Alvaro Pombo: il bambino del mio romanzo è un ricattatore

Alvaro Pombo: il bambino del mio romanzo è un ricattatore Alvaro Pombo: il bambino del mio romanzo è un ricattatore MADRID — Alvaro Pombo, lo scrittore madrileno di cui la Garzanti ha appena tradotto L'eroe delle mansarde di Mansard, è considerato uno degli esponenti più importanti della nuova letteratura spagnola del post franchismo. Siamo andati ad intervistarlo nella sua piccola casa di Madrid. Di costituzione robusta, il viso illuminato da occhi azzurri felini e contornato da una grande barba, Pombo è un uomo dai modi gentili e di buona conversazione. Nel suo soggiorno, con l'amatissimo gatto nero, libri ammucchiati e disordinati fogli manoscritti la fanno da padrone. — Con l'avvento della democrazia, la Spagna ha subito notevoli trasformazioni. Lei crede che la nuova situazione politica abbia influito in modo determinante sul risorgimento letterario spagnolo? «In questi anni, dal '75 ad oggi, ci sono stati molti giovani che hanno incominciato a scrivere e pubblicare, ma non metterei In relazione diretta il risorgimento letterario e culturale spagnolo con il subentrare dello stato democratico. Queste persone avrebbero comunque scritto, con la democrazia o ^enza. Penso che la letteratura sia, in un certo modo, indipendente dai fatti politici. Con questo però non voglio sostenere che non sia meglio per uno scrittore vivere In uno stato di libertà. Voglio dire che non si può pensare a una relazione di causa ed effetto tra la democrazia e lo sviluppo letterario». — Ritiene di appartenere a qualche nuova corrente letteraria spagnola? «In termini generali, potrei dire di essere uno scrittore con tendenza al realismo psicologico, ma non sento di appartenere a nessun tipo di corrente letteraria specifica e tanto meno a una "generazione contem¬ poranea" spagnola». — Si può affermare, allora, che lei sia uno scrittore isolato dalla realtà letteraria del suo paese? «Più che isolato direi molto indipendente, soprattutto perché sono rientrato in Spagna non più giovane. Inoltre non frequento circoli letterari e non ho molti contatti con scrittori miei contemporanei». — Quali scrittori hanno influito in modo particolare sulla sua formazione letteraria? «Per quanto riguarda gli scrittori spagnoli, direi nessuno. La narrativa inglese, invece, ha avuto un ruolo molto importante nella mia formazione. Per citare dei nomi, potrei dirle Graham Greene, Henry James e soprattutto Iris Murdoch. Mi sento particolarmente vicino a lei sia per il suo realismo, su per l'importanza che dà alla filosofia. Anche la filosofia nella mia vita li avuto e ha tuttora un'importanza primaria. I miei primi scritti, infatti, erano forse troppo concettuali. Ora i miei romanzi si avvicinano sempre di più alla pura narrativa». — Come è nata l'idea de •L'eroe delle mansarde di Mansard»? «I miei romanzi nascono sempre da un personaggio o da una situazione, e da quel pùnto seguo il filo che la narrazione mi propone. Non ho mai uno schema fisso da seguire e a volte il tutto nasce molto poveramente. L'eroe delle mansarde di Mansard nasce dalle prime tre frasi del libro. In queste è indicato tutto il romanzo, cioè la relazione del bambino con il padre, l'arrivo del domestico in una grande casa. Tutto si concentra sulla casa dalle enormi mansarde, dove si svolge la vicenda». — Per lei, dunque, la descrizione degli ambienti in cui si muovono i personaggi è molto importante? «Si, dò un'enorme importanza a questo, perché credo che descrivere un personaggio sia non solo raccontare come parla e come si veste, ma anche descrivere 11 paesaggio che lo circonda. Per descrivere un essere umano, non si può descrivere lui solo, perché lui solo non esiste ; egli esiste in un intorno, in una circostanza». — Kus-Kus, il protagonista bambino, è una figura per certi aspetti inquietante, come lo sono anche altri bambini presenti nel suoi precedenti romanzi. Perché questi personaggi-bambini? •Sono bambini che giocano ai giochi degli adulti. In essi e soprattutto In KusKus. mi affascina l'innocenza, la naturalezza del male e del peccato. Kus-Kus ha circa 13 anni, ed è in quell'età in cui i bambini non giocano più ai giochi dei "piccoli" poiché ciò che vogliono è essere "grandi". tuttavia non lo sono ancora. Uno dei giochi degli adulti è il ricatto e Kus-Kus ricatta: non fa altro che imitare gli adulti, il mondo a cui aspira». — In questo gioco adultobambino si può affermare che ci sia un tentativo di sfruttamento da una delle parti? «Si, forse gli adulti sfruttano un poco i bambini, ma essi. In cambio, li utilizzano volentieri. Ciò che ne risulta è una relazione ambigua e torbida. Nel descrivere i bambini insisto sempre nel dire che essi non suno il simbolo della purezza e dell'Innocenza». — Nei suol romanzi alcuni temi quali la solitudine, l'emarginazione, il ricatto, si ripetono frequentemente. Tra questi l'omosessualità predomina sugli altri, E' un problema per 1 suoi personaggi? «Non credo sia un proble ma, ma un dato della loro personalità. Non sono uno scrittore che tratta dell'omosessualità come fece Pasolini, trasformandola in un mezzo per un discorso politico. Penso che essa faccia parte della nostra realtà e io l'affronto direttamente come tutti gli altri temi. Non posso comunque negare che molti dei miei personaggi siano omosessuali prima di essere qualsiasi altra cosa». — Cosa vuole dare ai lettori con 1 suol romanzi? «Vorrei che si divertisse' ro. La lettura è una fonte inesauribile di svago e apprendimento. Ciò che chiedo ai miei lettori è: "Lo hai letto tutto d'un fiato?». Elena Vaccarino

Persone citate: Alvaro Pombo, Elena Vaccarino, Graham Greene, Henry James, Iris Murdoch, Pasolini, Pombo

Luoghi citati: Madrid, Spagna