Un Dio diverso sul Rio de la Plata
Un Dio diverso sul Rio de la Piata In Argentina una Chiesa pronta al compromesso con una società dalle molte religioni, sulla quale regna sovrana Un Dio diverso sul Rio de la Piata Silenzi e complicità dei vescovi nei 7 anni di dittatura - Messe, confessioni e consigli nelle carceri dei desaparecidos - Ma si rifiutano i sacramenti ai parlamentari divorzisti (in attesa che finisca la visita del Papa) - Per il suo ostentato laicismo, Alfonsìn si è già scontrato con la gerarchia cattolica nostro servizio BUENOS AIRES Venerdì scorso, centinaia di persone mobilitate da un Comitato contro la visita del Papa in Argentiiia si sono scontrate attorno all'Obelisco, nel centro di Buenos Aires, con una polizia particolarmente Sbrigativa. Ventlquattr'ore prima, era avvenuto U primo incidente tra Stato e Chiesa dell'Argentina democratica: il presidente Alfonsìn aveva rimbeccato il vescovo castrense José Miguel Medina, il quale, nella chiesa Stella Maris, in una cerimonia ufficiale per i Caduti nella guerra delle Malvinas. non aveva trovato nulla di meglio da fare e da dire che denunciare las coimas, la corruzione, e gli -affari poco puliti» del regime democratico, Ora, la Repubblica Argentina non è proprio un modello di moralità economica, ma sarebbe perlomeno inesatto imputare alla democrazia un aumento della corruzione. Visibilmente irritato ma controllato, Alfonsìn era salito sul pulpito dopo l'omelia del prelato e aveva chiesto nomi e indirizzi del corrotti denunciati da monsignore. Un sorriso muto e complice aveva percorso il Paese, sulla bocca di peronistl e radicali, in quella vigilia del viaggio del Papa: la Chiesa, qui, non camblerà mai. Una Chiesa che spicca per le sue caratteristiche peculiari fra quelle vicine, l'uni' guayana, la paraguayana, la brasiliana e la cilena: è la Chiesa cattolica del Cono Sud per antonomasia, ricca di beni terreni e politicamente forte sin dall'Indipendenza del Rio de la Piata; compenetra in maniera dif fusa e prepotente questa società multirazziale e multire 11 glosa; in breve, è una colonna dello Stato. Al di là della comunione del Santi, non ha nulla a che vedere con quella cilena, militante per i diritti umani; con quella uruguayana, saggiamente discreta, in una società per eccellenza laica; con quella brasiliana, Impegnata a fondo per i «poveri della terra»; o con quella paraguayana, che nell'abbandono internazionale (grande stampa e Vaticano compresi) cerca di porgere il Vangelo più elementare allo spirito libero pensatore dell'Eccellentissimo Capo Supremo e Presidente, generale Alfredo Stroessner. Basti ricordare che Alfonsi!) incorrerebbe in un'ipotesi di incostituzionalità se abiurasse: in questa Repubblica elle è si a maggioranza cattolica, ma popolata da masse di ebrei, di musulmani, di ortodossi, di maroniti, di buddhisti, di shintoisti. eredità delle successive ondate migratorie, il Presidente deve professare la fede cattolica. Dalla Scuola Militare non è mai uscito un solo ufficiale che non fosse di religione cattolica, o che avesse l'audacia di dichiararsi agnostico, sebbene nessuna legge o decreto impediscano di farlo. In questo, come in altri casi, vige una tacita selezione di classe su base religiosa. I turcos (musulmani di religione o di origine) continuano a essere los turcos; gli emigrati giapponesi e coreani continuano a stare rinchiusi nelle loro lavanderie e nelle loro sèrre di floricultori; i protestanti aumentano e continuano a battezzarsi in massa sul campo di calcio del Ri ver Piate senza che 1 mezzi d'informazione se ne accorgano; e la colectividad — gli ebrei —, una delle più potenti del mondo dopo quella Usa, deve convivere con la maggior produzione editoriale nazista di cui si abbia notizia dopo il 45 spacciata in edicole e librerie popolari, e versa lacrime amare sapendo che un numero consistente di suol membri di illustre cognome giudaico, figli della miglior emigrazione centroeuropea, abbracciano la religione cat¬ tolica per poter continuare senza problemi ottime carriere. E" difficile descrivere la schizofrenia religiosa del Pac??. come del resto tutte le scnizofrenie. Ciò che si è detto non deve far pensare a una società a compartimenti stagni (cresce il business dei cimiteri plurlconfessionall), codina (1 giornali pubblicano annnuncl di studi specializzati in «matrimoni all'estero»), da