Danzare la musica come fosse silenzio di Luigi Rossi

Danzare la musica come fosse silenzio Inaugurato al PierLombardo il festival ebraico Danzare la musica come fosse silenzio La «Kol Demana» di Israele, con alcuni ballerini sordomuti MILANO — Singolare inaugurazione del Festival di cultura ebraica al salone Pier Lombardo. La «Kol Demana Dance Company» diretta ma Moshe Eirati ha presentato due serate di balletti di notevole Interesse, il complesso Israeliano si distingue da ogni altro di carattere professionale per essere un 'Unicum' in parte costituito da sordomuti prodigiosamente addestrati per mantenere una ferrea disciplina ritmica e musicale, ottenuta attraverso la mimesi e un sistema di ascolto di vibrazioni del palcoscenico. Nessun Ignaro della menomazione potrà mal distinguere i non udenti dai danzatori normali, come è avvenuto puntualmente anche stavolta. Ma la cosa più importante è che la compagnia «Kol Demana. (che si traduce approssimativamente «La voce del silenzio»), partita da semplici basi terapeutiche, è giùnta ad approdi artistici di non comune eccellenza con una propria fisionomia stilistica fatta di giovanile simpatia (1 componenti sono bellissime ragazze e aitanti giovanotti) e di salda tecnica, yf' il linguaggio attinge in gran parte alla tecnica Gra ham, ma le suggestioni artistiche sono molteplici e af fondano In particolare nelle avanguardie europee e americane. A quest'ultima area si richiama In particolare rimpianto scenografico e lumlnistico in parte mutuato da Alwin Nikolais che abbiamo visto citato quasi letteralmente in Drafts (Abbozzi), una sorta di lunga suite basata su un poema di Leo Ooldberg su musica di Klaus Schulze. Lo stesso Efrati ha curato scene e costumi e la sua origine nella compagnia «Bat Sheva», che abbiamo visto anche in Ita- P Ila, particolarmente a Spoleto, si avverte qui proprio nei suggerimenti attinti à certi settori della «modem dance» Usa che Informavano quella compagnia. Ma i moventi morali e ideologici sono ben diversi e superiori, anche se l'apparenza può far pensare ad uno dei numerosi complessi di danza contemporanea. A prescindere dalla naturale assunzione di temi biblici e anche di una aspirazione ecumenica espressa nei Salmi di Gerusalemme, con commistione di canti arabi, samaritani e gregoriani. Efrati mira all'Idea della integrazione dell'individuo nella società. E la danza compie questo miracolo-attraverso il dinamismo e la plasticità delle coreografie che raggiungono una cifra assolutamente univoca tra «normali» e non udenti. La concentrazione che comporta il conseguimento di siffatto amalgama procura una tensione autentica, ben diversa da quella rappresentata normalmente nell'evento teatrale. I risultati, al di là della pura valenza coreografica non sempre eccelsa e originale, sono dunque sorprendenti ed hanno fatto presa sul gran de pubblico che ha gremito il teatro accogliendo la compagnia con intense acclamazioni. Luigi Rossi , Un momento del balletto presentato dalla «Kol Demana Dance Company», diretta da Moshe Efrati

Persone citate: Alwin Nikolais, Klaus Schulze, Moshe Efrati, Moshe Eirati, Pier Lombardo

Luoghi citati: Gerusalemme, Israele, Milano, Spoleto, Usa