A piè fermo di Gianfranco Piazzesi

A pie fermo A pie fermo Nilde Jotti ha concluso l'esplorazione con alcune dichiarazioni a sorpresa. Mentre tutti pensavano al certificato di morte al pentapartito, il presidente della Camera ha detto che, nell'ambito di questa formula, è ancora possibile un governo che porti a termine la legislatura. Ma questa possibilità può essere raggiunta soltanto in due modi: o i socialisti rinunciano ai referendum o i democristiani e i repubblicani rinunciano a reclamare un accordo a cinque che ne consenta l'abolizione. La rinuncia dei socialisti, già molto problematica, da ieri è da escludere. In una occasione solenne come il congresso, Craxi, con grande moderazione di toni ma con altrettanta fermezza ha detto che i referendum, già indetti, debbono svolgersi alla data prevista. A suo giudizio la materia referendaria non può essere oggetto di trattativa dei soli partiti di governo, e anche i comunisti sono favorevoli alla celebrazione. Tutti i sondaggi, inoltre, dimostrano che la grande maggioranza degli italiani è orientata a esprimere la sua volontà tanto sul nucleare quanto sulla questione giudiziaria. Dopo un discorso come questo, ogni ripensamento è da escludere, Craxi non ha nemmeno preso in considera rione l'ipotesi, circolata invece a Rèma con insistenza, di sostituire un referendum consultivo al referendum abrogrativo. Gli eventuali spazi di manovra che la Jotti ritiene di aver veduto, possono essere cercati soltanto dentro la de mocrazia cristiana. Nel suo discorso Craxi ha mostrato di ritenere che alcuni esponenti de, a cominciare da Andreotti, non abbiano su questo argomento le stesse opinioni dell'on. De Mita. Il segretario democristiano ha già detto a Rimini che resta nelle sue posizioni, e che il discorso di Craxi, sotto questo profilo, non ha presentato alcun segno di novità. Cossiga invece ha fatto sapere di ritenere preziosa la indagine defia Jotti e che oggi o domani darà un nuovo incarico. Staremo a veaere. Con visibile sollievo di - Spadolini, Craxi ha evitato di trasformare la battaglia referendaria in una occasione per ribaltare la maggioranza: anzi, con garbo e chiarezza, ha illustrato tutti i punti che ancora dividono i due partiti della sinistra e ha alluso alle troppe accuse, ingiuste e inge¬ nerose, che i socialisti debbono ancora subire. Natta, che forse si aspettava di più, non è stato soddisfatto. Alla democrazia cristiana Craxi ha ricordato che le polemiche e le incomprensioni non devono compromettere quei rapporti di collaborazione che risulteranno indispensabili anche nel futuro. Nessuna . replica, di proposito, alle bordate polemiche di De Mita, ma una precisazione importante: anche domani la collaborazione con la de potrà essere trovata «solo in un rapporto equilibrato fuori da ogni pretesa di egemonia e disputa di centralità». Una precisazione che a De Mita non è affatto piaciuta. Elezioni sempre più probabili, a giugno si dovrebbe votare; pentapartito con una spaccatura dalla non facile riparazione; mancanza assoluta di alternative di ricambio. Dopò quattro anni di pur relativa stabilità e di importanti successi ci si aspettava qualcosa di meglio. Gianfranco Piazzesi

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