Qui ogni idea diventa una figura

Torna dopo tre secoli la celebre «Iconologia» di Cesare Ripa che ispirò artisti e poeti Torna dopo tre secoli la celebre «Iconologia» di Cesare Ripa che ispirò artisti e poeti Qui ogni idea diventa una figura NEI suoi Studi di Iconologia (in edizione italiana presso Einaudi) Erwin Panofsky definisce Cesare Ripa -Il decano degli iconologi rinascimentali-. Perugino, nato intorno al 1560 e morto una sessantina di anni dopo, anni passati quasi solo nelle biblioteche e nelle collezioni antiquarie senesi, il Ripa è oggi un emerito sconosciuto, se non agli studiosi di letteratura sei-settecentesca e al warburgìiianl che, sdegnando l'aspetto formale delle opere d'arte, sono tornati a modo loro al contenuti, per approfondirne lo spessore, i significati appunto, le radici erudite, le allusioni espressive e le costanti simboliche. Ma la Nova Iconologia di Cesare Ripa perugino, cavaliere del SS. Mauritio & Lazzaro, Nella quale si descriuono diuerse Immagini di Virtù. VitlJ, Affetti, Passioni human», Arti, Discipline, Rumori, Elementi., e d'altre infinite materie fu per secoli un prontuario indispensabile a migliaia di illustri e oscuri Pittori, Scultori Disegnatori e ad ogni studioso. Per inuentar Concetti, Emblemi, ed Imprese. come recita ancora veridicamente il titolo dell'opera; o anche solo a turisti, per capire in ogni particolare le allegorie che troneggiano sulle facciate di un palazzo, decorano un soffitto o uno stemma nobiliare. Cosi conobbe numerose edizioni ampliate e adorne, dopo la prima uscita a Roma nel 1613. Bernini, Poussin, Milton, e ancora Tiepolo vi attinsero per dar corpo fisico alle loro immaginazioni o per allegorizzare i loro concetti. Àncora Panofsky, nel libro sopra citato, ricorda come per il celebre Tiziano della Galleria Borghese, le due donne vestita e ignuda dell'Amor sacro e Amor profano, si sia trovata una chiave postuma nella Felicità Eterna e Breve del Ripa, e col codice del Ripa egli spiega una figura nell'altra celebre Allegoria del d'Avalos al Louvre, e ancora cita ti Ripa nientemeno che per il Giuliano delle Tombe Medicee. Alla base di tutto questo c'era un'estetica della poesia quale pittura parlante e della pittura come poesia muta, per usare la celebre definizione attribuita a Si- Pubblichiamo, per concessione dell'editore Fogola, alcuni passi e Immagini dell'«Iconologia» di Cesare Ripa. Amor domato CUPIDO è a sedere, tenga sotto li piedi l'arco, & la faretra, con la face spenta, nella mano diritta habbia uno horologio da polvere, nella sinistra un'augeuetto magro, & macilento, nominato Cinclo. Tiene sotto li piedi l'arco, & la faretra con la face spenta per segno «Tessere domato, essendo che l'abbassare, & deporre le armi sue significa soggettione, & sommessione. Non d è cosa che domi più l'umore, e spenga l'amorosa face, che il tempo, & la povertà: Cborologio, che porta in mano è simbolo del tempo, il quale è moderatore d'ogni fiumano affetto, & d'ogni perturbatione d'animo, speti almente d'Amore, il cui fine essendo posto in desiderio di fruir l'amata bellezza caduca, e frale, è forza che cangiata dal tempo la bellezza, si cangi anco l'amore in altri pensieri Il tempo è domatore d'amore, che d converte al fine in pentimento del perduto tempo nelle vanità d'Amore. L'AugeDetto nomato Cinclo, magro e macilente, significa che l'amante logorato, che ha le sue sostanze negli amori suoi, asciutto e nudo rimane domato dalla povertà, dalla fame & dal misero stato in che si trova monide, e tutta una tradizione figurativa che affondava le radici nell'antico Egitto, attraversava gloriosamente la Grecia e Roma, per alimentare l'arte rinascimentale poetica, retorica e figurativa — e giungere fino al neoclassicismo di Monti e Appiani. Cesare Ripa ne fu non il teorico, ma più modestamente il ricapitolatore, l'ordinatore e l'interprete. Adunò alcune centinaia di concetti e astrazioni ricorrenti; li commentò e spiegò in ogni dettaglio (l'allegoria è