Inquisizione (si celebrano le feste ebraiche, il capodanno cinese, eccetera). La società argentina e ben piti divorzista, per esèmpio, di quella spagnola, e di costumi morali infinitamente più aperti. Ma a una predala condizione: che si rispettino le forme. Detto con tutto il rispettò che merita questa nazióne cosi giovane e traumatizzata, vien da pensare che l'ipocrisia è stata elevata alla categoria di virtù. E che la virtù sociale, militare, presidenziale, economica continua a essere quella cattolica. Fu già un terremoto, e presumibilmente l'in'rio della sua Irritabilità, 11 fatto che per la sua Investitura presidenziale Alfonsìn avesse sostituito al tradizionale Te Deum nella Cattedrale — dove 11 Ubertador, generale San Martin, è sepolto fuori del recinto consacrato perché in vita si era dichiarato massone — con una raffinata veglia musicale nella splendida cornice del Teatro Colon. Il potere della Chiesa argentina è quasi assoluto, paragonabile soltanto a quello delle Forze Armate. E cosi, a mo' di esempio illuminante, basti citare la sua «comunione» con la Confederazione Generale del Lavoro (Coi), l'unica centrale sindacale del Paese, a maggioranza assoluta peronista, il cui leader Saul Ubaldlni, che tiene un'immagine della Vergine di Lujàn sulla scrivania, chiede all'Episcopato di mediare tra lui e il governo radicale per migliorare la condizione della classe operaia. La Chiesa viene à patti con quasi tutto ciò che riguarda le umane esigenze pur di non compromettere 11 suo potere sociale. La legge sul divorzio, una necessità sociale in un Paese che ha migliala di cittadini con più matrimoni alle ''spalle celebrati in Uruguay e in Paraguay, è stata cosi bloccata al Senato dopo essere stata approvata dalla Camera dei Deputati, fino a dopo la visita del Papa. Dovrebbe essere ratificata da mesi, ma la Chiesa, attraverso il peroni- smo, si è battuta a muso duro con il Senato in modo da poter offrire a Giovanni Paolo II una visita in una società nella quale 11 matrimonio civile rispetti le regole morali della fede cattolica. In precedenza — cioè dopo l'approvazione del divorzio alla Camera Bassa — " la Chiesa aveva montato un vero scandalo revocando 1 sacramenti ai parlamentari che avevano votato si al progetto di legge del governo. Con un tale zelo che dal pulpito un parroco della capitale ritirò pubblicamente la comunione a un deputato divorzista, di religione protestante. Il peso, la compenetrazione della Chiesa nel tessuto sociale sono tali che la notte precedente il colpo di Stato del 24 marzo '76 i due principali congiurati, il generale Vldelà e l'ammiraglio Massera, si riunirono con il vertice dell'Episcopato, E il giorno del golpe là Giunta militare trovò il tempo di incontrarsi per ore con il vescovo castrense e presidente della Conferenza Episcopale, monsignor Tortolo. Uscendo dalla riunione questi esortò la popolazione a •cooperare fattivamente con il nuovo governo'. Questo connubio mllitar- ecclesiastico non stupì nessuno. Già sei mési prima il vicario dell'esercito, mons. Bonamin, domandava dal pulpito: 'Non vorrà Cristo che un giorno le Forse armata vadano oltre U loro ruolo?'. E quattro mesi prima del rovesciamento di Isabelita Peròn, Tortolo vaticinava davanti alla Cdmara de Anunciantes: «£' ricino un processo di purificazione'. Quello che avvenne dopo è abominevole dal punto di vista morale e cristiano: i vescovi che ora rifiutano'la comunione a deputati eletti, colpevoli di avere approvato il divorzio, diedero a sazietà il corpo di Cristo a Vldela, Massera, Agosti, Viola, Galtieri, e ai generali della repressione più feroci. Al Vicariato Castrense, Tortolo venne sostituito da mons. Reinaldo Medina, di cui Re inaldo Saman, un desaparecido poi tornato in libertà, disse' in tribunale: «Durante la mia permanenza nel carcere di Jujuy, il vescovo Medina celebrò una Messa, e nella predica disse che era al corrente di guanto ci stava accadendo, ma che tutto ciò avveniva per il bene della patria; che i militari stavano agendo correttamente, e che dovevamo dire tutto ciò che sapevamo. A questo scopo of¬ friva di ascoltare le nostre confessioni-, n cappellano della Forza Aerea di Cordoba, padre Astlgueta, ora internato in un ospedale psichiatrico, confessava i prigionieri prima che venissero fucilati In segreto. Il cappellano del Terzo Corpo d'Armata e assiduo visitatore del «Chupadero