Due br arrestati a Barcellona per attentato con autobomba di Giovanni PeregoAngelo Conti

Due br arrestati a Barcellona per attentate con autobomba Una pista di euroterrorismo forse legata al caso Giorgieri Due br arrestati a Barcellona per attentate con autobomba Burtet e la Piacenti, già indiziati in Italia, hanno collegamenti con Età e Action Directe NOSTRO SERVIZIO BARCELLONA — Dai collegamenti con il terrorismo Internazionale del torinese Fabrizio Burtet e della francese Clare Piacenti sta emergendo una nuova pista che in Italia potrebbe fare luce sulle ultime leve delle Brigate rosse. I due giovani con documenti italiani, arrestati a Barcellona venerdì scorso dopo un attentato contro un'auto dei carobineros, sono stati trasferiti Ieri sera a Madrid, a disposizione dett'Audiencìa National 11 tribunale incaricato di giudicare sui reati di terrorismo. Sui due 11 riserbo è molto stretto, ma si sospetta che fossero al centro di una nuova rete dell'euroterrorismo nata nella capitale catalana, con legami fra gruppi italiani, francesi e spagnoli. Secondo alcune fonti la ragazza aveva stretti contatti con Action Directe. Dall'Italia si è anche saputo che Clare, di origine algerina e legata sentimentalmente a Fabrizio Burtet, da anni residente a Cuneo, era già stata fermata su un'auto proveniente dalla Francia sulla quale viaggiava anche Francesco Tolino, considerato elemento di spicco della colonna brigatista di Roma. Torinese, 31 anni, potrebbe essere uno degli organizzatori dell'attentato al generale Giorgieri, ucciso un mese fa a Roma. n loro arresto e il succedersi di attentati fanno ritenere alla polizia e agli speciali corpi antiterroristici che Barcellona si trovi in questo momento nell'occhio dell'euroterrorismo. Si teme che nella grande metropoli catalana stia nascendo una sorta di concentrazione tra alcuni gruppi spagnoli Età (l'organizzazione basca), Grapo (Gruppi di resistenza antifascista 1° Ottobre) e Terra Lliure (indipendenti sti catalani) — e organizzazioni straniere: Action Directe francese e Brigate rosse Le drammatiche circostanze dell'arresto dei due giovani al Pueblo Nuevo, in un quartiere periferico di Barcellona che si affaccia al mare, hanno contribuito ad accrescere l'allarme. Tutto è avvenuto venerdì 3 aprile, E' l'alba. Un'auto-bomba salta in aria nella Avenida Meridiana al passaggio di una pattuglia della Guardia Civil. I tre carabineros rimangono gravemente feriti, uno agonizza e sarà salvato per miracolo. Oli spezzoni di ferro che imbottiscono l'auto-bomba Investono in pieno e uccidono sul colpo un giovane passante. Scatta l'allarme, il quartiere è bloccato. Passano pochi minuti e i fari della polizia illuminano un'automobile parcheggiata. Sul cofano è seduto un giovane, all'interno vi è una ragazza. I due poliziotti della pattuglia non si avvicinano e comunicano in centrale le caratteristiche e la targa della macchina. Il veicolo non è di fabbricazione locale e la targa è invece spagnola e verosimilmente falsa. Gli agenti si avvicinano e chiedono ai due i docu< menti. D giovane che è seduto sul cofano si lancia su uno degli agenti, riesce a strappargli la pistola, gliela punta contro e preme il grilletto, ma l'arma non spara. La ragazza è intanto uscita dall'auto e ha aggredito il secondo poliziotto. La colluttazione dura qualche secondo e infine i due agenti Immobilizzano 1 due. Partono subito 1 messaggi all'Interpol e si scopre che si tratta di due presunti membri delle Brigate rosse: Fabrizio Burtet, di 25 anni, e Clare Piacenti, che aveva documenti falsi intestati alla cittadina Italiana Gianna Ferrante. Entrambi furono arrestati a Genova nel novembre dell'83 insieme con due cittadini spagnoli, Miguel Valducci e Maria Carmen Duarte Ortiz, entrambi di 23 anni. I due spagnoli erano sospettati di appartenere a. una organizzazione anarchica catalana che, attraverso il Burtet e la Piacenti, avevano stabilito un collegamento con le Brigate rosse italiane. Nel dicembre dell'83 — mentre 1 quattro erano in prigione a Genova in attesa di giudizio — la Guardia Civil spagnola fece irruzione in una fattoria del Castellor, nella provincia di Valenza, dove trovarono, insieme con materiale di propaganda delle Brigate rosse e manuali di istruzione per la lotta terroristica, 25 milioni di pesetas, circa 250 milioni. Giovanni Perego (A pagina 6 altro servizio di Angelo Conti)

Persone citate: Clare Piacenti, Fabrizio Burtet, Francesco Tolino, Gianna Ferrante, Giorgieri, Maria Carmen Duarte Ortiz, Miguel Valducci, Nuevo