pignola, esprime tutto e tutto in essa si esprime), e con l'aiuto, pare, del Cavalier d'Arpino, le rappresentò in incisioni trionfali. Filosofia secondo Fiottio Ne nacque un'opera immensa, accumulo di fonti, di luoghi eccelsi, di citazioni di classici! di santi Phdft ai Dante"- Petrarca - Ariosto Tasso, di variazioni, appoggi, indicazioni ma anche consigli estetici e fin etici, perché il modo come il Ripa tratta e utilizza piante e animali con l'aiuto di Plinio o del Valeriana, la presenza o assenza e II trattamento di certe -virtù- o -vizi-, ne fanno anche un mosaico morale e un prodotto ideologico. Un'altra eccelsa follia, un altro, minimo, dei cento modi in cui la mente umana ha cercato di dare significato all'universo: perché è chiaro che {Iconologia si può tranquillamente rovesciare, e anziché usarsi come spiegazione dei concetti at¬ Digesti DONN; ga la ONNA di robusta complessione, tenmano dritta sopra uno Struzzo, sìa incoronata di puleggio, & porti nella mano sinistra una pianta di CondriDo. Senza dubbio le complessioni robuste sono più facili a digerire eoe le delicate, onde lo Struzzo per la sua robustezza, & candita, digerisce anco il ferro. Ti paleggio dice Santo Isidoro che da gli Indiani è più stimato del pepe, atteso che riscalda, purga & fa digerire, il condrillo è una pianta che ha il fusto minore d'un piede, & le foglie che paiono dentro rosigate intomo, & ha la radice simile alla fava, questa vale alla digestione, secondo riferisce Plinio, per autorità di Doroteo poeta nel libr. 22 cap. 22. Poesia DONNA vestita del color del cielo, nella sinistra mano tenga una Lira, & con la destra il Plettro, sarà coronata d'alloro, & à piedi vi sarà un Cigno. Il Cigno in vecchiezza và meglio articolando continuamente la voce, per estenuarsi la gola; & cosi i poeti vanno migliorando nell'arte loro con gli anni, come si racconta di Edipo Coloneo, & di altri. Poesia Amor domato traverso cose, si può usare come spiegazione di cose attraverso t concetti. Un'altra ossessione museografica e classificatoria del barocco, un altro lessico di sinonimi che, non pago degli oggetti in sé, vuole trasformarli e dilatarli per affinità vera o presunta, Intima o addita. Che in questa rassegna la figura femminile nuda, ammantata, fulgida, lercia predomini di gran lunga sulla maschile, non è per adulazione o perversità. Più che ideologia, questa volta è la semplice conseguenza del genere grammaticale (femminile) delle astrazioni nelle lingue antiche e moderne, per cui tocca a una donna di raffigurare non solo la Fecondità, coronata di senape con ai piedi una gallina e una coniglia, bensì anche, cinquantenne, seduta sopra un leone, con spada al fianco e ai piedi una clessidra versata a mezzo, la Virilità. In questa selve di stranezze logiche (la logica è condizione assoluta dei traslati), che nell'originale ammontano a centinaia o migliaia di pagine, si è addentrato, tre secoli e mezzo dopo, Piero Buscaroli e, smagato, armatosi di accetta con la benedizione di Mario Praz, ha sfrondato abbondantemente il testo, lasciando le immagini e l'essenziale didascalico. Ne è uscita una •edizione pratica- (per chi? Certo non per la specie semiestinta del retori né per quella vigoreggiante dei poeti e degli artisti odierni.' piuttosto per le menti erratiche e i pellegrini intelligenti delle biblioteche e delle gallerie), un'edizione che rinunciando a gran parte dell'entroterra erudito dà il profilo di un continente sterminato, oscuro e lucido insieme. L'editore Fogola emula nella nitidezza della collana Torre d'avorio i suoi antichi colleghi romani, patavini e veneziani che già presentarono -la Bibbia e i tarocchi* di Cesare Ripa, come li fissa fulmineamente e perfettamente Mario Praz nella prefazione ai due tomi. Carlo Carena Cesare Ripa, «Iconologia». A cura di Piero Buscaroli, con prefazione di Mario Praz. Due tomi di pagine 216 e 316, con numerose illustrazioni nel testo. Editore Fogola. Lire 58.000. one

Luoghi citati: Egitto, Grecia, Roma