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I sogni, alfabeto dell'inconscio I sogni, alfabeto dell'inconscio SARANNO soltanto sogni, ma intanto ogni notte ci occupano per una o due ore. Alla fine della vita, in media, abbiamo passato sognando più di cinque anni. Basta riflettere su questo dato per convincersi che sognare è un'attività essenziale quanto cibarsi. E' dovuto arrivare Freud per portare il sogno nel territorio di una scienza specifica. Ma fin dall'antichità questi fantasmi notturni hanno attratto l'attenzione dell'uomo alimentando tutta una cultura che l'antropologia solo oggi incomincia a valorizzare. Il sogno come sintomo di una patologia dell'inconscio è dominio della psicoanalisi. Ma si può anche vedere il sogno fuori della patologia, come una normale via di accesso all'io profondo. E cercare di interpretarlo, certo, con gli strumenti affilati da Freud, Jung, Adler, Fromm, Groddeck e altri esploratori dell'Es, ma anche con l'esperienza che viene dalla tradizione popolare, dai miti, persino dalle superstizioni. Questo è l'obiettivo che si è proposto Caterina Kolosimo scrivendo Alfabeto dei sogni. C'è una introduzione che chiarisce i meccanismi fondamentali dell'attività onirica: la traduzione In simboli del messaggio Inconscio e l'intervento della censura e della rimozione. Poi troviamo un capitolo dedicato al dieci sogni più ricorrenti. E infine un repertorio di mille sogni particolari. Caterina Kolosimo non punta al trattato scientifico ma non cade nemmeno nella cabala da rotocalco. In modo semplice e accattivante spiega 1 possibili significati dei sogni, ricordandoci però che non esistono ricette: ognuno dovrà, auto Interpretarsi tenendo conto del proprio ambiente e della propria cultura, perché è di 11 che nascono 1 codici simbolici personali. E chi non si accontenta del libro può seguire la Kolosimo in una trasmissione televisiva preserale (Stiffelius, Rai, Rete 3) nella quale questi temi sono ripresi in dialogo diretto con 1 telespettatori. Piero Bianucci Caterina Kolosimo, «Alfabeto del sogni», Mondadori, 380 pagine, 20400 lire.