Gospel, Truman Capote e i pirati nel Kabarett di Almond

Gospel, Truman Capote e i pirati l Kb i Gospel, Truman Capote e i pirati nel Kabarett di Almond DAL .Cabaret Erotico Non Stop, dei Soft Celi al .Tormento e Toreri» dei Mambas, ecco in libera usciti Marc Almond, trentuno anni di età vissuti pericolosamente In «some blzzare. ed evidentemente non paghi. Limitiamoci per brevità alle due uscite discografiche dell'anno scorso, premessa necessaria per intendere il senso del suo nuovo lavoro Mother Fist. Nella prima [A Womans Story) Marc Almond ripescava dal passato del pop sette canzoni delle più varie orìgini, si andava da Leo Ferré a Johnny Ray. da Peter Hammil ai Procol Harum. Almond arrangiava e cantava tanta e diversa materia con gusto tutto suo, tra l'enfatismo pop alla Tom Jones (nel brano che dà U titolo all'album, autore Phil Spector) e l'amore viscerale per il cabaret (quello storico che si scrìve con la K e due t, queUo insomma dell'Angelo Azzurro). Ma pur nel divertimento e nella .passione., nulla di disattento o di casuale, né tantomeno di riscaldato. Pochi mesi dopo, nuova uscita stavolta spagnoleggiarne {Ruby Red) con cinque composizioni proprie: ecco giocosi ritmi latini da vecchia cantina apache (Anarcoma). finti gospel (uno Intitolato: .Mi nausea il tuo sapore di qualcun altro.), una ballata araba... Ciò basta probabilmente a Inquadrare 11 personaggio, ma non è ancora sufficiente per intenderne la statura. Non slamo di fronte infatti al solito giocherellone anarcoide tanto eclettico e dissacratore quanto povero di genio musicale. Si può dire senza riserve che Marc Almond è qualcosa di più di una star, è un vero talento. Migliore dimostrazione non poteva esserci di questo suo recentissimo MotherFist. esibizione piratesca a tutto teschio e tibie incrociate, ornato di marinai fassblnderiani e dedicata, guarda caso, a Truman Capote. Il primo brano, spassoso inno da filibusta gay, conduce neUe danze fatalmente anche chi frequento altre taverne (L'Ispirazione viene da un racconto di Capo¬ dentro/ Uscire, puntare a qual".os'altro.. Ma, con un velo di abbandono, ammettono anche .ancora non ho trovato quello che sto cercando, (in «I stili ma non è certo poco.. Esiste un «caso Friedman», dunque, che va segnalato per competenza agli organizzatori di concerti e di festival. Intanto, gl'intenditori si possono consolare ascoltando 1 suoi splendidi long playing. B primo venne pubblicato nel 1975 dall'etichetta giapponese East Wind e s'intitola Wlnter love. Aprii joy. Gli altri sono tutti a cura deU'EnJa di Monaco di Baviera: Futures parsed con un suo quintetto. Doublé image e Dawn con David Samuels, Out of the wind's eye inciso in quartetto dopo lo scioglimento di Doublé Image. Seguono cinque anni di silenzio. Poi. nel 1986, arriva Shades of change, ancora in quartetto. •£ adesso. conclude Friedman .ne sto per realizzare un altro. Sarà il piU bello di tutti, lo prometto. Ma vorrei che fosse anche il più diffuso.. Franco Fayenz quale fondò un quartetto. Doublé Image, assai interessante per l'originalità e per la complessità deUo stUe. «Poi, come succede. spiega Friedman sorridendo -la formula è venuta a saturazione, e ci siamo la; sciati in buona armonia. Da allora ho diretto soltanto complessi a mio nome.. Ma perché, mister Friedman. lei è meno famoso di altri vibrafonisti, per quanto faccia una musica bellissima? A questo punto U suo volto si rabbuia. « Voi europei, risponde .dovreste conoscere meglio l'ambiente musicale degli Stati Uniti, specialmente quello del jazz. Li, se non si córre dietro alle mode (in questo momento è ancora la fusion che domina la scena), se un artista vuole seguire soltanto la propria vocazione ed esprimere quello che gli detta dentro, facile o difficile che sia, rischia di restare al palo. Tutto qui, IL vibrafonista David Friedman ha trascorso a Milano un soggiorno tanto breve quanto intenso e proficuo. Molti jazzof ili si chiederanno perplessi chi è costui Ma lo sapevano bene gli allievi deUa Civica scuola di musica di Milano, che gii hanno fatto tenere alcune lezioni nelle aule dell'istituto, e la sera' precedente U suo rientro negU Stati Uniti lo hanno portato aU'«Isola fiorito», uno del templi milanesi del Jazz. Qui, di fronte a spettatori numerosi ed entusiasti, convocati con mezzi di fortuna (e tuttavia c'erano anche 1 percussionisti dell'orchestra del teatro alla Scala, accorsi ad ascoltare U " collega americano) Friedman ha tenuto un concerto stupendo, improvvisando assieme a Paolo Dalla Porto al contrabbasso e a Tiziano Tononi alla batteria. □ più bell'elogio che si possa fare al due giovani stru- Gli album di David Friedman te How Siamese Twins Have Sex). Si torna in zona Tom Jones con There is a bed. Questo lato della personalità di Almond è a mio avviso il più stravagante: sentire come basta un lieve arrangiamento di cori a. far diventare 11 pop più consueto una cosa molto, ma molto strana. Saint Judy è 11 primo ael brani neo-gospel. Qui (e più ancora in Sea Says), Almond offre qualcosa di molto vicino alle prime felici prove dei Bronski Beat. Lo salverà dal loro non certo fausto destino una dose di ironia e di distacco infinitamente maggiore. Di seguito, The room below, cioè l'atteso cabaret con recitativo brechtiano riportato agli onori della moda da Sting e qui riproposto giocando senza strafare su tremolìi alla Marlene. Almond usa la voce come vuole e sembra non avvertire alcun problema interpretativo nell'alternare di brano In brano timbri forti e altri sospirati, passando per falsetti e quant'altro sia necessario. Angel in her kiss conferma questa vena cantabile anche quando è aUe prese con memorie di negritudine. Si disegna cosi non solo 1° duttUità deU'interprete, ma anche la felicità del compositore. E' cosa molto difficile per chi si muove sul terreno deUa .canzone intelligente» evitare quel surplus di mairi poste ami/..ioni che potrebbe piombare tutto nell'encomiabile, ma noioso. No, qui ci sono proprio canzoni, con le loro brave frasi da cantore. 1 loro pieni d'orchestra, gli incisi, 1 momenti solisti, U ritmo quando e come ci vuole, 1 crescendo e i calando. E1 giochi non debordano: sottili e precisi come 11 fischiettare di Afr. Sad. Ce n'è quanto basto per capir? ormai che la vitalità di Almond non cito e non accumula per il gusto del grottesco e della dispersione. L'operazione è unito e sintetica. Se poi sarà onorato anche delle classifiche questo possiamo solo augurarlo. Gianfranco Manfredi Marc Almond: «Mother Fist», Virgin.

Luoghi citati: Milano, Monaco Di Baviera, Stati Uniti, Womans Story