Ricercatori, scontro dc-pci

Ricercatori, scontro dc-pci Ricercatori, scontro dc-pci ROMA — S'è iniziata alla Camera la discussione sul decreto legge che disciplina il trattamento economico degli attuali 16 mila ricercatori universitari ed è stato subito scontro aperto. Da una parte la de, impegnata a modificare profondamente il testo approvato 1119 marzo scorso in sede referente dalla Commissione Pubblica Istruzione con un voto a sorpresa (colpa, si disse allora, dell'assenza di alcuni commissari del partito di maggioranza); dall'altra 11 pei, che, dopo vari ondeggiamenti, ha incominciato a sostenere in modo deciso le richieste della categoria. Oggi o domani ci sarà 11 voto dell'assemblea, poi il provvedimento passerà al Senato per l'eventuale conversione (data prevista 11 2 maggio). Che cosa non soddisfa la de? Essenzialmente due aspetti delle norme: 1) l'aggancio della retribuzione del ricercatori al 70 per cento di quella degli associati; 2) l'aumento dei futuri posti a concorso (da 3 nula a 4 mila). Il riferimento allo stipendio degli associati significa per i ricercatori un aumento mensile netto di 600 mila lire. La de sostiene di non essére preoccupata tanto dell'entità della somma (benché la giudichi ragguardevole), quanto del fatto che 11 meccanismo dell'aggancio potrebbe avere influenze sulla definizione del ruolo stesso del ricercatori. In altre paròle, una volta ammesso in linea di principio 11 criterio del collegamento con gli associati, diventerebbe facile ai ricercatori, secondo la de, farsi riconoscere come terza fascia di docenti, dopo gli ordinari e gli stessi assodati. Ma ciò contrasterebbe con le caratteristiche che l'originario progetto-Scoppola intende attribuire alla futura categoria: quella di essere un ruolo «in formazione» del futuro professore universitario. Per sollecitare l'approvazione del testo varato dalla Commissione, Ieri 11 Coordinamento nazionale dei ricercatori ha organizzato una manifestazione. ci. gr.

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