A Washington prima i 5, poi i Sette Goria: questa volta noi ci andremo

A Washington prima i 5, poi i Selle Caria: questa yojtq noi ci andremo A Washington prima i 5, poi i Selle Caria: questa yojtq noi ci andremo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Sulla scia della guerra del silicio, che ha indebolito 11 dollaro e accentuato la minaccia dell'Inflazione, le grandi banche americane hanno ieri rialzato il prime rate, 11 loro tasso di base, invertendone cosi la tendenza al ribasso in corso dal giugno '84. Il rialzo è stato minimo, dal 7,50 al 7,75 per cento. Ma insieme con la decisione della Federai Reserve di lasciare che 1 mercati stabiliscano «il livello più opportuno degli interessi', esso ha segnato una svolta cruciale verso un regime finanziario meno allegro che negli ultimi mesi. Dopo tre anni e mezzo, cioè, l'America recepisce le istanze del governatore Volcker, che il credito deve essere controllato e 11 dollaro forte. La misura delle grandi banche ha preceduto di poco l'annuncio ufficiale del Tesoro Usa che al Fondo monetario a Washington, la settimana prossima, si riuniranno separatamente 11 •gruppo dei Cinque» e il •gruppo del Sette». La convocazione di due incontri paralleli (prima 15, poi 17) ripropone il problema sollevato a Parigi dall'Italia. Gli Usa hanno tentato un escamotage fissando il primo per martedì pomeriggio, mentre la delegazione italiana arriverà metà nella serata, metà la mattina successiva: e rimandando il secondo a giovedì. Ma come ha notato 11 nostro ministro Goria in un breve comunicato a Roma, l'Italia, che in ogni caso parteciperà ai lavori dei 7, vuole approfondire la questione dell'appartenenza e delle competenze. Formalmente, l'incontro del 5 al Fondo Monetario è motivato dalle loro funzioni di sorveglianza del paniere delle monete forti e degli squilibri! dei pagamenti. La tesoreria americana ha fatto ricorso all'espediente per non compromettere la propria mediazione tra l'Italia e i Paesi europei contrari al suo ingresso nel gruppo del 5, innanzitutto la Germania. Su diretta richiesta di Reagan, ha avviato un riesame che non esclude neppure — anche se la possibilità appare remota — l'Ingresso della lira tra le monete forti. Una soluzione potrebbe delincarsi In tempo per Venezia. L'aumento del prime rate, del tutto Inatteso dagli operatori di mercato, ha avuto un effetto repentina Grazie a esso, il dollaro è risalito a quasi 147 yen e 181 marchi tedeschi, nonché a 1295 lire, spinto anche dai massicci interventi a suo sostegno di numerose banche centrali, specialmente quella del Giappone. In apertura la Borsa di New York ha Invece subito una caduta, che potrebbe aggravarsi se si verificassero nuovi rialzi degli interessi. Il ministro del Tesoro Baker, che in altre circostanze aveva rilasciato di chlarazionl pesanti, sconvolgendo 1 mercati, si è limitato questa volta a ribadire che •la politica monetaria americana resta quella dell'accordo di Parigi: Le grandi banche hanno agito in seguito al mutamento avvenuto nei mercati di capitale e alla luce di un possibile ritorno dell'Inflazione. Negli ultimi mesi, la debolezza del dollaro ha rallentato l'afflusso dei capitali stranieri mentre sono rincarati I derivati del petrolio e 1 prodotti all'importazione. Il denaro è diventato quindi più caro. La Citybank, che ha dato il via alla manovra, ha asserito di aver soltanto allineato il prime rate agli altri tassi, in particolare quello sul prestiti interbancari a breve, saliti nettamente. Per il governatore della Riserva Federale Volcker è stata una benedizione: egli spera che i lavori del Fondo monetarlo internazionale a Washington della settimana prossima si svolgano in un periodo di stabilità superiore al previsto. I lavori sono considerati più importanti del consueto per tre motivi: che metteranno a punto le intese di Parigi, che segneranno l'avvio di negoziati tra Stati Uniti e Giappone per terminare la guerra del silicio, e che stabiliranno l'agenda del vertice di Venezia al primi di giugno. Oltre che nella riunione del Fondo monetarlo, essi si articoleranno in un Incontro del «gruppo dei 5» e in uno del «gruppo dei 7». Volcker vi vede un'occasione unica per placare le recenti tempeste monetarie e azionarle, e prevenire lo scoppio del protezionismo. L'esito del lavori avrà ripercussioni anche sul suo futuro personale: il governatore deve decidere entro due mesi se restare alla Federai Reserve alla scadenza del suo mandato ad agosto oppure se andarsene. In vista del delicato appuntamento, 1 leaders delle sette potenze industriali hanno lanciato segnali di buona volontà. I più disponibili sembrano i giapponesi: il governatore della Banca Centrale Burnita ha dichiarato che non consentirà una caduta libera del dollaro. Ennio Caretta

Persone citate: Baker, Ennio Caretta, Goria, Reagan, Volcker