Amare Betty Blue è una tenera febbre

Amare Betty Blue è una tenera febbre Amare Betty Blue è una tenera febbre Sulla classe operala — La socialità operaia, la vita quotidiana, i percorsi, le sensibilità, le decisioni di centinaia di famiglie nella Torino primo Novecento tra campagna e città, in un "indagine di Maurizio Gribaudl: -Mondo operaio e mito operato- (Einaudi, pp. 137, L. 24.000). Lo studio del tempo — Il concetto di tempo in sociologia, le sue ambiguità e posstuili definizioni nella raccolta di saggi curati da Maria Carmen Belloni -L'aporia del tempo- (Franco Angeli, pp. 320, L. 28.000. Il cercalavoro — Due professionisti della selezione del personale, nascosti sotto pseudonimo, insegnano -Come trovare (o cambiare) un posto di lavoro-: una guida di Anna Annovazzi e Tommaso Etti (Vallardi, pp. 133, L. 15.000). Scuola e programmi — Una -Analisi critica dei nuovi programmi della scuola elementare- del docente di pedagogia Remo Fornaca per Giappichelli (pp. 243, L. 20.000). Come cucinavano gli antichi — L'antico romano come un manager di oggi: ricca colazione, alle 12 uno spuntino, a sera pranzo -luculliano-. Con -A céna con Lucullo- Ilaria Gozzinl Giacosa propone un ricettario di piatti dell'antica Roma, con l'analisi delle abitudini alimentari e le usanze conviviali degli antichi (Piemme, pp. 207, L. 35.000). Teatro di Molière — Esce da Einaudi -Il misantropodi Molière nella traduzione di Cesare Garboli (pp. 116, L. 7500) che sta ottenendo grande successo a teatro per la regia ed interpretazione di Carlo Cecchi. Ermeneutica — -Simbolismo e interpretazione- è un saggio del semiologo Tzvetan Todorov uscito da Guida (pp. 151. L. 18.000). Studia l'insieme delle immagini e delle allegorie di cui si -veste- il linguaggio. Lettere di psicanalisti — La prima generazione psicanalitica ha visto fra l'altro un'importante -Corrispondenza- fra Sandor Ferenczi e Georg Groddeck, due personaggi scomodi e atipici, uniti dal comune interesse per il rapporto fra soma e psiche. Sono lettere degli anni 1921-1933 edite da Astrolabio (pp. 141, L. 14.000). I nostri storici — Una raccolta di interventi di Ernesto ' Ragionieri sul grandi storici del "900 (da Omodeo a Chabod, da Mehring a Braudel) e sul problemi da essi affrontati, nel libro -Storiografi in camminocon prefazione di Eugenio Garin (Editori Riuniti, pp. 276, L. 22.000). Giovani e società — Uno studio di Gerard Lutte sulla -Psicologia degli adolescenti e del giovani, in rapporto alla famiglia, alla scuola, al lavoro, al tempo libero, all'amore, alla politica (Il Mulino, pp. 414, L. 34.000). L'erotico e il materno — Su questi due sentimenti che lacerano la psiche della protagonista, si muove il romanzo opera prima della scrittrice americana Sue Miller -La buona madreMondadori, pp. 331. L. 22.000). Due «Riflessi»: Due racconti nella piccola collana ài Theoria: -L'urlo- di Robert Graves (pp. 67, L. 5000): nel parco di un manicomio un folle racconta la sua esistenza: -El Ombù- di William H. Hudson è la storia di una casa maledetta e dei suoi abitanti nelle pampas. Beat generation — Di William S. Burroughs esce il romanzo finora quasi sconosciuto -Diverso-, ambientato a Città del Messico alla fine degli Anni 40. E' la disperata storia d'amore di un tossicodipendente per un marinaio americano (SugarCo. pp. 127, L. 8000). Petali di tenebra — £' il itolo del romanzo di Virginia Andrews che segue il precedente -Fiori senza sole- sulle avventure di tre fratelli ormai diventati adulti in cerca di una loro identità, dopo un'infanzia tragica, chiusi in una soffitta (Sonzogno, pp. 400, L. 22.000). Critica letteraria — analisi critica dell'opera del poeta austriaco Georg Trakl vissuto a cavallo fra '800 e '900, in un saggio di Carlo Lajolo: -Poesia e filosofia in Georg Trakl- (Mursia, pp. 220, L. 35.000). rincalzate, che scorre per tutto il romanzo rendendolo francamente appetibile ad onta dei suoi smisurati debiti con mezzo mondo. Ma questo Djian deve essere un impenitente e un impunito, perché, dopo il torrentello diremo cosi minimalistico, si affretta in chiusura a drammatizzare e trucibaldare tutto. Betty, colpita dalla mancata maternità, insanisce come Ofelia, ma in più si strappa un occhio, e questo avviene nei giorni in cui lui, romanziere fallito, ma fortemente stimato da lei, che lo sprona e frusta, riesce a piazzare il suo primo manoscritto in una casa editrice, anche se il successo poi sarà tutt'altro che fragoroso. Intanto Betty non si riprende e lui, scacciato dall'ospedale per certe chiassose