I campioni della domenica di Gian Paolo Ormezzano

I campioni della domenica I campioni della domenica CI sono in Italia duecentomila cicloturisti organizzati, ci sono quattro milioni di pedalatori domenicali. Ci sono tanti milioni di biciclette, dicono anche venti, ognuno ha la sua cifra, cosi come ognuno ha la sua bicicletta segreta, quella dimenticata nel solaio, sepolta nella cantina, o semplicemente «lasciata» nel portabagagli dell'auto: se da ogni bicicletta scaturisse un cicloturista, cosi come nel passato da ogni cavallo nasceva un cavaliere, l'Italia sarebbe un'Olanda, anche senza strade tutte piatte. Non può esserlo perché il cicloturista italiano tende a diventare, anziché olandese, cicloamatore: cioè cicloturista che fa gare. I cicloamatori in Italia sono ottantamila, danno vita a circa ottomila manifestazioni l'anno (con connessi problemi di sicurezza stradale), e sono cosi aman- ti del ciclo che tendono a Impreziosirlo, a esclusivizzare la loro attività o comunque a fare congrega, setta. Sono magnifici e pericolosi. Sono pure ricchi, e nel velocipede, nel loro ciclismo spendono molto. Sono amatori nel senso di esercitanti l'amore, non di dilettanti (amateur, in francese e anche in inglese, vuole dire di chi si diletta, più che di chi ama). I cicloamatori dovrebbero essere l'anello di congiunzione fra il cicloturismo e il ciclismo agonistico. In realtà sono un gruppo folto, potente e cattivante di drammatizzatoli del turismo ciclistico, di imitatori del ciclismo agonistico. Sono commoventi, non possono venire condannati. Sono invadenti, possono venire sgridati. II cicloamatore Italiano può anche essere l'ex agonlsta, che pratica un revanchismo a scoppio ritardato: sconfigge a quaranta, cinquanta, anche sessantanni chi, ventenne o trentenne, lo batteva. Dopo avere patito l'assoluto naturale della forza, gli oppone il relativo -artificiale- della sapiente conservazione di questa forza, di sue reinvenzioni con accorgimenti vari: che vanno dall'adozione di materiale sofisticato, prezioso, inaccessibile allora, all'assunzione di pratiche un po' cagliostrische. Medici dell'antidoping, rotti a tutte le scoperte, si sono ritrovati sconvolti dopo «visite» a un certo mondo cicloamatoristico. Campioni celebri pensionati da pochissimo, o addirittura ancora in attività si sono spaventati di fronte alle richieste chimiche dei loro partner, In quelle corse a cronometro a coppie in cui un cicloamatore, di solido danarosissimo, ingaggia tura. Ma 11 mio amico ha ricevuto in regalo dalla fidanzata un ciclo-computer. E' slmile a un piccolo calcolatore digitale. Lo si applica al manubrio. Due fili e due sensori lo collegano alla ruota anteriore e alla pedaliera. In qualsiasi momento, il ciclo-computer rende note una serie di funzioni n mio amico può conoscere la velocità istantanea, la velocità media, la velocità massima raggiunta nella giornata, la distanza percorsa, parziale e totale, il numero delle pedalate al minuto, anche l'ora esatta. Naturalmente funziona a energia solare. Costa più di centomila lire. Io non l'ho comprato, ma Invidio il mio amico. Alberto Papuzzi 11 pedalatore famoso, per sconfiggere magari l'altrettanto danaroso rivale, a sua volta accoppiatissimo (si chiamano corse-gentlemen...). Il cicloamatore non bada a spese, nel senso che davvero spende molto di quel se stesso di solito benestante, facoltoso portato sin 11 da una vita di lavoro, di successi. C'è il cicloamatore che è stato ciclista praticante, poi è diventato milionario (però non con la bicicletta) e adesso torna ciclista. C'è il cicloamatore repente, folgorato da un messaggio, una visione, dall'immagine di un amico: ed è quello più accanito. Nessun cicloamatore bada a spese materiali. Una bicicletta per cinquantenne smanioso costa assai più cara che una bicicletta per ventenne che fa con essa il Giro d'Italia. La bicicletta del cicloamatore è provvista di tutti gli accessori più sofisticati, è ricettacolo elaboratorio per ogni follia di mercato. Quando una industria famosissima mise in commercio un accessorio dove entrava anche, a titolo gratuito (gratuito nel senso che non ce n'era bisogno, non che non costava nulla), l'oro, chiedemmo chi mai avrebbe speso quella cifra. La risposta fu: -Oh. faticheremo a soddisfare le ordinazioni dei cicloamatori». Ci sono anche 1 cicloamatori poveri, o non ricchi: e sono forse quelli che spendono di più, facendo grossi sacrifici. A un Giro d'Italia un pedalatore in maglia rosa, uno che avrebbe poi vinto quella corsa, si presentò al via di una tappa di montagna con una serie nuova di rapporti, sei in più del solito, diciotto anziché 1 dodici canonici. Gli chiedemmo per quanti metri, e di quante salite, avrebbe usato quel rapporti speciali. rispose: «Magari non li userò mal. Ma io produco anche biciclette, i cicloamatori sono grandi clienti, 1 cicloamatori vogliono queste cose». I cicloamatori vogliono tutto quello che è stato fatto e chiedono anche cose speciali per loro. In materia di abbigliamento, ad esempio, per via di reumatismi e acciacchi vari, legati all'età. Innovano assai, a prò magari degli stessi professionisti: come se utilitarie spinte assai di giri (è 11 caso dei loro motori umani) sperimentassero e innovassero a prò della formula uno. Criticati e invidiati, ammirati e accusati, i cicloamatori sembrano ormai necessari al cicloturismo per i sogni in avanti, al cicloagonismo per i sogni del dopo. Un professionista medio o addirittura mediocre, un dilettante che non si diletta mai e che non ha i numeri per passare professionista, possono considerare il cicloamatorismo come un frenetico pensionamento, dove tra l'altro, fra tanti che spendono bel soldoni. si possono anche guadagnare bellissimi soldini. 9k , Quanto al, .plploturisti,. ,11 cicloamatorismo — ultimamente diramantesi anche in prove di gran fondo, benedette dalla Federclclismo e dintorni perché rilassanti — è la sfida estrema, è la scommessa fatta carne (anche carne viva, in caso di cadute), n cicloturista Walter Mitty non si sogna Eddy Merckx, troppo tardi, ma può sempre sognarsi Angelo Conterno, grande cicloamatore Italiano, ex professionista di valore, il quale ogni anno si vince un po' di campionati europei e mondiali, In un mondo dove, davvero, ci sono gare, ci sono frenetiche lotterie per tutte le ruote. Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Alberto Papuzzi, Angelo Conterno, Eddy Merckx, Walter Mitty

Luoghi citati: Italia, Olanda