Riscoprire Soutine, stile e mistero di Angelo Dragone

Riscoprire Soutine, stile e mistero A MILANO, 35 ANNI DOPO LA SUA UNICA MOSTRA ITALIANA Riscoprire Soutine, stile e mistero DAL NOSTRO INVIATO MILANO — Per vedere venti dipinti e due del rarissimi disegni di Chalm Soutine (1883 - 1943) — a trentacinque anni dalla sua unica mostra Italiana, nel '52 alla Biennale di Venezia — milanesi e forestieri fanno anche la coda lungo via San Damiano (a un passo da corso Venezia) dove l'esposizione organizzata dalla «Bergamlnl-Diarte » rimarra aperta fino al 18 aprile. Singolare appare l'insieme delle opere. Intanto per l'unica provenienza: che non è un museo, ma la collezione di Madame Marcellln Castaing di Parigi Una raccolta che, formata al di fuori del mercato, per acquisizione diretta dall'autore, testimonia anche la lunga amicizia intercorsa fin dal 1927 tra 1 coniugi Madeleine e Marcel Castaing e l'artista che per interi periodi fu loro ospite nella villa di Lèves, presso Chartres, dove dipinse numerose tele. Pittore a suo modo straordinario. Soutine — subito evocablle sullo stesso sfondo della Parigi montpamassiana di Modigliani (l'artista che pia d'ogni altro, forse, gli fu amico) — appare tuttora in gran parte da Indagare, per 1 pregiudizi e 1 luoghi comuni che l'avrebbero accompagnato con un'aneddotica persino assurda. Ed è la storia del giovane ebreo lituano cresciuto nella miseria e nell'Ignoranza, oppresso dall'ortodossia religiosa, quasi fuggiasco a Mlnslr e a Wllna prima di approdare a Parigi (1912), anch'egli tra le mura della Ruche, per conquistarsi in breve la sua fama di peintre maudlt: malinconico e disperato, avido e ingeneroso, geniale quanto asociale. La stessa sua pittura, caratterizzata da un caldo, impulsivo cromatismo espressionistico, doveva quindi essere liberata dagli Ingombri del mito e d'una sviente letteratura, se ancora nel '73 Jean Leymarle potè osservare: -Soutine è entrato nel vivo della leggenda, ma il mistero che lo circonda è ancora completo: Sicché nell'appassionato saggio introduttivo, Francesco Porzio può ancora scrivere in catalogo: 'Il corpus delle opere è lungi dall'essere sotto controllo... la cronologia non affatto sistemata... soprattutto manca, dt fatto, un'ipotesi robusta, organica e discretamente articolata dello sviluppo stilistico e delle sue interrelazioni*. L'esposizione milanese contribuisce quindi a chiarire e a correggere per la prima volta tante storture, mentre consente di cogliere il logico sviluppo d'una figura destinata certo a crescere ancora, costruita com'è, al pari della sua fama — per dirla con Marcellln Castaing — «in profondità e fuori delle vedute abituali». Con la più attendibile testimonianza del pittore Zarfin (che conobbe Soutine dall'età di sei anni) si è intanto preso a riscrivere, come aveva già fatto Waldermar George nel '59, gli stessi iruTd d'una biografia, in grado di evocare l'ambiente d'una cittadina lituana «assai coita» e neppur tanto misera, dove i ragazzi maturavano in famiglie nelle quali la lettura della Bibbia poteva alternarsi al commento d'una pagina di Tolstoi. Allo stesso modo l'abusata immagine dello «sconfitto» dovrà cedere 11 passo a quella d'un pittore cui non fu Inibito il successo. Almeno a partire dall'Incontro con Zborowski (1918), favorito da Modigliani, e dai conseguenti soggiorni a Céret. nel Pirenei, e a Cagnes, nella luminosa Francia del Sud. E' da questo periodo che Soutine sembrò somatlzzare una vera e propria capacita d'accumulo di un'energia creativa destinata ogni volta a li¬ berarsi in una travolgente serie di capolavori; e pronta subito dopo a rigenerarsi assumendo una più alta tensione, per dar luogo a una nuova esplosione quasi esistenziale del talento che — anche negli anni maturi dell'amicizia con i Castaing — avrebbe continuato a segnarne in maniera inconfondibile la produzione, e non senza 1 più sorprendenti coinvolgimenti culturali. L'attenzione per l'antico (documentata dalle visite al Louvre come dai rapidi viaggi d'un giorno ad Amsterdam), si fa addirittura evidente in più d'uno del quadri esposti, dove la profondità e l'originalità delle rielaborazionl sembrano annidarsi nelle più drammatiche inflessioni cromatiche. Al di la delle fonti più prossime, da Cézanne a Van Oogh, da Derubi a Rouault, con Nolde e Kokcschka. non è allora difficile cogliere i più specifici richiami a Daumier e a Courbet o ai più tempestosi paesaggi di Constatile; ma anche a Chardin e soprattutto a Rembrandt e alle sue fibrose luminosità materiche, alno agli straordinari d'après della Donna che ti bagna in un ruscello, ricostruiti col modello. A sua volta la lezione di Soutine ritornerà negli affondi materici di Fautrier e nella realtà pulsante di tanti «emotivi» espressionisti-astratti come negli ossessivi struggimenti figurali di Bacon La storia è sempre, anche, continuità. Angelo Dragone Chaim Soutine: «Donna sdraiata» (particolare), tra le opere in mostra a Milano

Luoghi citati: Amsterdam, Francia Del Sud, Milano, Parigi, Venezia