La rivincita del greco di Clemente Granata

La rivincita del greco DalP82 non era oggetto di prova scritta alla maturità La rivincita del greco Curiosità e fermento fra i docenti per la «rivalutazione» della lingua di Platone - Studenti sconcertati - Ancora vivo il ricordo dell'insidioso brano di Aristotele proposto cinque anni fa ROMA — E' l'uomo un «animale politico»? Aristotele rispose di si e motivò la sua affermazione in uno scritto destinato ad avere nel secoli grandissima Influenza e che quasi cinque anni fa, il 1° luglio 1982, fu dato da tradurre agli alunni della terza liceo classico in occasione dell'esame di maturità. «Brano molto compiesse, difficile, pieno d'insidie; ricorda il professor Carlo Oliva, docente al Panni di Milano. E se la prova scritta di greco non ebbe per i maturandi un esito disastroso ciò fu dovuto allo spirito di comprensione degli esaminatori (peraltro, si deve pensare, abbastanza diffuso, se è vero che 1 promossi alla maturità superano sempre abbondantemente il DO per cento). Di Aristotele e dello scritto di greco si toma a parlare ora che si conoscono le materie scelte dal ministero della Pubblica Istruzione per i prossimi esami Le sorprese non sono state molte perché (almeno In questo settore) si segue di solito il principio dell'«alternanza», sicché negli anni pari ricorrono certe -discipline e in quelli dispari certe altre, il grecò, però, mancava all'appello del liceo classico da cinque acni e la sua riapparizione ha suscitato nelle scuole italiane curiosità e fermento tra i professori e, qui e la, un po' di sconcerto tra gli studenti. Costoro erano convinti che anche quest'anno avrebbero dovuto cimentarsi con il latino. «Afa il greco lo si è sempre insegnato e studiato con metodo — afferma la preside del Tasso di Roma, Paola Fabbri — . anche se i docenti di questa disciplina incominciavano a disperare un po' perché temevano che lo scritto fosse destinato ad essere archiviato. Sarebbe stato un errore gravissimo: La decisione ministeriale non sembra dovuta al caso. Da tempo la Cug (Consulta universitari grecisti) e la 8isac (Società italiana studi autori classici) si battono per la rivalutazione del greco. Una rivalutazione, si sostiene, indispensabile perché permette al liceo classico di avere un carattere peculiare. Il professor Carlo Ferdinando Russo, docente di greco all'università di Bari, ricorda: «Sui Quaderni urbinati e sulla rivista Belfagor abbiamo lanciato continui appelli per il ritorno del greco, lingua così bel¬ la, così affascinante. Siamo lieti di non aver parlato inutilmente*.. La «campagna» a favore del greco ha avuto nel professor Bruno Gentili, dell'università di Urbino, uno dei più convinti assertori. -Era una dimenticanza assurda — afferma —; tanto più assurda se pensiamo che l'antica letteratura greca va molto di moda: le più qualificate case editrici vanno a gara nell'offrire al pubblico i testi più significativi con l'originale e la relativa traduzione a fianco. Segno, dunque, che, anche tra i giovani, ci sono una grande curiosità, una •■fame» di cultura classica, che è opportuno soddisfare. ■ Perché proprio la scuoia avrebbe dovuto essere estranea a questo processo?:■ Quali testi i nostri Interlocutori sceglierebbero per l'esame di maturità? Gentili non ha dubbi: «Un brano della 'Repubblica' o delle 'Leggi' di Platone. Sono fonti inesauribili di riflessione. C'è cultura filosofica, antropologica, istituzionale, politica». Carlo Ferdinando Russo punterebbe su Omero perché, rileva, «é opportuno offrire testi che contengano un elevato valore drammatico: così essi appassionano veramente e il giovane è invogliato allo studio». Ma l'Impressione diffusa è che ben difficilmente la scelta cadrà su Omero. Anche sulla base dell'esperienza passata è probabile che si punti su Lisia, Demostene. Tucidide, Senofonte, Plutarco, Aristotele e Platone. «Sono gli autori previsti esplicitamente dai programmi, anche se sarebbe opportuno allargare l'orizzonte degli interessi», sostiene 11 professor Oliva. Ma, in genere, il panorama appare abbastanza vasto e tale da Impegnare duramente gli studenti del classico, i quali, già ieri, lasciate da parte altre, hanno dedicato particolare attenzione alla disciplina che sarà oggetto della prova scritta. Un fenomeno che si è registrato anche negli altri indirizzi della scuola secondaria superiore. E ciò fornisce un'ulteriore occasione di critica agli attuali esami di maturità. Nei confronti del passato appaiono molto più facili. Sino al 1952 si doveva portare il programma dell'intero triennio; dal 1962 al 1968 quello dell'ultimo anno: nell'uno e nell'altro caso gli scritti nei licei erano quattro. Con la riforma del 1969 le prove scritte furono ridotte a due e quelle orali a quattro. Dice a Firenze il professor Carlo Pucci, presidente del Coassi, 11 Comitato di coordinamento delle associazioni scientifiche: «Cosi non si accerto né una maturità generica, né una preparazione specifica. A questo punto sarebbe piii opportuno fare come in Inghilterra dove si sostengono gli esami in quelle discipline che servono per ottenere un lavoro o l'iscrizione alla facoltà universitaria prescelta. L'esame, insomma, è una sorta di certificato di credito: Ma una qualunque ipotesi di riforma sinora è caduta nel vuoto. Il «provvisorio» del 1969 è destinato a rimanere «definitivo»? Clemente Granata

Persone citate: Bruno Gentili, Carlo Ferdinando Russo, Carlo Oliva, Carlo Pucci, Paola Fabbri, Platone

Luoghi citati: Bari, Firenze, Inghilterra, Milano, Roma, Urbino