Tir, gli 80 chilometri all'ora sono il limite della sicurezza

Tir, gli 80 chilometri all'ora sono il limite della sicurezza Tir, gli 80 chilometri all'ora sono il limite della sicurezza GUIDARE un automezzo pesante è un compite difficile: a pieno carico pesa più di quaranta tonnellate; è lungo fino a trenta metri; è alto oltre tre. Grazie ai quasi cinquecento cavalli di cui dispone può raggiungere una velocità superiore ai centoventi chilometri all'ora anche a pieno carico. La professione del camionista è molto stressante, richiede in ogni momento perfetta efficienza fisica, istantanea capacità di percezione e massima prontezza per reagire nel minor tempo possibile al pericolo dell'imprevisto. Per questi motivi si stanno studiando nuove cabine di guida, dove l'autista possa operare nelle condi¬ zioni migliori. Per rendere la guida del camion più agevole si sono progettati sedili ergonomici che danno il massimo sostegno possibile alla schiena nella prolungata posizione seduta; pedaliere di disegno particolare perché la forza sui pedali possa essere graduata e distribuita al meglio; rivestimenti Interni insonorizzanti ad alta tecnologia perché lo stress acustico non si aggiunga agli altri fattori di rischio e non diventi premessa di malattia professionale; sistemi integrati di sicurezza — sedile e cintura — perché 11 conducente si senta in ogni momento protetto. La potenza distruttiva di un camion in caso di incidente aumenta con il quadrato della velocità del mezzo: a cento chilometri all'ora non bastano ad un Tir quattrocento metri per fermarsi se il fóndo stradale non è perfettamente asciutto; un camion di quaranta tonnellate lanciato a ottanta chilometri all'ora esprime una forza d'urto capace di polverizzare un muro spesso più di due metri. Quésta — ottanta chilometri all'ora — dovrebbe essere la massima velocità permessa e mantenuta; al di sopra, anche in condizioni esterne favorevoli, il perìcolo d'imprevisto diventa eccessivo, la manovra dif r" ;iie. 11 controllo del mezzo molto rischioso. Carlo A. Basso Frettasi

Persone citate: Carlo A.