sceneggiate, vi rientra camuffato da donna a porre fine ai giorni senza rimedio della fanciulla amata, per animare la quale, tempo prima, aveva cruentemente svaligiato un'agenzia di portavalori. Alla fine questo inusuale orfanello e vedovello viene rintracciato dai derubati: si difende e ne accoppa uno, e poi via, più o meno ancora on the road. Vi pare di riconoscere lo strazio del rock? Fate pure. Vi informiamo che tra l'altro c'è in circolazione un film un po' liberamente travasato da questo romanzo ad opera del regista Jean-Jacques Beineix. Noi abbiamo apprezzato soprattutto certe filanti trovate, come quando il protagonista racconta di avere visto, al tempo delle lotte per la liberazione della donna, una stangona che cavalcava disinvoltamente, abbattendo ogni pregiudizio, un orinatolo a muro per uomini. Sembra una gag pesante, ma è raccontata persino con finezza. Ecco, di questo romanzo rubacchiante a tutto spiano, resta soprattutto la destrezza del dosaggio tra sguaiataggine, ironia e persino tenerezza. Carlo della Corte Philippe Djian, .Betty Blue», De Agostini, 340 pagine, 22.000 lire. datario di Kerouac, titolare di una vecchia Mercedes sbullonata (e a tratti il romanzo ha la cadenza Anni Cinquanta delle storie on the roaòV, improvvisatore, con la sua saturnina compagna, di mestieri e mestierucci, dalla gestione di una pizzeria un po' svaccata alla vendita di pianoforti. E in quest'occasione si aprono forse le pagine più belle e distese del romanzo, quando il tracotante, svampito e simpatico protagonista, nato all'incrocio tra James Dean e Belmondo, si trasforma per necessità pilota di un articolato con gru che deve deporre un piano a coda nell'appartamento di una sorta di grattacielo. Se uno ha intonato il romanzo in chiave di rock, altri recensori o pubblicitari, non so, lo hanno inteso come un esempio europeo della nouvelle vague dei minimalisti americani, quei ragazzoni nuovi di zecca, come età, che raccontano talora con arte le loro faccenduole da nulla. Ed è vero che per buona parte del romanzo, con una scrittura ilare e guappa, un po' febbricitante (il titolo originale sarebbe -Trentasette e due- per alludere a quell'alterazione costante della scrittura ma anche dei personaggi) ci si imbatte in cosucce vaghe, sensazioni, magari anche in una gioiosa sniffata di cocaina in ttn cesso, ma poco più. E poi tanti coiti, in svari- e ed effusive posizioni, molto carini e distolti con qualche ammicco (ma questi sono dopotutto più rassettati e lindi) a quelli narrati dal vecchio porcone Bukowski, a cui tuttavia pare trasparente l'intezione di rendere un qualche omaggio. E' da dire che Djian, nelle sue molte vite, ha fatto anche il redattore di una rivista di racconti polizieschi, imparando, dice il risvolto del volume, l'arte della suspense. Tutto falso. Ha imparato invece molto dallo stile di Chandler, che deve avere letto a dismisura, assorbendone la lievità iperbolica, il gusto delle metafore ben Beatrice Dalle nel film «Betty Blue» QUALCUNO, forse il pubblicitario che l'ha lanciato in Francia e poi altrove, l'ha definito -romanzo rock-, E magari da questa pennellata colerà anche un goccio di vernice giusta, ma Betty Blue è soprattutto un romanzo apolide, un meltlng pot per certi versi ammirevole, perché il suo trentasettenne autore è più furbo del demonio e spara tutte, una dopo l'altra, le cartucce a salve dell'attrazione, come un domatore che voglia sedurre i suoi diffidenti leoni. Detta alla breve, la storia raccontata da Philippe Djian falle spalle una carriera all'americana, da scaricatore a portiere di notte a mezzemaniche in una banca) scaglia sul palcoscenico una succulenta trentenne, di nome Betty Blue, che già da sola sa di Jazz vecchia New Orleans, ma che aggiunge a questa risonanza un'imprevedibilità riottosa e capricciosa, una mostruosa capacità di tngrugnamenti da far ricordare i celebri bronci della Brigitte Bardot nazionale (per la Francia) ai suoi non lontanissimi bei tempi. Poi, quel maledetto nome, assona forzatamente anche con quello di Betty Boop, eroina di fumetti e cartoni animati Anni Trenta, che sta riavendo una singolare fortuna. A petto di questa trentenne sventata e saggia, capace per un'incornatura di demolire il settore libri di un supermercato, facendoli volare all'intorno come uccelli, come di intenerirsi alla follia, da brava borghesuccia alla possibilità di essere rimasta incinta, c'è lui, Ilo narrante, trentacinquenne, figlioccio dichiarato e ritar¬

Luoghi citati: Città Del Messico, Francia, Roma