La Perla», uno dei più terrificanti campi d'Internamento clandestini, arrivò a dire all'ex deputato Musa, che vi era rinchiuso, che la tortura era peccato soltanto se durava più di 48 ore. La signora Iris de Avellaneda dichiarò di essere stata torturata al Campo de Mayo, quartier generale dell'esercito, dal cappellano Francisco Priorello. Nel suo libro Forze Armate, etica e repressione, il cappellano militare padre Marciai Castro giustificò la tortura sotto il profilo teologico in casi eccezionali, e se finalizzata al bene comune. DegU oltre 80 prelati che fanno parte del Corpo episcopale, soltanto quattro denunciarono senza perifrasi il genocidio che la. dittatura stava perpetrando, e precisamente 1 vescovi AngelelU (La Rloja), Nevares (Neuquen), Hesayne (Viedma) e Novak (Quilmes). AngelelU toccò con mano la repressio¬ ne feroce che era in atto nella Repubblica Argentina. Nel febbraio del '76, i sacerdoti José Tedeschi e Francisco Soares vengono assassinati da «gruppi d'azione». In giugno, cinque, religiosi irlandesi sono uccisi a raffiche di mitra nella provincia di Buenos Aires, come in una notte di San Valentino: parole scritte con U loro sangue suUe pareti della loro stanza U accusano di corrompere la gioventù. A La Rloja, sede arcivescovile di monsignor AngelelU. nel sobborgo di Chamical. due poliziotti arrestano 1 Padri Gabriel Longeville e Carlos de Dios Murias, poi U ammazzano a rivoltellate lungo una massicciata deUa ferrovia. Enrique Carletti AngelelU respinge la versione ufficiale secondo la quale 1 suoi sacerdoti sono stati uccisi da sovversivi di sinistra e si trasferisce a Chamical, dove celebra la Messa quotidiana al posto del preti uccisi. E U 4 agosto confida a chi gU sta intorno: 'Conosco perfettamente i nomi, se non degli assassini, certo di chi ha dato l'ordine di ammazzare i miei sacerdoti. Se necessario, denuncerò i colpevoli dal pulpito della cattedrale di La Rioja». Prende la sua auto e commette l'errore di guidare solo verso la sede arcivescovile: In una zona deserta «un pneumatico scoppia e lui viene sbalzato attraverso il parabrezza, morendo sul colpo». Non fu un lavoro pulito: tutte le quattro ruote della macchina e U parabrezza erano in perfette condizioni, e la religiosa che lavò U cadavere affermò che U volto non aveva un graffio. I suoi confratelli dicono ancora oggi, in pubbUco, che U vescovo «guidava molto male'. Sull'episodio U vertice deUa Chiesa argentina mantenne uno dei silenzi più grevi di cui U Paese abbia memoria, celebrò funerali solenni per l'anima di quel monsignore che era sempre stato tanto imprudente al volante. Non sarebbe obiettivo imputare alla Chiesa debolezze superiori a quelle Intrinseche della società che dice di governare spiritualmente. Una società che si voltò dall'altra parte quando la gente Incominciò a scomparire. La questione morale, il dramma umano stanno nel fatto che questa Chiesa che l'altro giorno ha riempito la Avenida de Nueve de Julio. la più larga del mondo, per pregare Insieme con U Papa, rutilante di autorità sociale e capacità di mobilitazione, tacque per 1 sette anni di una deUe dittature sudamericane più abominevoli. Soltanto la Chiesa aveva U potere sufficiente a Impedire U massacro. Sarebbe bastato che mons. AngelelU fosse giunto fino al pulpito di La Rloja con la copertura — che non aveva, e non ha da morto — della Conferenza Espiscopale. Monsignor Pio Laghi, Nunzio apostolico nell'Argentina degli anni del terrore (e ora negU Stati Uniti), per sua stessa ammissione archiviò migliala di denunce sulla follia del militari: fece sentire la sua voce soltanto per benedire i soldati che combattevano la guerriglia dell'Esercito Rivoluzionario del Popolo (trotzkista) neUe campagne della provincia di Tucuman. Il giudice Julio Cesar Stresserà, che rinchiuse nelle carceri militari i junteros delta dittatura, andò in tutte Tè ambasciate della capitale per raccogliere notizie sulle violazioni dei diritti umani; in tutte trovò cortese accoglienza. Soltanto in una Stresserà venne ricevuto male, e persino minacciato: 'Non le venga in mente di citarmi un prete come testimone: gli disse puntandogli un dito in faccia il Nunzio papa- 16 Martin Prieto Copyright (FI Pafs» e per l'Italia «La Stampa»
Luoghi citati: Argentina, Buenos Aires, Italia, Paraguay, Stati Uniti, Uruguay, Usa
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