Maggie e Sacharov a pranzo di Emanuele Novazio

Maggie e Sacharov a pranzo Dialogo stentato fra Mosca e la Thatcher, che punta sui diritti umani incontrando l'ex esule di Gorki Maggie e Sacharov a pranzo All'ambasciata britannica il Nobel loda Gorbaciov e parla dei prigionieri liberati: «Un grande evento che sembrava impensabile fino a pochi mesi fa, ma non bisogna fermarsi» - Oggi, prima di partire per la Georgia, il Premier incontrerà l'attivista ebreo Josef Begun, cui viene negato l'espatrio - La «liberalizzazione parziale» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — Uscendo dall'ambasciata britannica, dopo il pranzo in onore di Andrei Sacharov e di sua moglie Elena Bonner, Margaretti Thatcher non ha fatto commenti. Ha salutato, sorridente, la piccola folla di giornalisti in attesa ed è salita sulla zìi nera, diretta all'Accademia delle Scienze. Sacharov, invece, tornato appositamente dalla «vacanza» di Gorki per incontrare il premier inglese, ha parlato: volentieri, come d'abitudine ormai. E, ancora una volta, non ha risparmiato gli elogi per Gorbaciov e la sua «nuova Urss. ; per il processo di democratizzazione in corso nel Paese (-perché è importante per il mondo intero, e non soltanto per noi, anche se non ci si deve fermare qui*) e per la -liberalizzazione parziale* avviata in Unione Sovietica. Proprio di questo — ha detto — abbiamo discusso, per settantacinque minuti, la signora Thatcher e lo: di diritti umani, cioè; di dissidenti, di diritto all'emigrazione. Proprio di questo, è prevedibile, Margaret Thatcher parlerà stamattina — prima di lasciare Mosca alla volta della Georgia — con l'attivista ebreo Ioslf Begun, liberato lo scorso gennaio dal carcere, ma ancora privo del visto di espatrio (Begun è stato protagonista, la settimana scorsa, di una protesta pacifica nel centro di Mosca, insieme a un piccolo gruppo di ebrei che vogliono lasciare l'Urss ma non ne hanno 11 permesso). Perché, fin dall'Inizio del suo viaggio ufficiale in Unione Sovietica, uno del tèmi sul quali la signora Thatcher ha più insistito, nei lunghi colloqui con Gorbaciov, è staio 11 rispetto del dlrjt^l, dell'uomo: che,, ha. détto ài "brindisi di lunedi sera al Cremlino, vanno le¬ gati — in una catena di intenzioni, di atti e fiducia — al disarmo; che, ha ripetuto Ieri nella conferenza stampa conclusiva, al ministero degli Esteri, sono una prova della credibilità sovietica in altri campi, sono una verifica anticipata della buona fede di Mosca nel rispetto di altri impegni, di altri accordi. Il pranzo con Andrei Sacharov — che certo è rimasto il simbolo più autorevole e austero, l'immagine forse più nobile del dissenso perseguitato e poi «perdonato* — voleva essere questo: un omaggio all'uomo che l'esilio ha provato ma non ha piegato; e, Insieme, un segnale politico molto netto, tagliente perfino, al «nuovo corso» di Gorbaciov. Per dire — in modo vistoso, emblematico, ma privo di equivoci — che l'Occidente ha fiducia e rispetto per le trasformazioni, le aperture, la «liberalizzazione parziale» appunto, dell'Unione Sovietica; ma teme, ancora, che tutto questo si fermerà a metà, che non si sfonderà la grande barriera della libertà su tutto e per tutti: quella che la signora Thatcher ha evocato alla conferenza stampa di ieri. Con i giornalisti stranieri, ieri, Andrei Sacharov riassumeva le emozioni di quell'invito a pranzo (-anche solo pensarci sarebbe stato impossibile, pochi mesi fa...*). E offriva — dell'atteggiamento della signora Thatcher — una conferma: •Oltre cento prigionieri di coscienza sono stati liberati, finora*. •E anche questo, fino a pochi mesi fa, era assolutamene impensabile -Quanto è accaduto è un grande evento che pareva impossibile e che invece è avvenuto. Ma non bisogna fermarsi*. Più, tardi, U premier britannico avrebbe ripetuto le stesse parole, nella sua con ■ ■ ferenza stampa. Foinendo, dell'invito a pranzo di ieri, la doppia chiave: un omaggio alla «svolta» compiuta da Gorbaciov nel confronti dei dissidenti, della quale Sacharov è l'emblema. E un monito, un segnale dell'«attenzione del mondo» .sul Cremlino di Gorbaciov: perché, come si ripeteva all'ambasciata britannica all'ora di pranzo, di casi Sacharov ancora ne esistono molti, nell'Urss. Emanuele Novazio Mosca. Margaret Thatcher a colloquio con Andrei Sacharov e la moglie Eiena Bonner (Ansa)