falcucci, Granelli, Pandolfi) ha letto un appunto dell'ex presidente della Corte Costituzionale Leopoldo Elia, membro della direzione de, con un severo esame delle ragioni politiche e costituzionali della crisi, dei «rischi» di un uso spregiudicato del referendum da parte del psi, delle regole violate della coalizione. Poi se lo è messo in tasca, ha preso carta e penna e ha scritto di suo pugno una decina di righe. «Caro presidente — comincia la lettera — il mancato chiarimento politico ha portato la de a ritenere che sono venute meno le condizioni per il sostegno al governo in carica. Perciò noi rassegniamo le dimissioni. Ti preghiamo di prenderne atto, mentre esprimiamo il nostro rammarico per. l'interrompersi nelle attuali circostanze di una collaborazione per più aspetti positiva e feconda di risultati a beneficio dell'intero Paese. Con viva cordialità; Tranne Donat-Cattln, che ha firmato «per pura disciplina di partito; gli altri ministri non hanno battuto ciglio. Scalfaro, da Milano, ha fatto avere la sua adesione. Ooria, da Washington (dóve è impegnato al vertice monetarlo dei Sette), ha mandato un telex per far sapere che anticiperà 11 rientro. E con un giro di telefonate Forlani ha avvertito i segretari della maggioranza E' uscito dalla sua stanza, è entrato In quella del sottosegretario Giuliano Amato e ha consegnato la lettera per Craxi. Erano quasi le due. All'hotel Raphael, dove il presidente del Consiglio pranzava con Martelli e un gruppo di collaboratori, il telefono ha squillato. Craxi s'è alzato, è andato a rispondere, ma avuta la notizia non ha fatto commenti. «Non posso risolvere i problemi da solo — aveva detto poco prima a un giornalista di un quotidiano tunisino, Assabah — la crisi s'è molto complicata. S'è creata una tensione molto grave». Cosi si arriva ai pomeriggio: alle 17 gran folla nel cortile di Palazzo Chigi, telecamere, microfoni, stampa straniera. Sotto il fascio dei riflettori molti de sembrano imbarazzati. «Io ho messo solo una firma; esordisce Degan, ministro della Marina. « Via, non ci siamo ancora suicidatil; sdrammatizza la Falcucci. E De Vito, timoroso: «Sarà una cosa cosi grave?; Solo Andreotti, vestito di scuro, fende la folla a passo svelto. Oli domandano: ha firmato la lettera? «No», risponde indifferente. SI va al voto? 'Questo è un problema da venerdì santo — sorride — e se permette mancano dieci giorni!; Per ultimo, ecco Forlani. Teso, serissimo: 'Abbiamo tratto delle conclusioni — conferma — e le abbiamo trasmesse al presidente del Consiglio'. In mezz'ora tutto è finito. Craxi ha letto brevemente la lettera del Capo dello Stato che lo rinvia alle Camere e quella di dimissioni della delegazione democristiana, che il vicepresidente del Consiglio ha illustrato subito dopo. Marcello Sorgi

Luoghi citati: Kansas City, Milano, Roma, Washington