Jazz

Jazz Jazz «The One and Only Herman Foster», Tlmeless Records. Questo recente disco di produzione olandese può servire come introduzione a un pianista piuttosto sconosciuto anche se molto stimato nel ristretto giro dei musicisti. «L'unico e il solo» Herman Foster è un musicista di colore, cieco (come il ben più famoso Ray Charles) e di evidenti ascendenze «rhythm & blues», che emergono nella preminenza data al ritmo a scapito della melodia. Foster è però dotato anche di una straordinaria tecnica con passaggi che ricordano la musica classica, e quando espone le melodie unisce la precisione all'originalità: è dote di pochissimi. Un musicista, quindi, tutto da scoprire e da trattare con rispetto e che risulta, in questo disco, convincente e senza smagliature. Il contrabbassista Jeff Fuller e il batterista Victor Jones non hanno spazio per assoli ma sono bravissimi e si integrano in modo perfetto. Hugh Masek LA copertina dell'ultimo disco di Hugh Masekela, il quarantenne trombettista sudafricano da anni esule a Londra, si stacca nel panorama discografico intemazionale, dove l'immagine a sensazione sembra per molti un imperativo. Su un celeste deserto quadrato due bambini di colore ballano felici. In alto, nell'angolo a sinistra, un giallo fiore di speranza e il titolo «Tomorrow. (Domani) scritto con i colori dell'arcobaleno. Le lettere che compongono il nome dell'artista sono allineate con discrezione sul lato destro: una serie di prismi ed ombre sulla sabbia azzurra. L'insieme offre un'immagine di speranza e un'atmosfera di serenità, di dolce allegria. Il tema di lutto l'album è però quello del Sud Africa: la protesta di un artista di colore che vive il dramma di un popolo consumato dai veleni del razzismo. E allora tornano alla mente certe copertine seppe di

Persone citate: Foster, Herman Foster, Hugh Masek, Hugh Masekela, Jeff Fuller, Ray Charles, Victor Jones

Luoghi citati: Londra, Sud Africa