Velocità e vigilanza, difficile equilibrio di Vittorio Wyss
Velocità e vigilanza, difficile equilibrio Velocità e vigilanza, difficile equilibrio IL problema della velocità dei Tir (80 o 90 chilometri all'ora?) è stato studiato da due punti di vista: lo spazio di frenata a 90 km/h è maggiore e quindi la velocità di 90 è pericolosa, e, d'altra parte, la velocità di 90 consente un risparmio di tempo di circa il 10 per cento. Considerazioni esatte, ma che non avrebbero dovute essere le uniche su cui trattare, in quanto il problema è molto complesso. Un altro aspetto infatti era già stato individuato circa 4 anni fa dalla direzione sanitaria dell'Iveco e dall'Istituto di Medicina dello Sport di Torino, che avevano intrapreso una serie dì indagini sul carico che il lavoro di guida di un veicolo industriale rappresenta per l'organismo del guidatore. Un gruppo di collaudatori alla guida di un veicolo di grandi dimensioni (mod. 190.38 T - con spoiler e SB Viberti - telonato alto PTT 43 tonn) dovevano percorrere nove percorsi diversi lungo strade cittadine, autostrade, strade statali in salita e discesa a pendenze diverse, variando le ore della giornata e le velocità di cammino. In complesso si trattava di 404 chilometri, coperti in 364 minuti. Per un tempo di 240 minuti (il 72 per cento del totale) sono stati registrati il numero delle respirazioni al minuto, la quantità di aria utilizzata a ogni respirazione, la quantità di ossigeno consumata, la frequenza, cardiaca e la pressione arteriosa. Sono state poi mi¬ II carbonio 14, il radioisotopo che permette di determinare l'età delle piante, è stato usato da ricercatori americani del Veterana Administration Medicai Center e dell'Uni versità della California di San Diego per ricostruire la cronologia del calcoli biliari e quindi la loro storia naturale. Lo studio effettuato su 15 pazienti portatori di calcoli (11 con sintomi. 4 senza), ha rivelato che le manifestazioni cliniche non sono comparse prima di due anni dall'inizio della formazione del calcolo e che le coliche biliari si sono avute in media dopo otto anni dall'ini zio della litiasi. La velocità di crescita dei calcoli è di 2,6 millimetri all'anno. Il lungo periodo di latenza tra la formazione del calcolo e le manifestazioni cliniche suggerisce la possibilità di intervento per riuscire a interrompere il processo lltisiaco. surate la fatica visiva e uditiva, le eventuali riduzioni — anche temporanee — della mobilità articolare, la funzionalità renale. Tutti i dati della ricerca sono stati pubblicati sul «Giornale Italiano di Medicina del Lavoro- n. 4 anno 1983. Quello che appare interessante riferire di nuovo oggi è il comportamento del guidatore durante la guida su autostrada piana a velocità costante e, in generale, le reazioni somatiche di chi guida un grosso veicolo industriale rispetto a chi guida una vettura. Premesso che la respirazione è risultata strettamente influenzata dall'azione di guida (sospensione del respiro di 4-10 secondi in relazione al movimenti sul volante), si può assumere come indice dell'impiego organico e psichico del guidatore l'andamento della frequenza cardiaca, che rimane bassa quando il lavoro muscolare è molto limitato ed è basso anche 11 livello di vigilanza nervosa. Le tre figure allegate chiariscono molto bene l'andamento delle cose. Quando l'autostrada non presenta difficoltà, l'andatura è costante e la visibilità buona, interviene una condizione di «relax», di caduta di tensione nervosa, che si manifesta in una frequenza cardiaca bassa quasi senza variazioni. Le cause di questa caduta di vigilanza sono comples- se: il rumore ripetitivo a bassa frequenza presente in cabina, le vibrazioni limitate di ampiezza (sul millimetro), di bassa frequenza (da 2 a 8-10 Hz), il senso di chiuso, di protezione, di sicurezza che viene dalla struttura stessa del veicolo, robusto, di grande massa, praticamente protetto da ogni insulto esterno. In queste condizioni di impegno nervoso e organico minimo, variare la velocità di andatura e soprattutto tenerla piuttosto elevata (un aumento della vigilanza diventa quasi «automaticamente riflesso») sono un rimedio utile, tale da compensare l'aumento contemporaneo dèi rischio. Quando invece la strada oppone dei rischi, anche se l'impegno organico rimane limitato (circa 1,8 chilo calorie al minuto) la frequenza cardiaca aumenta e varia da un' istante all'altro secondo il traffico. Un fenomeno analogo si produce nella guida in salita e in discesa. In questo caso però l'impegno organico ha un peso prevalente (circa 2,3 chilo calorie al minuto). Il fatto che dopo 20-30 minuti di guida si manifesti un atteggiamento fisso protratto, fa pensare che anche in altre parti del corpo si verifichino processi analoghi. E' dunque evidente che il problema della velocità del Tir non è solo problema di frenate o di risparmio di tempo e andrebbe studiato con maggiore ampiezza e profondità di visione. Vittorio Wyss
Persone citate: Viberti
Luoghi citati: California, San Diego, Torino
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